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LOTTA
ALL’AIDS: SPERANZE E POLEMICHE
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ROMA
- In tutto il mondo media, associazioni e governi stanno celebrando
la giornata mondiale della lotta all’ Aids. Una malattia
che dalla sua comparsa ha fatto almeno 100 milioni di morti, scavato
un solco profondo fra i privilegiati che hanno accesso alle cure
ed il Sud del mondo, aperto laceranti confronti ideologici e,
almeno per alcune grandi case farmaceutiche, è diventata
una ricca fonte di guadagno. L' HIV costituisce una minaccia globale
e trasversale a tutta la società, paragonabile a quella
del terrorismo nucleare. L'allarme viene dall' Onu, in un rapporto
stilato su richiesta di Kofi Annan. Nel documento si afferma fra
l’ altro che la parte più sviluppata del mondo, in
un' epoca di spostamenti di massa e di globalizzazione, continua
ad ignorare la minaccia posta dalle malattie infettive a proprio
rischio e pericolo. Anche se la maggior parte dei malati si
trovano in Africa sub sahariana e in Asia, i paesi ricchi
sono tenuti in ostaggio dall' incapacità dei paesi poveri
di ridurre il contagio. La speranza è riposta in un vaccino,
che però a detta di molti osservatori viene ostacolato
dei produttori degli antiretrovirali, e nell’ adozione di
comportamenti responsabili. Anche in questo campo però
non mancano gli scontri: è di oggi la polemica fra chiesa
cattolica e vari gruppi di militanti anti Aids sulla castità
e sull’ uso del condom.
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Rapporto
delle Nazioni unite nella giornata della lotta all' Hiv
"Rischi sottovalutati, possibili milioni di morti in pochi
mesi"
Aids, l'allarme dell'Onu:"Pericoloso
come il terrorismo"
NEW YORK
- L' Aids rappresenta per l' umanità una minaccia globale
paragonabile a quella del terrorismo nucleare. L' allarme arriva
dall' Onu che nella giornata mondiale contro l' Hiv ha diffuso il
contenuto di un rapporto sui rischi legati alla diffondersi della
malattia commissionato dal segretario generale Kofi Annan.
Il
rapporto. Il
propagarsi delle infezioni virali legate all' Aids è in
grado di fare decine di milioni di morti in pochi mesi. E' questo
uno dei punti più allarmanti sottolineati dal documento
redatto dall' Onu. Davanti a questo pericolo, denuncia il rapporto,
i paesi ricchi, in un' epoca di spostamenti di massa e di globalizzazione,
continuano a ignorare la minaccia rappresentata dall' Aids e dalle
altre malattie infettive. Il fatto che la malattia al giorno d'
oggi colpisce soprattutto i popoli dell' Africa subsahariana non
mette l' Occidente al riparo. "Dato che i tempi dei trasferimenti
internazionali sono inferiori al periodo di incubazione di molte
malattie infettive - si legge nel rapporto delle Nazioni Unite
- ciascuno dei 700 milioni di passeggeri che ogni anno transitano
per gli scali internazionali può essere a sua insaputa
un portatore di malattie su scala globale".
Oggi,
mette ancora in guardia il documento, un virus analogo all' epidemia
di influenza del 1919, "sarebbe in grado di uccidere decine
di milioni di persone in una frazione del tempo occorso allora".
Sulla scorta di questo timore il rapporto esorta il consiglio
di sicurezza dell' Onu a indire una sessione straordinaria sull'
Aids, che costituisce "una minaccia alla pace e alla sicurezza
internazionale" al pari della proliferazione nucleare,
del terrorismo e dei conflitti fra stati. I finanziamenti per
combattere la malattia, rileva ancora il documento, sono passati
dai 250 milioni di dollari del 1996 ai due miliardi 800 milioni
del 2002, ma si è trattato di uno sforzo ancora largamente
insufficiente e la diffusione dell' Aids resta "galoppante".
Allarme
in Cina.
