Il
Totocalcio rischia di morire
Le cifre di una crisi drammatica
La
prima schedina ha visto la luce il 5 maggio del 1946.
Presto potrebbe arrivare l' ultima, sessant' anni dopo. Il Totocalcio
è in piena crisi (vedi Spy Calcio del 24 gennaio). Una
crisi che non accenna a fermarsi e potrebbe avere conseguenze
catastrofiche, tanto da portare alla chiusura di un "gioco"
che ha appassionato milioni di italiani.
La
mitica schedina ha fatto parte infatti del costume e anche della
storia d' Italia: con 30 lire si sognava di fare tredici (allora
il montepremi era di 463.846 lire). Il "padre" del
Totocalcio è stato il giornalista Massimo
Della Pergola: nel 1946 si vinceva con il 12, il 13 è
arrivato con il concorso numero 13 del 1950-'51. La meccanizzazione
elettronica solo nel 1983. "Ho fatto tredici", in
quanti hanno sperato di poterlo urlare? Generazioni su generazioni.
Un sito Internet ha spiegato: per realizzare un tredici bisogna
compilare 1.594.323 colonne. La raccolta più alta si
è avuta nel 1993 (1.725.000.000
euro, oltre tremila miliardi delle vecchie lire). Da
allora un calo continuo. Qualche dato: nel 1998 la raccolta
complessiva dei concorsi del calcio arrivava a un miliardo 689
mila euro (oltre 3.300 miliardi delle vecchie lire).
Da
allora, un miliardo di euro nel '99 poi 800 milioni nel 2000
sino ad arrivare ai 443 milioni dello scorso anno (di cui
il Totocalcio aveva il 54,2%). Fra 2003 e 2004 c'è
stato un calo del 10%. Me nell' ultimo trimestre, un crollo
verticale: meno 30 per cento rispetto al semestre dell' anno
precedente. Quando i giochi sportivi diventeranno improduttivi
li chiuderanno.
Anzi,
forse c' è la volontà del governo, del ministero
di eliminare la schedina: non rende più, meglio Lotto
e Superenalotto. Meglio le scommesse sportive. O le sale Bingo.
La soglia di sopravvivenza si sta riducendo sempre più,
"la fine del Totocalcio ormai è più vicina
di quanto si pensi" sostengono gli esperti.
Ultimamente
il Totocalcio, col 14 (addio al mitico 13) è diventato
una lotteria che però non gioca più nessuno.
Ora si può vincere pure col nove, il Totogol è
stato abbinato al Totocalcio, altro fallimento. E' stato tentato
di tutto. Cancellati Totobingol (ha fatto il massimo del 2,8%
di raccolta nel 2001) e Totosei (era arrivato al 4,4% nel
'99): non "tiravano" abbastanza. Spesi miliardi
(di lire) in inutile promozione, pure negli ultimi anni. E
anche se le ricevitorie sono passate da 18.000 a 25.000 (con
l' on line), è servito a poco o nulla.
Il
risultato complessivo ha portato a questo disastro. Franco
Carraro tempo fa ebbe a dire: "Fino a qualche
anno fa le nostre entrare dipendevano dal Totocalcio. Ora
non succede più, perché il Coni si è
seduto, si è messo in pantofole dal punto di vista
organizzativo, credendo che gli italiani fossero obbligati
a giocare le schedine". Anche Galliani si
è detto preoccupato. "In realtà gli
italiani giocano più di prima, ma è cambiato
il mix...", ha detto il n.1 della Lega Calcio, senza
spiegare cosa vorrebbe fare. Il Coni una volta aveva la gestione
dei concorsi, ora non più. Ora sono passati ai Monopoli
di Stato (dal luglio 2002) e il Coni, dopo un anno di gestione
in comune col Ministero delle Finanze, tira avanti grazie
al "minimo garantito" dalla recente Finanziaria,
450 milioni di euro all'anno. Cioè quanto producono
ormai i concorsi sportivi.
Sono
le varie Federazioni, quella del calcio in testa, che piangono
lacrime amare perché dal Totocalcio arrivano sempre meno
soldi. La stessa Figc ormai è in bolletta (un passivo
di 15 milioni di euro che ora il direttore generale, Francesco
Ghirelli, dovrà ripianare, tagliando dove sarà
possibile...). Carraro è sempre più preoccupato,
e l' ha detto pure a Petrucci nei giorni scorsi. Se la schedina
chiude, che farà la Federcalcio? Dove troverà
le sue risorse? Ma il mondo del calcio qualche responsabilità
ce l' ha: il calendario "spezzatino", con anticipi
e postici, non ha certo favorito la schedina. Si sono venduti
l'anima alle tv, ed ecco il risultato...