Concluso
il sequestro nella scuola di Siem Reap
Cambogia, liberati 28 bambini,
uno muore
La vittima è un canadese.
Sano e salvo il piccolo italiano,
liberato dal padre. Nel blitz morti due sequestratori, presi gli
altri 4.
PHONM
PENH, 16.06.05 - Si è concluso dopo sei ore di ansia e
terrore il sequestro di 29 bambini in un' asilo internazionale
della Cambogia, nella città di Siem Reap, vicino al sito
archeologico di Angkor Wat. Stamattina un commando armato
era penetrato all' interno dell' istituto catturando decine di
piccoli, tutti in tenera età, dai 2 ai 6 anni.
Tranne purtroppo uno, i bambini sono stati infine liberati e stanno
bene, compreso l' italiano Paco Rusconi di 3 anni, che
il padre è riuscito a sottrarre per proprio conto ai rapitori.
Purtroppo una piccola vittima c' è stata, un bimbo canadese,
ucciso dai sequestratori perchè secondo quanto riferisce
il ministro dell' Interno cambogiano, "piangeva troppo".
Il bambino è stato ucciso davanti agli altri piccoli sequestrati.
Nell' operazione sono morti anche due dei sei sequestratori (gli
altri quattro sono stati arrestati). L' incubo per i piccoli si
è concluso, secondo quanto riferito dalla polizia locale,
dopo un raid delle forze di sicurezza che hanno fatto irruzione
nella scuola materna.
TRATTATIVA
E SPARI - Secondo quanto riferito dall' ambasciatore
d' Italia a Bangkok, Ignazio di Pace, il governo
cambogiano avrebbe trattato con i sequestratori della scuola,
dando loro quanto il denaro e il furgone per la fuga richiesti.
Il diplomatico ha riferito che la polizia cambogiana avrebbe
aperto il fuoco contro il furgone sul quale i sequestratori
erano saliti insieme a dei bambini. Il padre del piccolo italiano
Paco Rusconi approfittando della confusione sarebbe riuscito
a strappare il bimbo ai sequestratori.
IL
SEQUESTRO - Il sequestro era scattato intorno alle 8,30
locali (le 3,30 on Italia), quando sei uomini armati e mascherati
avevano fatto irruzione nell'asilo prendendo in ostaggio una
settantina di bambini, rilasciandone poco dopo una quarantina
e trattenendone i rimanenti 29. Poco dopo l' irruzione dei malviventi
nella scuola, è scattata l' allarme e soldati e polizia
circondano e isolano la zona. La trattativa con i sequestratori
- che avrebbero chiesto un riscatto di 30.000 dollari americani
(quasi 25.000 euro), armi e un minibus a 12 posti per la fuga
- non sembra procedere bene: dopo circa sei ore, verso le 14:30
all' improvviso dentro il recinto della scuola risuonano colpi
di arma da fuoco: prima alcuni colpi isolati, poi raffiche per
uno, due minuti, racconta un testimone. "Sono arrivate
presso la scuola diverse persone armate. Non erano in uniforme,
avevano delle t-shirt bianche", racconta il testimone.
È il blitz delle forze di sicurezza, che pone fine alla
presa di ostaggi. Poco dopo i bambini vengono portati fuori
dalla scuola.
L'
INTERVENTO DI FINI - Il ministro degli Esteri Gianfranco
Fini, informato del sequestro, aveva dato immediata disposizione
per l'attivazione di un' unità di crisi. Il ministro
aveva chiesto alle autorità di non agire in modo tale
da mettere in pericolo l'incolumità degli ostaggi.
ANCHE
INSEGNANTI IN OSTAGGIO - Tra i sequestrati c' erano figli
di cittadini americani, britannici, irlandesi, svizzeri,
canadesi, giapponesi, australiani, indiani, indonesiani, filippini,
coreani, di Singapore e di Taiwan. I genitori dei piccoli
sono probabilmente tutti impiegati nei numerosi alberghi che
sorgono nei dintorni del sito archeologico di Angkor Wat.
La stessa Siem Reap è piena di alberghi per turisti (l'
anno scorso la Cambogia ha avuto un milione di visitatori stranieri)
dove lavorano molti stranieri.
La presa di ostaggi, a scopo di riscatto in danaro, non è
insolita in Cambogia, il Paese dell' Asia sud orientale martoriato
da decenni di guerra civile e dal genocidio operato negli anni
'70 dal regime comunista dei Khmer rossi, è ancora pieno
di armi.
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