ROMA
- Dopo
aver rifiutato l' Ambrogino d' oro a Milano con ritardo di 40
minuti alla prima del film 'Stage Beauty', De Niro ha dato
forfait anche a Roma all' incontro con la Provincia per il suo
festival, il Tribeca. Il sindaco Albertini non esita a definirlo
''un gran maleducato'' .
Arrivato
a Roma di notte con il suo aereo privato insieme alla moglie Grace
Hightower, riparte dopo solo un' ora e mezzo mancando sia l' incontro
con Gasbarra sia l' esclusivo pranzo di gala che si sarebbe tenuto
in suo onore a palazzo Sacchetti (aperto per l' occasione) con
un previsto parterre di autorita' e un catering mobilitato da
tempo.
Non e' tutto: l' attore, di origini molisane, rinuncia anche all'
ipotesi di ottenere la cittadinanza italiana che secondo molti
avrebbe potuto essergli consegnata durante questo viaggio
Che De Niro abbia davvero temuto che una cittadinanza onoraria
italiana tanto contestata potesse danneggiare l' appoggio della
comunita' italo-americana alla corsa di Kerry alla presidenza
e' ormai una cosa certa. D' altra parte, tra le poche cose dette
chiaramente ieri c'e' la sua posizione sulla sfida elettorale
in Usa: 'Io appoggio Kerry'.
A fare
da controcanto alla spiacevole situazione c' e' Giancarlo Giannini
che ha tenuto una conferenza agli studenti della Catholic University
sulla situazione del cinema italiano.
Giannini respinge le lamentele di chi sostiene che il cinema americano
'boicotta' l' Italia. ''Il cinema americano e' interessato a fare
soldi: se una pellicola e' di qualita' ha tutto l' interesse a non
ignorarla - ha detto -. Si tratta di fornire prodotti di qualita'.
Quando abbiamo fatto 'Pasqualino Settebellezze' siamo giunti in
America, con Lina Wertmuller, con le pizze del film sottobraccio:
l' abbiamo fatto vedere ai distributori americani ed e' stato un
successo''. |