Maremoto:
ecco i numeri S.O.S.
MAREMOTO
IN ASIA MERIDIONALE, SI TEMONO 70MILA MORTI
ROMA -29.12.2004 Tre giorni dopo il catastrofico terremoto che ha
squassato con le sue tsunami le coste del sud est asiatico, l'oceano
e la terra continuano a restituire morti. A migliaia. Via via che
le squadre di soccorso avanzano nella melma di quelli che furono
villaggi di pescatori o lussuosi complessi alberghieri, la situazione
che appare davanti ai loro occhi e' ''apocalittica'', come ha riferito
dal nord dell'isola turistica di Pukhet un giornalista francese.
E i
governi dell'area temono apertamente che il bilancio finale sara'
di oltre i settantamila morti, forse anche di piu'.
Intanto
dal ministro Roberto Calderoli arriva una buona notizia per quanto
riguarda le vittime italiane: 'Tre dei 13 italiani che erano stati
dati per morti - ha detto - sono stati ritrovati vivi'. Questi
i nomi delle 8 vittime identificate: in Thailandia sono morti
Piermario Della Valle, di Varese; Luigi Tribbioli; Mario De Angeli
di Milano; il minorenne Alex Ceotto, di padre italiano e madre
thailandese, entrambi feriti; Lisa D'Avola, italo-brasiliana,
e il figlio minorenne Gianluca. In Sri Lanka sono morti Raffaella
Piva, di Udine, e un uomo di cui si conosce solo il nome di battesimo,
Ermanno.
Prosegue
senza sosta il ponte aereo avviato dal governo italiano per riportare
in patria i connazionali rimasti bloccati nelle spiagge della
catastrofe e poche ore fa la Protezione civile e' riuscita a mettere
in salvo una trentina di italiani dati per dispersi a Hikkudiwa,
nello Sri Lanka.
IN
SRI LANKA FOSSE COMUNI CON TURISTI IN SUD ISOLA
Ci sarebbero anche i cadaveri di occidentali nelle fosse comuni
che si stanno approntando nel Sud dell' isola per evitare che
le migliaia di cadaveri provochino epidemie. La notizia e' stata
riferita da diversi testimoni locali, che in queste ore stanno
lavorando per preparare le fosse comuni e seppellire i morti.
''Qui a Paralya - ha detto uno di questi - ce n'e' una con 60
persone, di cui due occidentali''. Un'ipotesi che potrebbe trovare
conferma nelle prossime ore. Il problema, spiega infatti il responsabile
del team della Protezione civile in Sri Lanka, Agostino Miozzo,
''e' che vi sono migliaia di corpi recuperati e le autorita' locali
non hanno la possibilita' di trasferirli e trattarli in quanto
non esistono ne' celle frigorifere ne' cosi' tante bare''. Per
questo, c'e' il rischio di ''gravi problemi di sicurezza ambientale''
e quindi diventa necessario seppellire al piu' presto i cadaveri,
senza fare differenza tra locali e occidentali.
IN
INDONESIA MILITARI TROVANO 3.400 CADAVERI NELLO STESSO PAESE
Militari indonesiani e soccorritori hanno trovato almeno 3.400
morti a Meulaboh, una citta' della provincia indonesiana di Aceh
che sono infine riusciti a raggiungere. Lo ha detto il ministro
per la sicurezza Widodo Adi Sutjipto ai gironalisti. La citta'
si trova a 150 km dall'epicentro del sisma che ha scatenato domenica
il maremoto.
SRI
LANKA, QUASI 22.000 MORTI
Il bilancio ufficiale del maremoto di domenica scorsa nello Sri
Lanka e' di 21.715 morti. Lo hanno reso noto oggi (mercoledi')
le autorita' dell'isola.
INDIA,
OLTRE 12.000 MORTI
Il bilancio del maremoto di domenica scorsa in India e' salito
oggi (mercoledi') a 12.419 morti, 4.642 dei quali nello Stato
meridionale del Tamil Nadu. Lo ha reso noto la polizia.
THAILANDIA,
OLTRE 1.500 MORTI E 9.000 FERITI
Il numero dei morti confermati in Thailandia per il maremoto di
domenica scorsa e' salito oggi (mercoledi') a 1.538, mentre i
feriti sono circa 9.000. Lo ha annunciato il ministero dell'Interno.
