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Gennaio 2005 – Spunta l’ ipotesi dello tsunami come
effetto di una causa umana. Un esperimento atomico? Un’ arma
segreta? Sembra che in quei giorni nella zona di oceano nel quale
si è scatenato il maremoto assassino fossero in
corso manovre navali segrete dell’ India. L’ India è
un Paese atomico. C’ è chi parla di una connessione,
lontana nello spazio e nel tempo ma vicina dal punto di vista
della delicata geologia delle faglie, con gli esperimenti nucleari
francesi di Mururoa. Chi sospetta del sistema d’ arma Haarp.
Alcuni parlano di un incidente, di conseguenze inattese, di un
giocattolo sfuggito dalle mani di chi lo maneggiava. Per avere
un quadro completo proviamo a analizzare scientificamente le certezze
che conosciamo e le ipotesi che stanno affiorando in queste ore.
Certezze
Il
23 settembre 1969, la Cina fece esplodere una bomba termonucleare
sotterranea in un poligono nella parte occidentale del Paese.
Il 28 settembre, un terremoto colpì lo stato di Vittoria,
nell' Australia sud-orientale. Le scosse furono accompagnate
da una serie di boati e da apparizioni di luci verdi nel cielo.
Il 28 e 30 maggio 1970 vi furono test nucleari, e il 31 maggio
la città di Chimbote, in Perù, fu devastata da un
terremoto che uccise 60.000 persone. Il 27 luglio 1976, gli Usa
fecero esplodere una carica da 20-150 chilotoni nel sottosuolo
del Nevada. Il giorno seguente, la città di Tang-shan (Cina)
e 800.000 persone furono distrutte da un sisma che fu valutato
di magnitudine 8,2 nella scala Richter.
Il
13 e 15 settembre avvennero test nucleari sotterranei, il 16 settembre
un terremoto (7,7 Richter) rase al suolo la città iraniana
di Tabas, con 25.000 morti. Il 5 novembre 1988 la Francia realizzò
nelle acque dell'atollo di Mururoa un'esplosione nucleare di 50
chilotoni. Il giorno successivo, un violento terremoto (7,6 Richter)
sconvolse la provincia cinese dello Yunnan, provocando circa 600
vittime. Il 24 novembre dello stesso anno, la Francia eseguì
un'identica esplosione.
Un
terremoto (6 Richter) colpì il Canada e gli Stati Uniti
del nord-est il giorno seguente; mentre il 26 novembre ancora
una volta una provincia cinese, Qin-ghai, fu scossa da un sisma.
E ancora: il 4 dicembre 1988, l'Urss fece detonare una boma nucleare
di potenza stimata fra i 20 ed i 150 chilotoni in una base del
circolo polare artico. Il 7 dicembre, l' Armenia fu squassata
da un terremoto (6,9 Richter) che uccise 60.000 persone e lasciò
mezzo milione di senzatetto. Il 22 gennaio 1989, un’ esplosione
sperimentale (20-150 chilotoni) fu effettuata nel Kazakistan nordorientale;
il giorno successivo il terremoto nel Tagikistan sovietico fece
più di 200 morti. Il 23 giugno 1992, gli americani fecero
scoppiare l'ennesima bomba nucleare sotterranea; il 28 giugno,
due terremoti di insolita violenza (7,4 e 6,5 Richter) colpirono
il sud della California.
Sono
solo coincidenze fra atomiche e terremoti?
Curiose
coincidenze? Per molti sismologi la risposta è sicuramente
sì. Riley Geary, del Caltech, afferma che i dati non rivelano
un legame tra esplosioni e sismi, e per Robert-Carmichael, geologo
della lowa University, l'ipotesi di un nesso causale tra bombe
sotterranee e terremoti, è "una frode scientifica,
paragonabile alla magia o all' astrologia".
Eppure
altri dati, del tutto scientifici, indicano che questo legame
è molto più che una fantasia o una superstizione.
Il professor Gary T. Whiteford, docente di geografia all' Università
di Brunswick in Canada, ha scoperto che i terremoti con magnitudine
da 6 a 6,5 Richter sono più che raddoppiati da quando hanno
avuto inizio i test nucleari sotterranei. Infatti, tali sismi
furono 1.164 fra il 1900 ed il 1949; sono saliti a 2.844 tra il
1950 ed il 1988. Un significativo aumento è registrato
anche per i sommovimenti tellurici di magnitudine compresa tra
6,5 e 7 Richter: furono 1.110 nel periodo 1900-1949; se ne contarono
1.465 tra il 1950 ed il 1988. Tali incrementi si sono verificati
in tutte le zone particolarmente sismiche del globo.
