Santo Domingo Investimenti
Fondato da Giovanni GARIBALDI     
    ITALIA: CULTURA - SPETTACOLO
    >ARTE E SCIENZA>MEDICINA E SALUTE>CUCINA E DRINKS>SPETTACOLO>TURISMO>CURIOSITA'
<< RITORNARE
ITALIA & ITALIA
Edizione di fine settimana
IL CORRIERE IN EDICOLA

REPUBBLICA DOMINICANA
COMUNITA'
ITALIA
EUROPA
MONDO

IL PASTONE
ANALISI

OPINIONI

GLI SPECIALI DEL CORRIERE
EDITORIALE
RIFLESSIONE DI OGGI

CERCO LAVORO
L'OCCASIONE
E-MAIL
CHI SIAMO
MAIL-LIST

FOTO DEL GIORNO
PUBBLICITA'

<< RITORNARE

ADDIO NINO MANFREDI,
GRANDE DELLA COMMEDIA ITALIANA
ROMA - 4 Giugno 2004 - Nino Manfredi e' morto. Da due settimane le sue condizioni erano visibilmente peggiorate. Era sempre meno cosciente ed era stata potenziata la terapia del dolore. L' attore era ricoverato da piu' di dieci mesi in terapia intensiva in un ospedale romano.

Non fiori ma donazioni all' Associazione Risveglio: cosi', secondo le volonta' della famiglia, la gente potra' ricordare Nino Manfredi. L' ultimo moschettiere del cinema italiano, insieme a Sordi, Gasmann, e Ugo Tognazzi, e' morto lo stesso giorno di Massimo Troisi, scomparso dieci anni fa.

Da questa mattina sono state molte le persone accorse all' Ospedale Santo Spirito a Roma per dare l' addio al popolare attore: dal sindaco della capitale Walter Veltroni al governatore del Lazio Francesco Storace. Domani la Camera ardente in Campidoglio con la commemorazione alle 18 di Ettore Scola e Lino Banfi, mentre lunedi' si svolgeranno i funerali nella Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo.

Moltissime sono state le voci che si sono levate da tutto il mondo politico, senza distinzioni, e da quello dello spettacolo per ricordare l' attore.

LE ISTITUZIONI: il presidente Ciampi, insieme alla signora Franca, in un telegramma inviato alla moglie di Nino Erminia ha sottolineato che Manfredi ha reso con ironia, e ''sapienza popolare'', l'evoluzione della societa' italiana. ''Il patrimonio dell'umanita' e della profonda semplicita' della sua arte, che lascia alla storia del cinema italiano - ha scritto Ciampi - continuera' ad essere un punto di riferimento per le nuove generazione di attori e di autori''. Anche Silvio Berlusconi ha ricordato ''le sue interpretazioni, sempre pervase di ironia e umanita'''. Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ha detto che ''con lui se ne va una parte della nostra Italia... Scompare uno dei grandi interpreti del carattere italiano''. E il presidente del senato Marcello Pera non esita a definirlo ''un genio, un talento raro. Ci manchera'''. Fassino ricorda che Manfredi ''faceva sorridere e riflettere con una comicita' spontanea''; Rutelli lo definisce ''indimenticabile attore e cittadino'' aggiungendo: ''e' stato un punto di riferimento di grande valore umano in tanti anni della mia vita''. Per Veltroni, l' attore ''e' stato forse l'ultimo dei gradi interpreti di una stagione irripetibile del nostro cinema'' e per Storace la notizia della morte ''lascia attoniti''. Maurizio Gasparri rileva che con Nino Manfredi scompare ''l'ultimo esponente di una generazione di artisti che ha reso celebre il cinema italiano''. Cossutta: ''se ne va un grande, uno dei piu' importanti interpreti del cinema italiano''. Mastella: la su vita ''ha nobilitato il mondo dello spettacolo con grande dignita' e discrezione''. Per Luca Volonte', ''nel cielo di Roma si spegne un'altra stella'', mentre per Di Pietro e' ''una grande perdita per la cultura italiana e per tutto il paese''. Il sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino non nasconde la sua tristezza, mentre per il verde Bonelli ''e' scomparso un un grande attore ma anche un grande uomo''. E se Bassolino l'accomuna a massimo Troisi come lui ''volto e anima popolare'', il ministro dei beni culturali Giuliano Urbani definisce Manfredi ''insostituibile e irripetibile''.