Non sono state fornite nuove cifre per i dispersi. L'ultimo bilancio,
ieri, ne annoverava 1.200. Delle sei province del sud investite
dal maremoto, quella di Phang Nga resta la piu' duramente colpita,
con 952 vittime. Phuket registra 230 morti, Krabi 198, Ranong
146, Satun sette e Trang cinque. Secondo le autorita' di Bangkok,
il bilancio definitivo della catastrofe in Thailandia superera',
probabilmente di molto, le 2.000 vittime.
INDONESIA,
40.000 MORTI
E' di 40 mila morti il bilancio della tragedia di domenica scorsa
in Indonesia fatto oggi dal vice presidente Jusuf Kalla. ''Le
nostre stime oggi sono di 30.000-40.000 morti'' ha riferito Kalla
spiegando che un altissimo numero di vittime si e' verificato
a Banda Aceh. Nel corso di un' altra conferenza stampa il vicepresidente
ha detto che la Thailandia ha bisogno di 150 milioni di dollari
per far fronte all'emergenza, in cibo, abiti e attrezzature mediche.
Dozzine
sono i morti in Malaysia, Myanmar, nelle Maldive; 38 in Somalia,
a seimila chilometri ad ovest dell'epicentro. Almeno dieci persone
sono annegate in Tanzania.
LA
ROTAZIONE TERRESTRE LA POSSIBILE CAUSA
MOSCA
- Un
cambiamento nella velocita' di rotazione della Terra potrebbe
essere all'origine del maremoto che ha devastato i paesi affacciati
sull' Oceano Indiano. Lo sostiene un esperto russo, Aleksandr
Ponomariov, vicedirettore dell' Istituto di Fisica Terrestre a
Mosca. ''Pensiamo che il cambiamento di quella velocita' sia una
possibile causa dei piu' recenti cataclismi tettonici'', ha dichiarato
Ponomariov.
''Il
terremoto al largo dell' isola di Sumatra - puntualizza - si e'
rivelato uno dei cinque piu' pericolosi degli ultimi 120 anni,
da quando cioe' e' incominciato un monitoraggio sistematico dell'attivita'
sismica''.
''La rottura della crosta terrerstre e' di quasi 600 chilometri'',
precisa il fisico che non prevede sul breve periodo altri potenti
terremoti nella zona appena colpita dove dovrebbero registrarsi
soltanto scosse di assestamento
Il
maremoto ha spostato l’asse terrestre
Il
catastrofico sisma del 26 dicembre è stato talmente violento
da modificare in modo considerevole l'inclinazione dell'asse di
rotazione terrestre. E' quanto afferma in una nota l'Agenzia Spaziale
Italiana, dopo la verifica dei dati effettuata dai ricercatori
del Centro di Geodesia Spaziale dell'Asi di Matera, che stanno
elaborando in tempo reale i dati prodotti dalla rete mondiale
di telemetria laser satellitare, della quale l'osservatorio lucano
è uno dei capisaldi fondamentali.
"I
risultati preliminari indicano uno spostamento dell'asse di rotazione
terrestre pari a circa 2 millesimi di secondo d'arco (l'angolo
sotteso da una moneta da 1 Euro ad una distanza di 2000 km), corrispondente
ad uno spostamento lineare di 5-6 centimetri", dice l'Agenzia
Spaziale Italiana.
Tale
spostamento, prosegue la nota, è avvenuto proprio lungo
la direzione dell'epicentro del terremoto: da una prima analisi
non si vede alcun effetto lungo la direzione del meridiano di
Greenwich.
L'analisi
dei dati sta continuando a ritmo serrato, dice ancora l'Asi, "in
collaborazione con il professor Roberto Sabadini dell'Università
di Milano, per verificare l'effetto prodotto dal sisma su altri
parametri terrestri, come la posizione del centro di massa e la
forma del campo di gravità".