Ad
esempio: la percentuale di tutti i terremoti (superiori o
pari a 5,8 Richter) nelle Isole Aleutine era di 3,31 nel tempo
precedente gli esperimenti nucleari americani nel Nevada. Tale
percentuale salì fino al valore di 12,57 nel periodo dei
test.
Le isole Salomone e Nuova Bretagna (Oceano Pacifico) erano sismicamente
tranquille nella prima metà del nostro secolo: la percentuale
dei terremoti era di 2,98.
Nell' epoca delle bombe nucleari francesi a Mururoa questo valore
è quasi quintuplicato: 10,08. Anche l' isola di Vanuatu
ha pagato un pesante tributo alla grandeur nucleare francese.
La sua percentuale di terremoti era di 3,36 nell'arco di tempo
1900-1949; nel periodo seguente contrassegnato dai test, tale
cifra è balzata a 9,30.
Nell'
isola Novaia Zemlia (a Nord della Siberia) non avvennero mai violenti
terremoti nel primo cinquantennio del secolo; da quando vi fu
costruita una base per esperimenti nucleari sovietici, si sono
avute sei scosse telluriche di grandezza pari o superiore a 5,8
Richter.
Più
bombe, più sismi
In
una visione globale si può rilevare che, nei primi cinquanta
anni di questo secolo, sono stati registrati 3.419 terremoti di
magnitudine uguale o superiore a 6 Richter, con una media di 68
all'anno. Dal 1950 al 1989, i terremoti in questione sono stati
4.963, con una media di 127 all'anno: il valore è quasi
raddoppiato.
Il
professor Whiteford ha compiuto inquietanti scoperte a proposito
dei cosiddetti "terremoti assassini" (killer
quakes), cioè sismi che provocano almeno 1.000 vittime.
"Nel corso di 37 anni di sperimentazione nucleare, venti
dei trentadue terremoti assassini, ovvero il 62,5%, avvennero
lo stesso giorno o entro quattro giorni dal test".
Dati
allarmanti provengono anche da uno studio di due scienziati giapponesi,
Shigeyoshi Matsumae e Yoshio Kato, della Tokai University di Tokio:
"Fenomeni anomali meteorologici, terremoti e la variazione
dell' asse terrestre sono notevolmente correlati ai test atmosferici
e sotterranei. Essi hanno causato un aumento della temperatura
dell' esosfera terrestre da 100 a 150 gradi, che cresce in modo
abnorme immediatamente dopo un test nucleare. Ad esempio, è
stato scoperto che la temperatura assoluta salì da 70 ad
80 gradi dopo un test sovietico che fu rilevato dalla stazione
d' osservazione da Uppsala, il 23 agosto 1975". Similmente,
un continuo e drastico rialzo della temperatura fu osservato in
occasione di una fitta serie di sei esplosioni sperimentali avvenute
tra il 18 ed il 29 ottobre 1975".
E
concludono: "La temperatura dell'atmosfera è
cambiata dai test nucleari, un cambiamento che neppure il sole
potrebbe produrre. Si può facilmente immaginare quali effetti
abbia tutto ciò sulle condizioni meteorologiche della terra".
Altri
autori riferiscono di alcuni documenti che rimarcherebbero “
la pericolosità di effettuare sperimentazioni nucleari
nel suolo a profondità superiori ai 5000 metri e segnatamente
in zone ad evidente rischio sismico. In particolare se posti nelle
aree descritte dalla faglia sud orientale, caratterizzata da un’elevata
instabilità”.
L’arma
Haarp (che esiste davvero)
In
questi anni malati di catastrofismo apocalittico e di cospirologia
pesata a chili, è facile anche mettere sotto accusa l’arma
elettromagnetica Haarp che genera aurore boreali, cambia il clima
e scatena maremoti. L’ arma Haarp (High frequency Active
Auroral Research Program) sviluppata dallo scienziato statunitense
Bernard J. Istlund e in contemporanea anche dall’ Urss (quando
esisteva) consiste in un “obice virtuale” elettromagnetico
che ionizza l’ aria e crea una forma di plasma nell'atmosfera,
nella ionosfera e nella magnetosfera.
