Ribaltina
Fondato da Giovanni GARIBALDI     
    ITALIA: CRONACA
    >CRONACA>POLITICA>ECONOMIA>CULTURA>REGIONI
<< RITORNARE
ITALIA & ITALIA
Edizione di fine settimana
IL CORRIERE IN EDICOLA

REPUBBLICA DOMINICANA
COMUNITA'
ITALIA
EUROPA
MONDO

IL PASTONE
ANALISI

OPINIONI

GLI SPECIALI DEL CORRIERE
EDITORIALE
RIFLESSIONE DI OGGI

CERCO LAVORO
L'OCCASIONE

E-MAIL
CHI SIAMO
MAIL-LIST

FOTO DEL GIORNO
PUBBLICITA'

<< RITORNARE


DA DOMANI CAMBIA IL MATRIMONIO IN CHIESA
Non solo un cambiamento lessicale ma anche una '' risposta alla crisi del matrimonio ''.
ROMA - 27.11.2004 - Da domani il matrimonio cattolico cambia: rimarranno il vestito bianco, i fiori, i testimoni, la musica e le lacrime delle mamme, ma la frase dello scambio del consenso, '' io prendo te in sposo o in sposa '', sara' sostituita dalla piu' " significativa " formula: '' Accolgo te...''.
Annunciati a maggio, i cambiamenti, osservo' allora il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, riguardano ' il rito, ma la sostanza del matrimonio rimane la stessa ''. Da un punto di vista formale e' l' dattamento e la traduzione italiana della seconda edizione latina del rito del matrimonio.
Ma spiego' la Cei, e' anche un adattamento alla situazione pastorale italiana.

Tre sono infatti le '' tipologie '' identificate.
La prima riguarda il matrimonio tra persone che hanno gia' compiuto un significativo cammino di fede nella comunita' parrocchiale. C' e' poi chi, battezzato, desidera un matrimonio religioso, '' pur non avendo maturato un chiaro orientamento cristiano ''. Infine sono considerati i matrimoni con una delle due parti che non e' battezzata. Per questo specifico caso, non ci sono state novita' rispetto alla traduzione latina.

Per i praticanti il rito presenta '' arricchimenti testuali e gestuali ''. In particolare, c' e' '' la memoria del Battesimo, la possibilita' di collocare la benedizione sugli sposi dopo lo scambio degli anelli, la presenza di una nuova formula di preghiera di benedizione, diverse possibilita' di scelta di formule sia per la manifestazione degli impegni, sia per lo scambio del consenso''. E' questo il caso del cambiamento della formula '' io prendo te '' in '' io accolgo te ''.
Per il secondo caso, di chi e' solo '' vicino '' alla religione, c' e' la possibilita', per altro gia' prevista, di celebrare il matrimonio nel corso della liturgia della parola, cioe' senza la parte relativa all' eucaristia. Ha una articolazione con una '' sequenza rituale piu' semplice e utilizza un linguaggio piu' immediato. Non si sono voluti pero' tralasciare gesti e testi significativi, quali la memoria del battesimo, lo scambio della pace e la consegna della bibbia.

Ma il nuovo rito del matrimonio vuole anche essere la risposta della Chiesa alla crescita delle convivenze e alla diminuzione dei matrimoni religiosi. Quindi non solo un cambiamento lessicale ma anche una '' risposta alla crisi del matrimonio ''.