ASIA,
TRAGEDIA SENZA FINE
ROMA
- Una tragedia di proporzioni immani, difficile da raccontare
anche per chi si trova sul posto. Così tutti i mezzi di
comunicazione descrivono quanto incontrato dalle squadre di soccorritori
che, di ora in ora, scoprono nuovi orrori che si vanno ad aggiungere
a quelli già riportati da chi opera nelle zone devastate
dal maremoto in Asia. Particolarmente critica la situazione nelle
isole Andamane e Nicobare, arcipelaghi sotto la sovranità
indiana meta di turismo d’élite ma anche dei vacanzieri
più avventurosi. Proprio qui è probabilmente concentrato
il maggior numero di vittime occidentali: la popolazione di vari
atolli già raggiunti da unità della marina è
stata quasi completamente sterminata, le comunicazioni sono interrotte,
mancano cibo, acqua, medicine ed energia elettrica. Le isole,
inoltre, sono state colpite in mattinata da una forte scossa di
terremoto vicina al settimo grado Richter. Il governo di Delhi
parla di 7mila cadaveri già ritrovati e di almeno 30mila
dispersi su una popolazione stimata in 130mila unità. Secondo
l’ambasciata italiana in India nelle isole ci sarebbero stati
una decina di nostri connazionali, di cui non si conosce la sorte.
In Sri Lanka sono stati trovati i miseri resti del treno con a
bordo 1500 persone spazzato via dallo tsunami di domenica: l’esercito
locale cerca di recuperare il più velocemente possibile
i cadaveri per il timore di epidemie. In Thailandia le onde anomale
hanno fatto strage di vacanzieri nella località di Khao
Lak, 70 km a nord di Puhket. Fino ad ora sono stati trovati i
corpi di 35 persone in una struttura turistica francese, ma di
altri 280 ospiti e di quasi tutto il personale si sono perse le
tracce. Si teme che i morti nei vari resort possano esser più
di 800: qui – ma non ci sono conferme ufficiali – sarebbero
stati trovati anche i cadaveri di due cittadini italiani. Nell’ex
paradiso delle vacanze, infine, si contano a decine le persone
rimaste intrappolate senza via di scampo in un grande centro commerciale
vicino alla costa. Il bilancio complessivo, dato da Ong e governi
locali, è pesantissimo: oltre 53 mila vittime, con proiezioni
fra le 70 e le 100mila unità.
DIFFICOLTA’
NEI SOCCORSI
ROMA
- Funziona con difficoltà la macchina dei soccorsi alle
popolazioni colpite da questo dramma senza riscontri storici.
Molte migliaia di volontari sono già arrivate in zona da
UE, Stati Uniti, Canada, Giappone, Australia e Sud America: sono
rappresentate tutte le realtà che operano nel settore dell’assistenza
e del volontariato, laiche e religiose, oltre che le agenzie governative.
Si fa grande affidamento sugli esperti che lavorano con loro,
viste le carenze strutturali dei paesi devastati dal maremoto.
Intanto però un caso scuote la catena sella solidarietà:
il governo di Sri Lanka ha respinto un’equipe di 150 militari
israeliani specializzati in interventi d’emergenza per motivi
religiosi. Il governo di Gerusalemme ha deciso di fornire comunque
cibo, medicine, tende ed altro materiale di soccorso all’isola,
dirottando il personale verso la Thailandia.
Terremoto.
La Croce Rossa Internazionale teme il diffondersi di epidemie.
Unicef: urgenti acqua, medicinali e ripari
Roma,
28 dicembre 2004
La
Croce rossa internazionale teme che il numero delle vittime possa
aumentare nel caso di diffusione di epidemie di malaria e colera.
Centinaia di migliaia di persone hanno perso tutto e la mancanza
di acqua potabile e di strutture mediche adeguate fa temere per
il prossimo futuro dei sopravvissuti.
In
Sri Lanka, l'arrivo di 2.000 medici e infermieri dall'India e
degli aiuti dalla comunità internazionale tenta di arginare
il pericolo di epidemie che potrebbero diffondersi a causa delle
migliaia di corpi ancora senza sepoltura. I famigliari delle vittime
usano utensili da cucina o semplicemente le mani per scavare le
fosse per i propri cari. Il ministero della Sanità ha annunciato
l'invio di altri 500 medici per la cura dei feriti e per garantire
cure immediate in caso di malattie come diarrea. E si moltiplicano
gli appelli per cercare nuovi medici disposti a collaborare: "Stiamo
invitando le persone a collaborare come volontari", ha detto
la segretaria di un'associzione medica, Anuruddha Padeniya.
Intanto
dieci elicotteri e 25.000 soldati sono da ieri al lavoro lungo
le aree costiere dello Sri Lanka, per consegnare viveri e contrastare
i saccheggi. Nelle zone meno accessibili, gli elicotteri hanno
lanciato medicine e viveri.