Negli
anni ’70 Usa e Urss siglarono un’ intesa che imponeva
la proibizione di studiare sistemi geofisici con finalità
militari. La Duma di Mosca negli ultimi mesi ha ravvisato una
minaccia nella continuazione degli studi statunitensi.
La
base di Gokona
Secondo
alcuni esperti russi
(http://www.russianla.com/archive/j-article.php?.id=8629)
il sistema Haarp è proprio all’ origine dello tsunami
dell’ Oceano Indiano poiché – a dispetto degli
accordi – si è continuato a studiare e a sperimentare
l’ utilizzo militare dei fortissimi campi elettromagnetici,
mascherati come pura ricerca di fisica di base oppure come “dual
use” civile e militare.
Le
emittenti di energia del piano Haarp si trovano in Norvegia (Tromsoe),
Alaska (base militare di Gokona) e in Groenlandia. I dettagli
sull’ impianto di Gokona sono nel sito ufficiale http://www.haarp.alaska.edu,
che descrive come - dopo il primo sistema di 48 antenne - sia
in ultimazione un impianto di 180 antenne fornite dalla Phazar.
Teoricamente,
lo strumento è adeguato alla formazione di tifoni e terremoti
in qualunque area del mondo, ma anche di agire sui sistemi informatici,
elettronici e di comunicazione e infine di sconvolgere i pensieri
umani. Le ricorrenze di fenomeni anormali sul globo ha fatto pensare
che negli ultimi anni (soprattutto nel 2002) sia stata condotta
una campagna di prime sperimentazioni del sistema Haarp.
L’
Haarp come arma climatica
Il
sito di informazione Nuovi Mondi Media riporta in un articolo
dello studioso Michel Chossudovsky sul controllo climatico a scopi
militari. L’ esperto, il cui articolo in versione orginale
è contenuto in http://globalresearch.ca/articles/CHO409F.html,
attribuisce alle sperimentazioni di Haarp anche l’ effetto
serra: gli Stati Uniti non aderirebbero al Protocollo di Kyoto
perché conoscerebbero la reale (e diversa) origine del
riscaldamento del globo.
L’
articolo è riccamente documentato con testi originali,
trattati ufficiali e fotografie. “L' aviazione americana
– afferma Chossudovski - è in grado di manipolare
il clima. Può addirittura provocare inondazioni, uragani,
siccità e terremoti. Il Dipartimento della Difesa ha destinato
elevate somme di denaro allo sviluppo e al perfezionamento di
queste tecnologie. La manipolazione climatica diverrà parte
della sicurezza interna e internazionale e sarà sfruttata
in maniera unilaterale... Sarà usata a scopi difensivi
e offensivi e anche come deterrente. La capacità di generare
precipitazioni, nebbia e temporali e di modificare il clima, e
la creazione di un clima artificiale, fanno parte di quelle tecnologie
integrate che possono far aumentare la capacità statunitense,
o diminuire quella degli avversari, di ottenere conoscenza, ricchezza
e potere globale. (US Air Force. Air University of the US
Air Force, AF 2025 Final Report, http://www.au.af.mil/au/2025/
)”.
L'
analisi del ricercatore descrive anche le aziende coinvolte nel
programma di ricerca e sviluppo. I catastrofisti e i cospirologi
hanno visto l’ arma Haarp all’ origine dell’ impazzimento
climatico in Paesi “nemici” degli Usa: l’
alternarsi di carestie e nubifragi a Cuba o la desertificazione
dell’ Afganistan preventiva all’ attacco militare “classico”,
mentre nella Corea del Nord nel giugno 2001 si è verificata
una grande siccità (è piovuto un decimo della media),
siccità che ha indebolito le coltivazioni, mentre in ottobre
la provincia di Kangwon (media: 20 millimetri di pioggia nel mese
di ottobre) ha visto cadere 400 millimetri d’ acqua in 12
ore.
La
legge del Congresso
Stando
alla proposta di legge “Space preservation act”
discussa nel 2001 dal Congresso degli Stati Uniti l’ ipotesi
non è così remota: la proposta del parlamentare
Kucinich intende vietare proprio le armi che producono terremoti,
tempeste e maremoti.
