Il
ministro Maroni riconferma l'ipotesi di abbandono dell'euro
La Lega: "La lira? Agganciata al dollaro"
"Usare
la moneta europea è come pagare un dazio. A Pontida
presenteremo la nostra ricetta che sta studiando Pagliarini"
La campagna della lira era cominciatata quasi per scherzo.
Ma poichè è stata presa sul serio, ora chi l'ha
lanciata ne approfitta. Perchè a forza di negarne qualunque
credibilità, i "nemici" dell'ipotesi del
ritorno alla lira hanno finito per portare acqua al mulino
della Lega. Che ora si sente autorizzata a rilanciare, dopo
aver alzanto il tiro sui politici "rei" di aver
sostenuto l'adesione all'euro, primo fra tutti Ciampi, con
una dichiarazione del ministro Calderoli che ha costretto
Berlusconi a interventire personalmente per rimediare.
E'
devvero singolare che nello spazio di un weekend si passi
dalla "battuta" sul ritorno alla lira, a ipotesi
di parità lira-dollaro come se la nuova lira esistesse
davvero. Ma è così, almenno per la Lega. Il
gioco Lega riparte oggi dal protagonista iniziale, ovvero
il ministro del Welfare, Roberto Maroni, che viene intervistato
da Radio Padania, la radio della Lega: "La questione
Lira-Euro - ha detto - è una cosa seria sulla quale
stiamo lavorando, le iniziative saranno presentate a Pontida.
I meccanismi per agganciare la lira al dollaro sono allo studio".
Maroni si è detto "sicuro" che il ritorno
alla doppia circolazione sia realizzabile e ha respinto le
accuse di aver fatto della questione Euro-Lira una boutade
demagogica e propagandistica. La parità con il dollaro
(che ricorda il catastrofico precedente argentino) non è
la sola novità che la Lega vuole introdurre per reinventarsi
il sistema economico e monetario italiano. "A Pontida
diremo un po' di cose, non posso anticipare nulla l'elaborazione
e le analisi sono in corso e se ne sta occupando tra gli altri
Giancarlo Pagliarini. Tutte le polemiche non ci fanno arretrare
di un millimetro. Non è stata una boutade: questa è
la strada giusta e andremo avanti. Coloro che pensano di spaventarci
con il rumore mediatico sappiano che non ci turbano affatto".
Per Maroni, è tempo "di uscire dai salotti romani
e andare nelle fabbriche della Padania a parlare con i nostri
imprenditori. La crisi è crescente e a parità
di costi l'Euro ha comportato un sorta di dazio del 30% o
più per i nostri produttori".
Quanto
alle polemiche dopo le parole di Calderoli su Ciampi, il ministro
del Welfare sostiene che "non c'è stato nessun
attacco a Ciampi, abbiamo detto tutte cose sull'euro. La responsabilità
politica maggiore ce l'hanno Prodi e il suo governo, non Ciampi
che era ministro tecnico e che ha fatto il suo lavoro in buona
fede. Non ci occupiamo di polemiche ma di problemi seri. Questa
è una stupidaggine montata ad arte contro di noi, nata
da una dichiarazione del ministro Calderoli e fatta per nascondere
i problemi veri, cioè l'Europa e l'euro". La responsabilità
della crescita dei prezzi all'ingresso dell'euro è
stata addebitata dall'opposizione al governo Berlusconi: il
controllo nel 2000-2001 non c'era stato. L'ex ministro dell'Economia,
Tremonti, aveva pensato di attuare, attraverso ispettori,
delle verifiche soltanto poche settimane prima di essere costretto
a lasciare il dicastero, ovvero lo scorso anno. Secondo il
ministro Maroni, invece, "la responsabilità politica
ce l'ha chi ha governato allora" quando si era fatta
la scelta di entrare nell'euro. "Si è tentato
di nascondere il problema vero di un'Europa in crisi. Per
questo la polemica sparirà mentre la sostanza rimarrà,
perchè è legata all'Euro".
Quanto a chi prevede derive di tipo argentino (proprio la
parità peso-dollaro aveva avviato il crollo finanziario)
Maroni replica: "Mi chiedo questa gente dove vive. Dovrebbe
andare in giro nelle nostre fabbriche della Padania e si accorgerebbe
che c'è una situazione di crisi che si allarga. Si
tratta fare come Svezia, Inghilterra, Danimarca. Questi stati
hanno la loro moneta ma nessuno mette in dubbio la loro appartenenza
all'Europa. E hanno un'economia florida. E' la strada che
dobbiamo seguire".