In
Indonesia, le autorità dell'isola di Sumatra stanno cercando
di recuperare e dare sepoltura ai corpi che giaccono ancora lungo
le strade, soprattutto nella provincia di Aceh, la più
colpita dal sisma. Un funzionario della Croce rossa, Irman Rachmat,
ha denunciato la mancanza di personale: "Non abbiamo abbastanza
personale per dare sepoltura alle vittime. Siamo preoccupati che
tutti
questi corpi lungo le strade possano portare epidemie".
Intanto
sono giunti le prime scorte di medicinali e aiuti di emergenza,
mentre gli abitanti hanno cominciato a saccheggiare i negozi.
La
situazione più drammatica è nella città di
Meulaboh, sulla costa occidentale di Aceh, dove un rappresentante
locale ha lanciato un appello per un intervento immediato dei
soccorsi. I villaggi lungo la costa occidentale di Aceh sono stati
spazzati e i soccorritori non hanno ancora raggiunto l'area. "Le
persone si sono date al saccheggio (a Meulaboh) - ha detto Rachmat
- ma non per malvagità, ma perché sono affamati".
In
India, le autorità stanno rifornendo di acqua potabile
e cibo più di 40.000 persone che hanno trovato rifugio
nei campi di accoglienza allestiti sulla costa meridionale del
Paese.
L'aeronautica
e la guardia costiera hanno consegnato cibo e generatori nelle
aree
I
turisti che risiedevano nei complessi di Khao Lak sorpresi dalla
furia dell' acqua. "Una scena apocalittica" Thailandia,
gli hotel della morte 800 cadaveri nei bungalow
PARIGI
- I soccorritori thailandesi hanno scoperto 800 cadaveri a Khao
Lak a nord di Phuket, zona piena di alberghi e strutture turistiche.
In un albergo Sofitel della catena francese Accor che ospitava
415 clienti, sono stati trovati 35 morti e mancano all' appello
280 persone. Lo ha riferito un giornalista di Europe 1 presente
nel luogo. Nel lussuoso complesso turistico soggiornavano sopratutto
turisti occidentali e per lo più francesi.
"Quella
che si è presentata davanti a noi stamane è stata
una scena apocalittica", ha riferito a Europe 1 il giornalista
francese Michel Dufour. "L' esercito sta portando fuori ancora
cadaveri dalle stanze, completamente travolte dall' acqua".
Si tratta di turisti e membri del personale.
Una
portavoce dell' Accor non ha voluto fare alcun commento alle notizie
di Europe 1, e si è limitata a dire che l' albergo ospitava
415 ospiti e 250 persone dello staff.
Molti
cadaveri sono stati anche ritrovati sulla spiaggia: un funzionario
regionale ha riferito di 770 morti tra stranieri e thailandesi.
Khao
Lak, una località turistica situata a circa 70km a nord
dell'aeroporto di Phuket, è al centro di un parco naturale
ed è una spiaggia molto amata da chi fa immersioni.
MAREMOTO:
FINI, NON ANCORA AUTORIZZATO RIENTRO SALME DA THAILANDIA
Roma,
28 dic. - - 'Non abbiamo ancora le autorizzazioni per il rientro
delle undici salme italiane dalla Thailandia': lo ha detto il
ministro degli Esteri Gianfranco Fini in una conferenza stampa
alla Farnesina. 'Non ho dubbi che arriveranno', ha aggiunto Fini,
sottolineando che, di fronte all' entita' della catastrofe, l'
Unione Europea ha chiesto alle autorita' di tutti i Paesi interessati
di 'rispettare i cadaveri'. Il riferimento e' a quanto sta gia'
avvenendo in Stati come lo Sri Lanka, dove si e' cominciato a
bruciare i corpi delle migliaia di vittime del maremoto.
Il capo della protezione civile: "Le vittime potrebbero essere
100 mila. E il loro numero crescerà per giorni"
Bertolaso:
"E' la catastrofe più grave della storia"
In corso le operazioni di recupero degli italiani
ROMA
- Quella dell'Estremo Oriente è "la catastrofe più
grave della nostra storia, dal punto di vista umanitario e geologico".