IL MONDO DELLO SPETTACOLO: Dino Risi, grande vecchio del cinema italiano, ricorda che chiamava Manfredi ''l'orologiaio'' perche' ''era davvero pignolissimo nel suo lavoro, un cesellatore''. Lina Wertmuller, che lo diresse in 'Questa volta parliamo di uomini' nel 1965, osserva che ''se va un testimone della passata grandezza e il piacere di una presenza che ci ha riempito di belle cose''. Lino Banfi, che ha lavorato insieme a Manfredi nelle sue ultime apparizioni in tv, rivela: ''eravamo diventati fratelli''. Pippo Baudo ricorda con tristezza che ''se ne va un altro grande, ma gli attori delle nuove generazioni non saranno mai grandi come lui..''. Leo Gullotta preferisce mettere in evidenza la ''semina umana e artistica'' di Nino Manfredi e quanto gli manchi gia' da ora. Tra i primi ad arrivare in ospedale con Gullotta, Gigi Magni, per il quale Manfredi ha interpretato quattro film incentrati su Roma, piange il ''fratello, un amico a lungo frequentato al di fuori dal lavoro''. E anche Arbore che indica come eredita' proprio i suoi film con Magni, oppure Morricone che definisce la morte di Manfredi ''una perdita per il cinema italiano''. E ancora il regista teatrale Scaparro che ricorda la ''sua civile e sorridente umanita''. La Lollo, che era la fatina nel Pinocchio tv di Manfredi, dice: ''Nino non morira' mai''. E Stefania Sandrelli confessa: tra tutti quelli che la corteggiavano sul set di 'Io la conoscevo bene', il preferito era Manfredi ''bello, sempre elegante, gentile''.

LE RIEVOCAZIONI: Nonostante la visita di Bush di Roma e le manifestazioni, la morte di Manfredi e' stata una notizia d' apertura dei tg e delle radio di oggi. Ma anche all' estero ha avuto grande risalto: in Francia la radio France Info ha interrotto il notiziario per annunciare la scomparsa dell'attore.


Biografia di Nino Manfredi

Nato il 22 marzo 1921 a Castro dei Volsci (Frosinone), Nino Manfredi si laurea in giurisprudenza a Roma e successivamente s' iscrive all' Accademia d' Arte Drammatica.
Esordisce in teatro al Piccolo di Roma, lavora con Eduardo De Filippo, recita pure con Orazio Costa, ch' egli considererà sempre il suo maestro: nel 1956 compare in TV nello sceneggiato " L' alfiere " di Anton Giulio Majano, nel 1958 è con Delia Scala fra gli interpeti di " Un trapezio per Lisistrata", l' anno successivo, 1959 ottiene un clamoroso successo in "Canzonissima" (condotta assieme a Delia Scala ed a Paolo Panelli), con la celebre macchietta del barista di Ceccano.
Dopo inizi non esaltanti, s' impone pure al cinema, almeno da "L' impiegato" (1959) di Puccini in avanti: mentre trionfa in teatro, nel ' 63, con una straordinaria edizione del "Rugantino", inanella infatti numerosi successi in celluloide, da "La ballata del boia" (1963) di L. G. Berlanga a "Questa volta parliamo di uomini" (1964) di Lina Wertmuller, da "Made in Italy" (1965) di Nanni Loy a " Operazione San Gennaro" (1966) di Dino Risi, da "Il padre di famiglia" (1967) di Nanni Loy a "Straziami ma di baci saziami" (1968) di Dino Risi, da "Vedo nudo" (1969) di Dino Risi a "Nell'anno del Signore" (1969) di Luigi Magni.
Nel frattempo, ha debuttato dietro la macchina da presa con "L'avventura di un soldato", episodio de "L'amore difficile" (1962), tratto dall' omonima novella di Italo Calvino, cui seguiranno "Per grazia ricevuta" (1971) e "Nudo di donna" (1981): come attore, avrà ancora modo di distinguersi in "Girolimoni" (1972) di Damiano Damiani, nel televisivo "Le avventure di Pinocchio" (1972) di Luigi Comencini, in "Brutti, sporchi e cattivi" (1976) di Ettore Scola, ne "La mazzetta" (1978) di Sergio Corbucci, "Il giocattolo" (1979) di Giuliano Montaldo, " Spaghetti house" (1982) di Giulio Paradisi.
E' tornato, in anni più recenti, al teatro, come autore-regista- interprete in "Viva gli sposi!" (1984) e "Gente di facili costumi" (1988): pel piccolo schermo, è stato infine protagonista del serial Tv "Un commissario a Roma" (1993) e del fortunato "Linda e il brigadiere" (1997), oggi giunto alla terza serie. Scompare a Roma il 4 giugno 2004.


>HOME >INIZIO SEZIONE