La conferma che la situazione sia grave è arrivata dalla
Cina, il paese più popoloso del Pianeta. Il primo ministro
Wen Jiabao ha lanciato un appello a compiere "costanti sforzi"
nella lotta all' Aids, riconoscendo che la situazione della Cina
a proposito dell' epidemia del virus è "critica".
Wen ha chiesto quindi a tutti i settori del governo di "dare
la priorità" alla lotta all' Hiv "utilizzando
qualunque risorsa e mettendo in atto coscienziosamente tutte le
misure di controllo e prevenzione". Le cifre ufficiali fornite
da Pechino nel 2003 parlano di 840 mila sieropositivi, ma secondo
molti esperti la realtà potrebbe essere molto più
grave.
Immigrati
a rischio. La diffusione dell' Aids tra la popolazione
immigrata in Italia è in costante aumento. Il dato è
stato fornito durante i lavori di un convegno sulla malattia in
corso a Genova. Dal 3% dei casi nel periodo 1983-93 si è
passati al 14,8% nel 2003. "Il dato - spiega Issa El Hamad,
dirigente del Dipartimento malattie infettive dell' ospedale di
Brescia - può riflettere semplicemente difficoltà
di accesso alla terapia. Dopo l' introduzione di nuovi metodi
di cura l' evoluzione della malattia in Aids è più
difficile. Chi accede alla terapia oggi è colpito più
tardivamente dall' Aids. Fino al '98 la normativa non permetteva
agli immigrati di accedere alle strutture sanitarie, si è
avuto quindi un effetto serbatoio".
Il
vaccino della speranza "Siamo molto soddisfatti ed è
andato tutto molto bene. Abbiamo chiuso gli arruolamenti per la
fase I di sperimentazione del vaccino e il numero di volontari
è sufficiente per l' analisi futura di questi dati".
Barbara Ensoli, direttrice del laboratorio di virologia dell'
Istituto Superiore di Sanità, parlando ad un convegno a
Roma, ha lasciato trapelare il suo ottimismo per il procedere
della sperimentazione del vaccino 'italiano' anti-Aids basato
sulla proteina Tat. Ma per essere certi che la ricerca sia in
grado di compiere ulteriori passi avanti sarà necessario
ancora del tempo. "Dobbiamo ancora attendere l' apertura
dei codici e dei protocolli degli ultimi arruolati - ha ricordato
la Ensoli - ci vorranno quindi ancora vari mesi prima dell'analisi
finale e della preparazione dei protocolli per l' avvio della
fase II di sperimentazione".
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La
Repubblica Dominicana tra i paesi dei Caraibi e' piu' colpiti per
il SIDA.
Santo
Domingo, 30 nov (PL) - Repubblica Dominicana ha oggi il 30% delle
persone affettate dal SIDA del totale registrato nei Caraibi,
con maggiore percentuale nelle donne, secondo delle fonti ufficiali.
Si stima che nell{ area c{e' mezzo milione di persone affettate,
dfi queste il 50% in Haití e il 30% nel Cibao.
Lo
slogan che aprira' la celebrazione "Mujeres, muchachas, VIH
y SIDA" pone il dito nella piaga, poiche' le donne hanno
doppia probabilita' di contrarre il male degli uomini.
Secondo
il dottor Alberto Fiallo Billini, direttore del Consejo Presidencial
del SIDA del paese, nel 2003 si accertarono che in America Latina
esistevano un milione e 400 mila casi e poco meno di un milione
di morti.
Nel
paese, affermo', che ci sono studi che dicono che circa 40 mila
dominicani possono essere contagiati dal virus.
Le
autorita' stanno concentrando speciale attenzione nei minori d'
eta', i quali sono piu' affettati per avere un sistema inmunologico
inmaturo, secondo la pediatra dominicana Aracelis Fernández.
Il
SIDA accentua i gia' critici livelli di poverta' nel quale sta'
il 57% dei dominicani.
Tra i
principali fattori che peggiorano questa situazione c'e' la mancanza
di potere sul propio corpo, la bassa autostima rafforzata per le
disuguaglianze dei generi e la cutura maschilista, la infedelte
mascolina, la poverta' e la mancanza di protezione pubblica e sociale. |
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