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CULTURA - TURISMO


Milano paradiso 2 settimane all' anno ?

Sbirciando di qua e di lá nella rete, come spesso mi capita di fare, mi sono fermato a leggere questo forum riguardo casi metropolitani, in questo caso nella cittá di Milano. In particolare mi hanno colpito dei pensieri e delle affermazione di alcuni partecipanti al forum, e qui di seguito riporto ció che hanno scritto. Da parte mia, posso dire che Milano offre tantissime opportunitá, ed é una bellissima cittá. Poco traffico, sole e cielo azzurro, aria fresca... Peccato che sia per due settimane all' anno, come dice il nostro amico.... Alla prossima!
Ricky Filosa

Ritorno a Milano

Io invece mi sono reso conto che ogni estate mi peggiora la nevrosi da rientro... degli altri!

Da anni ormai facciamo l'agosto in città, fra un concerto a Villa Litta e niente, e Milano è ritornata talmente bella e rifiorita in questi giorni, come una signora invecchiata senza rughe, che quando penso "fra due settimane ritornano..." mi prende, più che ansia, rabbia. Mi rendo conto dell'irrazionalità, della stupidità della mia reazione. Ma a parte la birreria con le sardine stipate in stile comizio (questa volta la definizione data dal Liberale è azzeccatissima), vedo altri locali con il numero giusto di clienti seduti ai tavolini a chiacchierare tranquillamente, senza urla, senza sgommate, senza risate sguaiate e gridolini di ragazze sovreccitate.

Sembra perfino una città civile, e le strade così libere non fanno sentire nemmeno troppo la mancanza di piste ciclabili.

Ma fra due settimane finisce tutto

E' irrazionale, banale, puerile pensarlo, ma proprio non va giù. Ogni anno sempre meno.

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Ritorno a Milano

Ciao a tutti, sono ritornato ieri da una breve vacanzina nella riviera ligure. Stamattina sono dovuto andare in centro per delle commissioni, l'atmosfera era abbastanza tranquilla, sembrava che la gente avesse un passo più lento, infatti a volte mi rendevo conto che io andavo troppo veloce rispetto agli altri, notavo che le persone camminavano quasi a testa alta a guardarsi intorno dando una sbirciatina alle splendide architetture dei palazzi.
Finito quello che dovevo fare, non mi andava di aver consumato un viaggio di quasi un ora solo per una velocissima commissione, allora decisi di farmi una passggiata tra le vie del centro. Mi incamminai per via Dante, la vista della Torre del Filarete era fantastica con un bel cielo azzurro sullo sfondo, l'aria era abbastanza fresca, c'era un lieve e dolce venticello, si sentivano dei profumi che ti facevano sembrare di stare ancora in spiaggia, c'era un violinista che suonava una dolce melodia che rendeva l'atmosfera magica, le persone parlavano ridevano, molta gente ai tavolini dei bar e ristoranti, c'è da dire anche molti turisti.... Dopo una pausa nel cortile del Castello, intorno a mezzogiorno mi incamminai verso Brera, iniziai a percorrerla in alcuni dei suoi bellissimi vicoli e stradine ricche di palazzi storici di vari colori, fino a percorrere l'omonima via piena di gente che passeggiava o stava seduta ai tavolini, mentre si sentivano diversi profumi che ti facevano sembrare di essere ancora al mare all'ora di pranzo...
Tutto sommato non è stato così deprimente e angosciante il rientro in città, anzi... potesse essere sempre così...
Vorrei solo dire che quando vuole, Milano è anche poesia.

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Milano ricomincia a respirare quando ci sono sette o ottocentomila automobili (e relativi automobilisti single) in meno.

Ieri sera sono passato (in bici) davanti a una birreria. Davanti c'era una inverosimile folla di sardine pigiate, stipate, accalcate, vocianti e sudate.

Sarò anche snob, ma come si fa a "divertirsi" in quel modo? La calca era indescrivibile, sembrava la metropolitana alle otto del mattino in novembre, restavano immobilizzati, tutti stretti davanti alle due vetrine e all'unica porta del locale, non tentavano nemmeno di allontanarsi un po' per essere più comodi, più liberi nei movimenti, erano gomito a gomito e si spintonavano per entrare a comprare altra birra.

Non era una birreria, era un inferno.

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Una vecchia canzone di Guccini, che mi ricorda Milano , e anche la sua provincia. Milano dopo che i manager con il loro master in tasca preso a Londra, escono dalle loro tane tecnologiche ed importanti, dopo l 'ora dell ' aperitivo, dopo che anche gli ultimi locali spengono le luci.


- "Per quando è tardi" (del 1966, forse):

"Quando è tardi e per le strade scivolano sguardi
di gente che ha sol fretta di tornare e i cinema si chiudono ed i caffè si vuotano,
per le strade, assieme al freddo e ai tristi canti opachi,
sono rimasti gli ultimi ubriachi,
un ciondolare stanco verso il nuovo bianco giorno che verrà...

Si discute delle rivoluzioni mai vissute
e degli amori fatti di bevute e di carriere morte nel bicchiere
nelle sere a gambe aperte con il mondo in mano
cantando mentre sputano lontano
come se fosse in faccia all'universo...

E li vedi, girare lenti strascicando i piedi,
parlare forte a tutti od a nessuno
o piangere aggrappati ai muri, stanchi e addormentati.
L'ora vola e il vino amico o ammazza o li consola
e il vino li fa vivere o morire
e la tristezza solita o li uccide o se ne va...

E li vedi, girare lenti strascicando i piedi,
persone strane, sogni a cui non credi,
stagliarsi contro il cielo che si imbianca; nella stanca
mattina che si riempie già di vita,
piangendo un'altra notte che è finita,
attendere, non sai dove, quando il buio tornerà,
attendere, non sai dove, quando il buio tornerà,
attendere, non sai dove, quando il buio tornerà..."

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