Ne è convinto il direttore della Protezione civile, Guido
Bertolaso: "Sono
centinaia di milioni gli individui interessati dallo tzunami.
Si tratta di paesi assolutamente impreparati a gestire vicende
di questa portata: forse di più Malesia e Thailandia, ma
certo non Sumatra, la Birmania, larga parte dell'India e lo Sri
Lanka. Alla fine, secondo me, ci saranno oltre 100 mila vittime".
Bertolaso ha sottolineato anche il rischio di epidemie, a causa
dei numerosi cadaveri insepolti.
Quanto
al contributo della nostra Protezione civile, il direttore ha
riferito di aver mobilitato tre team per i soccorsi: uno alle
Maldive, uno in Sri Lanka, e un altro che sta andando a Pukhet.
Soccorsi non saranno destinati soltanto ai nostri connazionali
in difficoltà (circa cinque-seimila, secondo le sue stime).
"Oltre ad assistere agli italiani - ha spiegato infatti Bertolaso
- il personale fa anche una prima valutazione di quella che è
la possibile iniziativa di emergenza. Voglio ricordare che noi
siamo stati incaricati dall'Unione Europea di coordinare gli interventi
soprattutto per quel che riguarda la Thailandia".
In
ogni caso, ha proseguito, "le operazioni per l'assistenza
e il recupero degli italiani nelle zone colpite dal sisma sono
concentrate in 3 zone. Questa mattina a Malè, Maldive,
è atterrato un aereo della Protezione civile italiana con
a bordo 4 tecnici.
All'aeroporto
di Colombo nello Sri Lanka sono stati inviati altri 8 tecnici,
mentre questa mattina alle ore 11,30 è partito dall'aeroporto
militare di Pratica di Mare un velivolo diretto a Phuket in Thailandia
con a bordo 6 tecnici, 4 medici, 3 infermieri più un ospedale
da campo".
Dal
canto suo, il commissario straordinario della Croce Rossa Maurizio
Scelli ha garantito che le strutture dell'organizzazione "sono
operative e pronte a qualsiasi attivazione, anche a partecipare
ad una missione umanitaria internazionale di soccorso. Per un'eventualità
di questo genere potremmo mettere a frutto anche l'esperienza
internazionale maturata in Iraq e in altre missioni all'estero".
Nella
notte Scelli si è recato a Fiumicino per accogliere i primi
turisti rientrati in Italia. Nessuna emergenza. Tre persone medicate
a bordo di uno dei voli, atterrato a Fiumicino: una signora con
diverse escoriazioni, due passeggeri con suturazioni di lievi
tagli ad una gamba ed un piede. "I viaggiatori stanno comunque
bene - ha assicurato Scelli, salito a bordo dell'aereo atterrato
a Fiumicino - abbiamo cercato di dare un po' di calore, dandogli
così il nostro bentornati in Italia".
MAREMOTO:
CENTINAIA DI TURISTI EUROPEI DISPERSI, 600 SVEDESI
Parigi,
27 dic. - Centinaia di turisti stranieri in vacanza nei paradisi
esotici delle spiagge del Golfo del Bengala sono morti o dispersi
nel maremoto di ieri. Il gruppo piu' consistente di europei che
ancora mancano all'appello e' svedese: gli operatori turistici
di Stoccolma infatti ancora non sono riusciti a mettersi in contatto
con 600 connazionali in vacanza in Thailandia. Di seguito la situazione
Paese per Paese: ITALIA: undici vittime, decine di feriti, un
centinaio di turisti che ancora mancano all'appello AUSTRIA: tre
vittime nell'isola thailandese di Phuket e un quarto disperso
BELGIO: due vittime (tra i quali un bimbo) a Phuket e circa 30
dispersi; secondo il ministero degli Esteri, mancano ancora all'appello
alcune centinaia di turisti in vacanza in Thailandia GRAN BRETAGNA:
quattro vittime accertate (una in Thailandia, una nello Sri Lanka,
2 alle Maldive). Voci non confermate di altre vittime in diversi
Paesi (al momento del disastro, nella vastissima aerea investita
dal cataclisma c'erano oltre 10.000 britannici) FRANCIA: tre vittime
accertate (tra le quali, una bimba di 4 anni portata via dalla
furia delle onde nello Sri Lanka; un dipendente di un Club Med
in Thailandia). Gli operatori turistici stanno rintracciando le
decine di clienti nella regione (circa 5.000 i francesi presenti
nell'area) GERMANIA: quattro turisti dispersi nello Sri Lanka;
probabilmente altre vittime anche tra i vacanzieri in Thailandia
meridionale OLANDA: 19 dispersi, turisti in vacanza tra Phi Phi
Island e l'isola di Phuket NORVEGESI: dieci vittime, secondo la
radio norvegese, mentre il ministero degli esteri ha confermato
la morte solo di 5 persone POLONIA: quattro turisti dispersi in
Thailandia (nella regione c'erano circa 2.000 polacchi) PORTOGALLO:
una bimba di otto mesi portata via dalle braccia della madre in
Thailandia; mancano all'appello ancora diversi turisti RUSSIA:
quattro turisti in vacanza in Thailandia; secondo la Rata (l'associazione
nazionale dei tour operator), a Phuket c'erano circa 800 russi;
mentre altri 250 erano nello Sri Lanka SPAGNA: diversi turisti
ricoverati nell'isola thailandese di Phuket, ma nessuna vittima
accertata SVEZIA: mancano all'appello 600 turisti svedesi.
