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La
donna avrebbe parlato al telefono
Cantoni: si tratta fra allarmi
e smentite
I rapitori: «L'abbiamo uccisa».
Ma il governo di Kabul nega: «Le abbiamo parlato».
Inviti nelle moschee: basta azioni disumane
KABUL
- Il susseguirsi di allarmi e smentite sul sequestro di Clementina
Cantoni fa pensare a tempi lunghi e a un gioco al rialzo per
liberarla. È quello che temono gli investigatori che
parlano di «una matassa intricata». E pensare
che solo giovedì si credeva di essere vicini alla svolta.
«Il governo afghano - dicevano - ha aperto alle richieste
dei rapitorii». Nella confusione che regna a Kabul -
con caos che sembra riflettersi nelle notizie contraddittorie,
nello stillicidio delle informazioni date e poi smentite -
è come essere tornati al primo giorno quando ancora
non si sapeva dove andare a parare.
L'
ALLARME - E in questo contesto è piombata venerdì
l'indiscrezione peggiore, quella dell'uccisione di Clementina
Cantoni. Timoor Shah, il presunto rapitore che nei giorni
scorsi aveva fatto sentire la sua voce tramite un'emittente
radiofonica, ha detto che la donna è stata uccisa dopo
che il presidente Karzai ha rifiutato di accettare le sue
richieste. «L'abbiamo strangolata con una corda alle
9 di giovedì sera» ha detto contattato attraverso
il cellulare della Cantoni. «Non consegnerò il
suo corpo a nessuno», ha aggiunto.
SMENTITE
- Una versione smentita da diverse fonti afghane. Una di queste
ha riferito che Clementina Cantoni è viva, sta bene,
e avrebbe parlato al telefono alcune ore fa con una autorità
afghana che è in contatto con i rapitori. Un'altra
smentita alla voce dell'uccisione della giovane arriva da
Jawed Ludin, portavoce di Karzai: «Sta mentendo. Ha
fatto questi commenti per fare pressione sul governo»,
ha affermato il portavoce. «Ho assicurazioni dal ministero
degli Interni che è viva. Le trattative vanno avanti».
Anche l'intelligence italiana non crede alle notizie sull'uccisione
diffusa da Kabul. E liquida la questione come un modo per
rilanciare la trattativa per la liberazione delle volontaria
italiana. La Cantoni, secondo le stesse fonti, «è
viva, sta bene, e i canali per ottenere la sua liberazione
sono tutti aperti».
IPOTESI
- Ma allora perché questa uscita di Timor Shah? «Forse
per disorientare, per gettare benzina sul fuoco. O forse è
in difficoltà: non riesce più a gestire il sequestro
all'interno di un gruppo che è diventato sempre più
numeroso», dice una fonte molto vicina all'inchiesta.
L'importanza della vicenda, esaltata dai media, avrebbe infatti
suscitato gli appetiti di molti. Finora, a quanto si è
appreso, non si è parlato di soldi. In corso, potrebbe
esserci un regolamento di conti per la leadership della banda.
E questo, ovviamente, non aiuta gli investigatori e gli uomini
dell'intelligence. Questi, con le tecniche di indagine tradizionali,
sarebbero riusciti a circoscrivere la possibile area del covo,
ma oggi non si parla più di rastrellamenti, dopo che
il presidente Karzai ha assicurato che «nessuna azione
verrà fatta senza il consenso italiano». «Anche
perchè - aggiunge la fonte - è assai probabile
che i componenti della banda siano divisi in rifugi diversi
e che l'ostaggio, oggi, non si trovi più dove era ieri».
LEADER
TRIBALI E MULLAH IN CAMPO - Nessuna pista resta intentata.
Un gruppo di leader religiosi e tribali - componenti della
Jirga, cioè il consiglio degli anziani, e dell'associazione
delle scuole coraniche - è stato attivato per fare
pressioni sui rapitori e un primo contatto lo avrebbero avuto
in giornata. Anche i mullah sono stati invitati a fare appelli
dalle loro moschee. Così è avvenuto anche nella
principale moschea della capitale: «Dio mi chiede di
fermare ogni azione disumana» ha detto il mullah parlando
ai fedeli e con implicito riferimento al sequestro della cooperante
italiana.
In Italia, intanto, si continuano a vivere ore di apprensione.
La Farnesina resta mobilitata e proseguono le iniziative diplomatiche
e di intelligence. Il segretario dei Ds, Piero Fassino, ha
invece fatto sapere che la Quercia darà tutta la collaborazione
necessaria al governo affinché si giunga rapidamente
alla liberazione della ragazza.
Infine arrivano le parole di Care International in Afghanistan,
l'organizzazione per la quale Clementina lavora. Il portavoce
Paul Barker ha detto di non sapere cosa c'è di vero
nelle ultime voci: «Non sappiamo se le ultime informazioni
sono accurate o meno, continuiamo a fare il possibile per
lei».
21
maggio 2005
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ITALIANI
ALL' ESTERO
Ripartiti
per aree geografiche con indicazione dei voti di preferenza ottenuti
dai Membri eletti (Tot 65) |
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Svezia e Danimarca (1), Svizzera, Croazia, S. Marino (5),
Algeria, Marocco, Etiopia e Kenya (1). |
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America Latina (22)
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Messico
e Centro America (1),
Argentina (8),
Brasile (4),
Cile (2),
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Peru' (1),
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Paesi
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