Fondato da Giovanni GARIBALDI     
<< RITORNARE
Articoli
Documenti
Rassegna stampa
Links
Contatto
Italia & Italia
L' Occasione
Mapa del Sito

 
ARTICOLI
MONDO NOTIZIE


IRAQ: CINQUE AUTOBOMBE ESPLODONO IN SIMULTANEA A BAGHDAD

BAGHDAD - Una raffica di autobombe, cinque a Baghdad ed una a Mossul, ha fatto da tragico contrappunto all'apertura a Bruxelles della conferenza internazionale sull' Iraq, organizzata congiuntamente dagli Stati Uniti e dall' Unione Europea.

Tre auto imbottite di esplosivo sono saltate in aria in simultanea nel quartiere sciita di Choula, nella zona nord-occidentale di Baghdad, una e' esplosa sulla centralissima via di Qaddisiya al passaggio di un convoglio americano e un'altra nel quartiere meridionale di Maissalun. Un sesto ordigno era scoppiato nel pomeriggio a Mossul, nell'Iraq settentrionale.

Un primo bilancio delle vittime, fornito dal ministero dell'interno ma basato sui dati di un solo ospedale, e' di 18 morti e una cinquantina di feriti, ma appare verosimilmente destinato ad aumentare. Almeno tre, tutti civili, sono i morti a Mossul.

Epicentro degli attacchi e' stato il quartiere di Choula, abitato in prevalenza da sciiti: tre autobombe erano state parcheggiate in un raggio di circa 500 metri e sono esplose simultaneamente alle 20 e 30 (le 16:30 gmt). Uno dei micidiali ordigni era stato piazzato di fronte ad una sede del movimento del religioso radicale sciita Moqtada Sadr, un secondo in un parcheggio e il terzo in una strada commerciale.

Non c'e' stata nessuna immediata rivendicazione, ma stamane il gruppo del terrorista giordano Abu Mussab al-Zarqawi si era fatto vivo su internet affermando che ''la vittoria arrivera' presto'' e annunciando che decine di iracheni sono pronti ad immolarsi in missioni suicide contro le forze di occupazione.

Replicando indirettamente al ministro degli esteri iracheno Hoshyar Zebari, che ieri aveva affermato che i volontari per gli attentati suicidi sono tutti stranieri, il gruppo di al Qaida operante in Iraq ha riferito della avvenuta costituzione di una ''unita' di martiri'', battezzata 'Al-Ansaar' e dipendente dalla brigata al Baraa Ibn Malek, composta interamente da volontari iracheni. La nascita della brigata Malek era gia' stata annunciata il 1 giugno con un messaggio sonoro, che indicava come capo l'emiro Abu Dujana al-Ansari. La novita' e' rappresentata dal fatto che a comporla sarebbero unicamente aspiranti martiri iracheni.

Poche ore prima dell'apparizione del comunicato del gruppo di Zarqawi, il generale statunitense John Vines, che comanda le forze multinazionali in Iraq, aveva affermato che a compiere gli attacchi contro le truppe americane sono individui prezzolati. ''C'e' gente - ha detto il generale Vines in una video-conferenza da Baghdad al Pentagono - che vuole vedere il caos in Iraq e che paga tra i 100 e i 150 dollari a quanti collocano ordigni esplosivi lungo le strade dei convogli americani e li fanno saltare''.

Fra attentati suicidi e azioni di guerriglia, le forze americane in Iraq continuano a pagare un alto tributo di sangue: l'ultima vittima - di cui si e' avuto notizia oggi - e' un soldato ucciso ieri da colpi d'arma da fuoco durante combattimenti avvenuti presso Ramadi, 100 km a ovest di Baghdad.

E nella capitale irachena continuano anche gli omicidi politici: oggi sono stati uccisi un professore universitario e un influente avvocato, entrambi impegnati politicamente in movimenti sunniti. Abdel Sattar al-Khazraji, professore della facolta' di ingegneria ed esponente del Partito Islamico, il principale movimento politico sunnita iracheno, e' stato assassinato mentre usciva da casa. Jassem Mohmmad Michaal al-Issaui, 51 anni, e suo figlio Mohammad, di 15, sono stati invece falciati a raffiche di fucili mitragliatori mentre percorrevano in automobile una strada del quartiere di Choala, nel nord della capitale irachena. Al-Issaui apparteneva al potente clan sunnita Abu Issa ed era fra l'altro avvocato e portavoce del Consiglio supremo della fatwa, il piu' autorevole organismo religioso sunnita in Iraq.

Continuano anche i rapimenti di cittadini stranieri: la tv satellitare del Qatar al Jazira ha diffuso un video in cui compare un cittadino turco identificato come Ali Abdallah Ali. I rapitori hanno dato tre giorni di tempo al governo di Ankara per cessare il suo sostegno alle forze Usa. Unica buona notizia della giornata, la liberazione di un filippino tenuto prigioniero dal novembre 2004. Roberto Tarangoy, un contabile di 31 anni che lavorava a Baghdad per una societa' saudita, era stato sequestrato insieme ad un americano, un nepalese e tre iracheni. Gli ultimi quattro erano stati successivamente rilasciati, mentre dell'americano non si sono avute piu' notizie.

FINI: RITIRO DA IRAQ DOPO GARANZIA ONU E AVANZAMENTO POLITICO
La forza multinazionale rimarra' in Iraq fino a quando le autorita' irachene lo chiederanno, e fino a quando vi sara' una ''garanzia e copertura'' come quella data attualmente dall'Onu. E, comunque, l'Italia ''non prendera' decisioni se non insieme ai suoi alleati''. Con queste parole il ministro degli esteri Gianfranco Fini ha ribadito la posizione internazionale ed italiana sul ritiro dei contingenti militari all'Iraq.

