Fondato da Giovanni GARIBALDI     
<< RITORNARE
Articoli
Documenti
Rassegna stampa
Links
Contatto
Italia & Italia
L' Occasione
Mapa del Sito

 
ARTICOLI
ITALIA POLITICA


"Un nuovo partito contro una sinistra antiquata”

Il messaggio di Silvio Berlusconi:

“Non possiamo permetterci che nel 2006 vada al governo una sinistra che non capisce, anzi osteggia, le ragioni del "nuovo corso". Ecco perché dobbiamo vincere. Ecco perché dobbiamo estendere il nostro consenso”.

Il messaggio inviato da Silvio Berlusconi alla Assemblea Nazionale dei Club Liberal svoltasi il 25/6/2005.

"Care Amiche e cari Amici dei Club Liberal,

voglio cogliere l'occasione della Vostra seconda Assemblea Nazionale per ringraziare Ferdinando Adornato e tutti Voi per l' impegno di cuore e di intelligenza che dedicate alla diffusione dei nostri ideali e dei nostri valori e per il contributo che state dando alla costruzione del progetto che abbiamo lanciato negli ultimi mesi: la formazione di un nuovo grande partito italiano dei moderati e dei riformisti.

Esso, per nascere, ha certo bisogno della comune decisione degli organismi dirigenti dei partiti: ma ha anche bisogno del decisivo apporto di movimenti, di associazioni, di club, di personalità della società civile che si riconoscono nei valori della Libertà e della Solidarietà, le due irrinunciabili bussole della nostra azione politica.

Noi vogliamo unire, nella grande famiglia del Partito Popolare Europeo, le forze attive della nazione e le migliori tradizioni della nostra vita pubblica: l'ispirazione cristiana e quella liberale, l'umanesimo laico, repubblicano e socialista, la destra moderna ed europea. Come Voi sapete, io considero questo progetto un passo storico per consolidare in modo definitivo la democrazia dell'alternanza e dare continuità e solidità alla nuova stagione politica da noi aperta negli ultimi dieci anni.

Spero vivamente che questo storico traguardo possa essere da noi raggiunto già per le elezioni politiche del 2006. A questo fine il Comitato di Todi ha avanzato la proposta di immaginare la presentazione, anche nel canale proporzionale, di una lista comune dei partiti coinvolti nel progetto, accompagnata però dai loro storici simboli per non rischiare di perdere anche un solo voto. E' una proposta che stiamo prendendo in seria considerazione.

Una cosa comunque vorrei dire con chiarezza: in ogni caso, il processo costituente della nuova casa comune va cominciato subito. A fine luglio si può dar vita a un comitato costituente che segni l' inizio del nostro percorso comune. Decideremo poi insieme, all' interno di questo comitato, i tempi e le forme del progetto; l'avvio di tappe intermedie come l' unificazione dei gruppi parlamentari e, infine, se il suo orizzonte conclusivo debba situarsi prima o dopo le elezioni politiche. In sostanza il comitato costituente deve essere il luogo per decidere insieme il percorso, non già, certamente, la sede costitutiva del nuovo partito. Deve essere il passaggio da quella "coalition of willings", coalizione di volontari che, raggiungendo risultati determinanti, è il Comitato di Todi, a una sede collegiale ufficiale, nella quale i partiti non perdono la loro sovranità ma cominciano a discutere insieme come poterla mettere in comune.

Vorrei inoltre rilevare come siano anche gli inediti e preoccupanti problemi che oggi ha di fronte l' Europa a spingerci in questa direzione. Il nostro continente, infatti, perderà la sua scommessa con la competizione mondiale se non prevarranno culture di governo ispirate all'innovazione che sappiano isolare, come ha detto Tony Blair, le spinte della destra populista e della sinistra conservatrice. Concordo dunque con Tony Blair. Dico di più: oggi, in attesa delle elezioni tedesche, il governo inglese e quello italiano sono la punta di diamante di quel "nuovo corso europeo" che, spostando l'ordine delle priorità economiche, solo può garantire un futuro positivo all'Europa.

Ecco perché non possiamo permettere che nel 2006 vada al governo una sinistra antiquata che non capisce, anzi osteggia, le ragioni di questo "nuovo corso". Ecco perché dobbiamo vincere. Ecco perché dobbiamo estendere il nostro consenso. Ecco perché dobbiamo dar vita alla nuova casa comune dei moderati e dei riformisti .

Silvio Berlusconi

<< RITORNARE