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DA
DOMANI CAMBIA IL MATRIMONIO IN CHIESA
Non
solo un cambiamento lessicale ma anche una '' risposta alla
crisi del matrimonio ''.
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ROMA
- 27.11.2004 - Da domani il matrimonio cattolico cambia: rimarranno
il vestito bianco, i fiori, i testimoni, la musica e le lacrime
delle mamme, ma la frase dello scambio del consenso, '' io
prendo te in sposo o in sposa '', sara' sostituita dalla piu'
" significativa " formula:
'' Accolgo te...''.
Annunciati a maggio, i cambiamenti, osservo' allora il card. Camillo
Ruini, presidente della Cei, riguardano ' il rito, ma la sostanza
del matrimonio rimane la stessa ''. Da un punto di vista formale
e' l' dattamento e la traduzione italiana della seconda edizione
latina del rito del matrimonio.
Ma spiego' la Cei, e' anche un adattamento alla situazione pastorale
italiana.
Tre sono infatti le '' tipologie '' identificate.
La prima riguarda il matrimonio tra persone che hanno gia' compiuto
un significativo cammino di fede nella comunita' parrocchiale.
C' e' poi chi, battezzato, desidera un matrimonio religioso, ''
pur non avendo maturato un chiaro orientamento cristiano ''. Infine
sono considerati i matrimoni con una delle due parti che non e'
battezzata. Per questo specifico caso, non ci sono state novita'
rispetto alla traduzione latina.
Per
i praticanti il rito presenta '' arricchimenti testuali e gestuali
''. In particolare, c' e' '' la memoria del Battesimo, la possibilita'
di collocare la benedizione sugli sposi dopo lo scambio degli
anelli, la presenza di una nuova formula di preghiera di benedizione,
diverse possibilita' di scelta di formule sia per la manifestazione
degli impegni, sia per lo scambio del consenso''. E' questo
il caso del cambiamento della formula '' io prendo te '' in
'' io accolgo te ''.
Per il secondo caso, di chi e' solo '' vicino '' alla religione,
c' e' la possibilita', per altro gia' prevista, di celebrare
il matrimonio nel corso della liturgia della parola, cioe' senza
la parte relativa all' eucaristia. Ha una articolazione con
una '' sequenza rituale piu' semplice e utilizza un linguaggio
piu' immediato. Non si sono voluti pero' tralasciare gesti e
testi significativi, quali la memoria del battesimo, lo scambio
della pace e la consegna della bibbia.
Ma
il nuovo rito del matrimonio vuole anche essere la risposta
della Chiesa alla crescita delle convivenze e alla diminuzione
dei matrimoni religiosi. Quindi non solo un cambiamento lessicale
ma anche una '' risposta alla crisi del matrimonio ''.
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