I tempi del ritiro, ha confermato Fini, sono ''strettamente collegati'' alle condizioni di sicurezza, alla richiesta delle autorita' irachene e all'avanzamento del processo politico e di democratizzazione iracheno.

Della questione non si e' parlato oggi a Bruxelles in quanto non era nell'agenda della conferenza internazionale. L'unico a farvi formalmente un accenno e' stato il ministro degli esteri britannico Jack Straw il quale ha ribadito che i soldati rimarranno fino a quando lo chiederanno le autorita' irachene.

DAL VERTICE DI BRUXELLES UN SOSTEGNO PIU' FORTE A BAGHDAD
La comunita' internazionale che e' stata ''profondamente divisa'' sull'Iraq oggi comprende che non c'e' una strada alternativa al sostegno alle autorita' irachene nel lungo, travagliato ma positivo processo politico'' attualmente in corso nel Paese. E' questa la considerazione del ministro degli esteri Gianfranco Fini, a margine della conferenza internazionale sull'Iraq oggi a Bruxelles.

''L'obiettivo primario del summit - ha detto Fini -e' stato quello di far sentire alle autorita' irachene la solidarieta' e il sostegno della comunita' internazionale. Abbiamo messo gli iracheni al centro della conferenza - ha detto ancora Fini - ricordando che cio' non era pienamente accaduto al vertice di Sharm El Sheik dove erano presenti una ventina di delegazioni contro le circa 80 delegazioni presenti invece oggi al Iustis lipsius della capitale belga.

ANNAN: DARE RISPOSTE POLITICHE
In Iraq ''ristabilire la sicurezza deve essere una priorita', ma alla fine i problemi politici richiedono soluzioni politiche'': lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan intervenendo alla Conferenza internazionale sull'Iraq aperta stamani a Bruxelles.

''Senza un processo di inclusione, qualsiasi iniziativa sulla sicurezza probabilmente non dara' risultati duraturi'', ha sottolineato Annan, ricordando nel contempo il ruolo che l'Onu sta giocando a Baghdad.

Nel rilevare che ''i compromessi e la riconciliazione sono la strada da seguire per andare avanti'', Annan ha sottolineato che ''l'Iraq deve unirsi nella preparazione della nuova Costituzione, in un processo che sia inclusivo e trasparente, rispondendo alle richieste di tutti i costituenti''.

''Il raggiungimento del consenso sulla nuova Costituzione richiedera' compromessi, ma abbiamo visto che tali compromessi sono possibili e che hanno dato i loro frutti'', ha aggiunto Annan, ricordando inoltre che ''la scorsa settimana e' stato raggiunto un accordo che permette ai rappresentanti sunniti di prendere parte al comitato che preparera' la Costituzione.

Nel suo discorso, Annan ha infine ricordato l'importanza della ''normalizzazione dei rapporti del paese con il resto del mondo e del suo status nella regione'', mentre sul piano economico il segretario generale dell'Onu ha sottolineato che bisogna accelerare i progressi nelle aree della ricostruzione, dello sviluppo e dell'assistenza umanitaria.

RICE: IL PAESE NON PORTI DA SOLO LE RESPONSABILITA'
Il governo dell'Iraq ''non portera' da solo il fardello delle responsabilita''' del paese: lo ha detto il segretario di stato Usa, Condoleezza Rice, intervenendo alla conferenza internazionale sull'Iraq a Bruxelles.

Nel sottolineare che ''l'Iraq ha i propri obblighi'', Rice ha spiegato che ''il nuovo governo deve continuare a migliorare la sicurezza, liberalizzare l'economia e aprire lo spazio politico a tutte le componenti della societa' del paese che rifiutano la violenza''.

JAAFARI: TERRORISMO NON RISPETTA FRONTIERE
''Il terrorismo non rispetta frontiere'': lo ha sottolineato il premier iracheno, Ibrahim Al Jaafari, nel suo intervento alla conferenza internazionale sull'Iraq promossa da Ue e Usa, aperta stamani a Bruxelles. Nel ricordare che il terrorismo e' un ''nemico da combattere tutti insieme'', che attacca ''l'umanita' nel suo insieme'', il premier iracheno ha sottolineato che contro il terrorismo ''sono necessari non solo le condanne ma anche meccanismi e azioni'', assicurando inoltre che nel paese ci sia il rispetto dei diritti umani''. Al Jaafari ha sottolineato che ''la sovranita' dell'Iraq va rispettata'' e che nel contempo Baghdad ''rispetta la sovranita' dei paesi vicini, fatto che e' il fondamento della nostra politica estera''. Il premier ha quindi ricordato che il governo di Baghdad punta ad una paese ''stabile economicamente e politicamente, con elezioni libere e trasparenti''. ''Non vogliamo vivere nell'oscurantismo'', ha aggiunto il premier, ricordando le enorme potenzialita' delle risorse economiche irachene.

STRAW, COMUNITA' INTERNAZIONALE ORA E' UNITA
La comunita' internazionale ''e' unita nel sostenere un Iraq democratico''. Lo ha dichiarato oggi il ministro degli Esteri britannico, Jack Straw, entrando alla conferenza internazionale sull'Iraq apertasi a Bruxelles.

E' un ''giorno molto importante'', ha spiegato Straw, rimarcando che ''la comunita' internazionale, profondamente divisa prima e durante le azioni militari in Iraq, ora si trova unita per sostenere attivamente la costruzione di un Iraq democratico, pacifico e prospero''.

<< RITORNARE