ITALIANA
SEGUESTRATA AD HAITI, LIBERAZIONE LAMPO
Intervento anche dell' Ambasciatore
Giorgio Sfara di Santo Domingo, competente per territorio.
Santo Domingo,
17.06.05 - Gigliola Martino, la commerciante italiana
di 65 anni, rapita ieri mattina ad Haiti e liberata la scorsa
notte, ''e' tornata a casa e sta bene''. Determinante per
la liberazione della donna e' stata l' altissima considerazione
che un suo cognato, medico, ha nella popolazione haitiana.
Questi ha assistito per molti anni la gente locale, dispensando
anche un gran numero di medicinali.
Un sequestro lampo nel centro di Port-au-Prince, la capitale
di Haiti, durato meno di 24 ore, a scopo di estorsione, senza
nessuna matrice politica.
La
vicenda e' stata seguita da vicino dall' Unita' di crisi dalla
Farnesina, in contatto con il console onorario, Giovani
De Matteis, con l' ambasciatore a Santo Domingo, Giorgio
Sfara, e con l' ambasciata francese a Port-au-Prince che
ha collaborato agli sforzi per assicurare il rilascio della
donna. Gigliola Martino risiede da 30 anni nel paese centroamericano,
dove ha avviato un' attivita' di commercio in forniture elettriche
insieme al marito e ai due figli. Probabilmente e' stata vittima
delle bande haitiane che sempre piu' spesso ricorrono ai sequestri
a scopo di estorsione.
Il
giorno prima, giovedi', la stessa sorte era toccata ad altri
due stranieri impiegati in una societa' di telecomunicazioni
ad Haiti. Mercoledi' notte era stata liberata una donna canadese
di 65 anni, vittima di un altro sequestro nel Paese caraibico.
L'
ondata di rapimenti rientra nell' aumento delle violenze e
delle tensioni degli ultimi mesi a Haiti, con l' approssimarsi
della scadenza del mandato dei 6.700 caschi blu dell' Onu,
il 24 giugno.
Una
situazione drammatica quella che sta vivendo il 'paradiso'
caraibico, dal momento della destituzione dell'ex presidente
Jean Bertrand Aristide, avvenuta nel febbraio 2004. Un traghettamento
travagliato verso le elezioni fissate per il novembre di quest'anno,
che finora ha contato centinaia di morti in una feroce guerra
tra le fazioni ancora legate all'ex presidente, bande di criminali
comuni e difensori della legalita'. E che ha visto l'intervento
della Minustah, la forza multinazionale dei caschi blu dell'Onu
nell'isola .
Il
Consiglio di sicurezza dovra' decidere nei prossimi giorni
se prorogare la missione ed eventualmente irrobustirla con
altri mille uomini come raccomandato dal segretario generale
Kofi Annan in vista delle elezioni politiche di ottobre e
le presidenziali tra novembre e dicembre.
In
media nel Paese si verificano cinque sequestri di persona
al giorno e dei 250 degli ultimi mesi, 10 hanno preso di mira
stranieri. I caschi blu non sono addestrati a fronteggiare
i rapimenti e devono fare affidamento sulla collaborazione
dei cittadini.
A causa dell' escalation di violenza nel Paese, all' inizio
della settimana, i "Peace corps" statunitensi
erano rientrati in patria. I 16 volontari avevano lasciato
Haiti a tre settimane dall' allarme del dipartimento di Stato
Usa. Un portavoce dei "Peace corps" ha comunque
tenuto a precisare che il ritiro dei volontari non ha nulla
a che fare con l' allarme lanciato da Washington.