Secondo
fonti a Copenaghen, nel disastro sono morti sei scandinavi (2
svedesi, due danesi, 2 norvegesi). Nell'area c'erano circa 200.000
svedesi al momento del cataclisma SVIZZERA: Sessanta feriti TURCHIA:
nessun morto o disperso; secondo fonti giornalistiche, sono sopravvissuti
2 noti calciatori che erano in vacanza alle Maldive (Emre Asik,
del Besiktas e Suat Kaya del Galatasaray) gia' rientrati in patria.
CATASTROFE
IN ASIA, MORTI 11 ITALIANI
ROMA
- Si fa di ora in ora più catastrofico il bilancio dello
spaventoso maremoto che ha colpito il sud est asiatico. Secondo
i governi dei paesi colpiti (India, Sri Lanlaka, Maldive, Myanmar,
Thailandia, Malesia e Indonesia) le vittime accertate sono almeno
22mila. Anche l’Italia piange i propri morti. 11 nostri concittadini,
turisti e lavoratori del settore alberghiero, risultano deceduti
secondo quanto riferisce la Farnesina: sei a Phuket, tre nell’isola
di Phi Phi (le località turistiche più conosciute
della Thailandia) e due a Sri Lanka. Otto di loro, fra cui un
ragazzo minorenne, sono già stati identificati ed il decesso
è stato comunicato ufficialmente alle famiglie. Ci sono
però un centinaio di altri italiani di cui si sono perse
le tracce nell’enormità della tragedia. Intanto, fra
mille difficoltà, prosegue il ponte aereo per ricondurre
in Italia le persone bloccate nelle aree devastate da onde anomale
alte anche 8/10 metri. Secondo il ministero degli Esteri ed i
tour operator coinvolti nell’operazione ci vorranno almeno
72 ore per completare il rimpatrio. La principale difficoltà
risiede comunque nel contattare le persone interessate, in quanto
i sistemi ordinari di comunicazione sono pressoché inutilizzabili
e le linee telefoniche perennemente intasate.
ORA
SI TEMONO LE EPIDEMIE
NEW
YORK - La macchina dei soccorsi per i paesi del sud est asiatico
si è messa in moto, pur fra la mille difficoltà
correlate all’immensità della zona colpita, ai problemi
logistici e al numero spaventoso delle persone da assistere. Onu
ed Oms hanno già lanciato l’allarme per le epidemie
dovute all’acqua inquinata da cadaveri e carcasse di animali,
le cui conseguenze a lungo termine - in aree già a rischio
come l’India meridionale - potrebbero essere ancora peggiori
del maremoto. Proprio in questa zona sono già segnalati
casi di tifo e infezioni respiratorie molto difficili da contenere
in mancanza di strutture e farmaci adeguati. Anche l’Unicef
ha lanciato un proprio allarme per le condizioni dei bambini:
almeno un terzo delle vittime e dei profughi sono minorenni, che
potrebbero dare luogo ad uno stato di emergenza sociale senza
precedenti. Tutte le maggiori organizzazioni umanitarie nazionali
ed internazionali hanno attivato raccolte di fondi e rifornimenti
per fronteggiare l’emergenza.
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