BOMBA
NEL CENTRO CULTURALE ITALIANO A BARCELLONA
BARCELLONA - Una caffettiera-bomba è esplosa oggi davanti
alla sede dell' Istituto italiano di cultura a Barcellona
ferendo lievemente un agente ma uccidendo un cane labrador
che aveva toccato col muso l' ordigno. La polizia ha detto
di stare indagando a 360 gradi e di non escludere alcuna pista,
ma fonti dell'investigazione e lo stesso delegato del governo
regionale Joan Rangel hanno indicato che si sta privilegiando
la pista anarchica. Scritte per la liberazione di anarchici
italiani erano infatti apparse sulla stradina dove sorge l'
Istituto, nel centro del capoluogo catalano, dopo che il mese
scorso alcuni membri del movimento erano stati arrestati in
Italia e a Barcellona dove ci sono state manifestazioni. La
caffettiera, la prima moka mai usata come bomba, era stata
riempita di esplosivo nella parte bassa dove di solito è
contenuta l' acqua. Era stata avvistata fuori del portone
dell'Istituto, che sorge in una stradina di rimpetto della
Casa di Italia che ospita anche il liceo, poco prima delle
8 di mattina dal bibliotecario. Questi insospettito dai fili
che fuoriuscivano dalla macchinetta, che aveva scorto attraverso
i vetri del portone, aveva avvertito subito la polizia. Immediatamente
era intervenuta un' unità antiterrorismo insieme agli
artificieri ed ai vigili del fuoco. Quando il cane, un labrador
di nome Pretto, avvicinandosi dall'esterno ha dato uno strattone
al guinzaglio toccando la caffettiera questa è esplosa
uccidendolo sul colpo. Il corpo dell' animale è stato
proiettato a diversi metri di distanza contro il muretto interno
del cortile della palazzina che ospita l' Istituto dove si
tengono in questa stagione alcuni corsi estivi. L' agente
che lo teneva a guinzaglio è rimasto ferito non gravemente
da alcune schegge alle gambe e al fianco e la polizia ha reso
omaggio, in un comunicato, all' "addestramento e all'
alto grado di disciplina" del cane che "in una situazione
di crisi col suo lavoro ha evitato lesioni più gravi
al suo addestratore". "Ho visto il corpo del cane,
col cranio sfondato e il dorso squarciato, e una striscia
di sangue, forse perché la polizia ha trascinato il
corpo dell'animale scagliato a diversi metri di distanza dall'
onda esplosiva", ha detto il console italiano a Barcellona,
Franco Giordano, spiegando che bomba ha infranto i
vetri del portone danneggiando anche la parte in legno ma
lasciando indenne il cancello di ferro esterno. Giordano ha
seguito passo passo gli eventi ed ha avuto colloqui col capo
della polizia della Catalogna e con il delegato regionale
Rangel. Nel pomeriggio si è recato all'ospedale per
visitare il poliziotto ferito le cui condizioni non destano
preoccupazione. Un messaggio è stato trasmesso all'agente
dall'ambasciatore d' Italia Amedeo de Franchis. Giordano
ha spiegato che l' Istituto, al pari delle autorità
consolari non aveva ricevuto alcuna minaccia diretta che potesse
far sospettare un rischio specifico di sicurezza. Ma nel giugno
scorso il consolato aveva comunque tenuto una riunione sulla
sicurezza cui avevano preso parte anche dipendenti dell'Istituto.
La polizia sembra privilegiare la pista anarchica, anche se
non scarta a priori altre possibilità. Il tipo di ordigno,
assolutamente artigianale, e il fatto che sia stata scelta
una caffettiera peraltro con una fuoriuscita di fili che pareva
un avvertimento in se stesso, rendono improbabile qualsiasi
ipotesi di terrorismo internazionale. E anche dell' Eta che
proprio oggi ha fatto esplodere quattro piccoli ordigni in
Biscaglia preavvertendo prima, come al solito, il quotidiano
basco Gara. Gli investigatori ritengono che l' ordigno di
Barcellona fosse a pressione e sia esploso dopo essere stato
toccato dal cane. Il luogo dove si trovava, invisibile dalla
strada non consente infatti l' ipotesi di un telecomando mentre
la tempestività della detonazione sembra scoraggiare
quella del dispositivo a tempo.