Sydney,
preso boss degli "italiani"
Italo-australiano capo narcotrafficanti
10.03.05
Claudio Tolomeo, 75enne cittadino australiano ma nato in
Italia, è stato arrestato dalla polizia di Sydney con
l' accusa di essere il capo della "banda degli italiani",
considerata una delle maggiori produttrici e fornitrici della
marijuana nello stato del Nuovo Galles del Sud. Tolomeo avrebbe
fornito il capitale per acquistare diverse proprietà
rurali, usate poi per coltivare cannabis per milioni
di dollari.
L'
uomo è stato portato davanti ai giudici del tribunale
di Fairfield, nella periferia occidentale di Sydney, accusato
di guidare un' organizzazione implicata nella coltivazione
e vendita di cannabis. David Laidlaw, detective della
polizia australiana, ha specificato che l' arresto di Tolomeo
rientra in una massiccia operazione antidroga con la quale
si sta cercando da tempo di sgominare le bande italiane
di crimine organizzato. Già altre 68 persone
sono state arrestate.
E'
da molto tempo che gli inquirenti sono sulle tracce del boss.
Lo scorso aprile 500kg di marijuana disseccata erano stati
scoperti in una proprietà situata nei pressi di Lithgow,
ad ovest di Sydney. Pare che si trattasse proprio di uno dei
casolari acquistati con il denaro fornito da Tolomeo. Il valore
complessivo della marijuana era di circa 8.5 milioni di dollari
australiani (pari a 5.1milioni di euro). Il detective Laidlaw
ha spiegato che negli ultimi due anni e mezzo le perquisizioni
effettuate in proprietà rurali dell' entroterra di
Sydney hanno portato al sequestro di cannabis per un valore
complessivo di 200 milioni di dollari (120 milioni di euro
circa).
Secondo
quanto riferiscono gli inquirenti, le riunioni della banda
avevano luogo nel famoso Club Marconi, nella periferia
a ovest di Sydney. E' qui che Tolomeo incontrava gli altri
membri dell' organizzazione per prendere decisioni in merito
alla commercializzazione della marijuana.
Tony
Spence, il magistrato che si occupa della vicenda, ha
specificato che le accuse a carico di Claudio Tolomeo sono
"molto serie" ed ha negato al boss la libertà
su cauzione, giustificando la decisione con la necessità
di proteggere i testimoni. L' accusato è stato rinviato
a giudizio in stato di detenzione in attesa della prossima
udienza, che si terrà il 17 marzo.
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