Il
testo è diponibile in http://www.fas.org/sgp/congress/2001/hr2977.html
e all’ articolo 7, comma III, si può leggere fra le
armi da bandire ogni sistema “directing a source of energy
(including molecular or atomic energy, subatomic particle beams,
electromagnetic radiation, plasma, or extremely low frequency
(ELF) or ultra low frequency (ULF) energy radiation) against that
object” o ancora gli “high altitude ultra llow
frequency weapons systems; plasma, electromagnetic, sonic, or
ultrasonic weapons” ed altri sistemi i quali possano
“to damage space or natural ecosystems (such as the ionosphere
and upper atmosphere) or climate, weather, and tectonic systems
with the purpose of inducing damage or destruction”.
I
timori del Dipartimento della Difesa
Tant’
è che nell’ aprile ’97 l’ allora segretario
alla Difesa, William Cohen, aveva immaginato: "Others
(terrorists) are engaging even in an eco-type of terrorism whereby
they can alter the climate, set off earthquakes, volcanoes remotely
through the use of electromagnetic waves” (Passo riportato
dal DoD News Briefing, Secretary of Defense William S. Cohen,
Q&A at the Conference on Terrorism, Weapons of Mass Destruction,
and U.S. Strategy, University of Georgia, Athens, Apr. 28, 1997).
Ad
Aceh soccorsi o occupazione?
Un
articolo interessante, ben documentato ma forzato nelle conclusioni
è quello pubblicato dal sito indipendente di Portland della
rete di Indymedia. Secondo l’ articolo (che si trova in http://portland.indymedia.org/en/2004/12/307042.shtml;
se ne raccomanda la lettura anche per le interessantissime fotografie
aeree delle zone devastate dall’onda, con il raffronto fra
prima e dopo la catastrofe), lo tsunami nell’ Oceano Indiano
è stato scatenato dagli Usa proprio con l’ intento
preciso di scardinare alcuni Paesi islamici come l’ Indonesia
e di occupare manu militari gli importantissimi campi petroliferi
di Aceh.
A
conferma della sua tesi, l’ articolo (davvero ricco di fotografie,
documenti e link) porta il fatto che la base militare di Diego
Garcia, un’ isola nell’ Oceano Indiano a poca distanza
dall’ epicentro del terremoto, non abbia subito danni dallo
tsunami. Inoltre, poche ore dopo l’ onda assassina già
facevano rotta verso la devastazione di Aceh non i soccorsi civili
statunitensi bensì la portaerei Uss Abraham Lincoln con
12 elicotteri da guerra Cobra (si veda la conferenza stampa del
Pacific Command, in http://www.defenselink.mil/news/Dec2004/n12292004_2004122905.html)
nonché l’ Uss Bonhomme Richard con la squadra navale
di sette unità e 2.100 marines, per un’ annessione
militare dell’area petrolifera.
Il
corpo di spedizione (o di soccorso) sarebbe guidato dal generale
Rusty Blackman, comandante del terzo corpo di spedizione dei marines
di stanza a Okinawa, già capo dei marines durante l’
operazione Iraqi Freedom.
Ancora
le atomiche sottomarine francesi
L’
ipotesi di uno tsunami artificiale è avanzata anche da
Lila Rajiva (giornalista di Baltimora) sul giornale Counterpunch
(http://www.counterpunch.org/rajiva12302004.html),
che ricorda i test atomici sottomarini condotti prima dagli Stati
Uniti e poi dalla Francia.
Gli
esperimenti atomici condotti a Mururoa dai francesi nel 1979 (processo
giudiziario contro il Governo francese numero T-219/95 R promosso
da Marie-Thérèse Danielsson, Pierre Largenteau e
Edwin Haoa, residenti a Tahiti, Polinesia francese) avevano provocato
frane sottomarine in un atollo già fratturato dalle precedenti
esplosioni, con conseguenti tsunami che avevano danneggiato anche
la lontana isola di Pitcairn. Dopo aver negato ogni connessione
fra la bomba atomica e l’ondata, solamente nell’85 le
autorità francesi ammisero “l’ incidente del
25 luglio ‘79”. Già durante la seconda guerra
mondiale fu sperimentata – ricorda Counterpunch – la
“bomba tsunami”. Le prove, dai modestissimi risultati,
avvennero nel ’44 e nel ’45 al largo della Nuova Zelanda,
a Whangaparaoa.
Concludendo
Tante
teorie senza risposta. Tante teorie, alcune suggestive, altre
semplici da smontare con semplici considerazioni conoscenze scientifiche,
altre ancora con fondamenti tecnologici e scientifici.
Destinate
tutte a restare, per ora, senza risposta...
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