Profilo personale di Marina Piazzi
Hegel
227/201 Tel.: (005255) 55313935
Polanco Fax : 55312732
11560 México, D.F.
e-mail:
[email protected]
Nata
a Bologna nel 1954, coniugata, con un figlio, risiede
in Messico dal 1976. Ha insegnato Italiano come lingua
straniera presso l' Istituto Italiano di Cultura in
Cittá del Messico e successivamente nel Dipartimento
d' Italiano del CIE Enep Acatlán dell' Universitá
Nazionale Autonoma del Messico, dove ha inoltre elaborato
materiale didattico, tenuto corsi sperimentali e svolto
mansioni di coordinamento pedagogico.
Dal
1989 si dedica a seguire i differenti aspetti della
presenza italiana in Messico. E' stata coordinatrice
esecutiva del Coemit-Comites; socio fondatore e presidente
dell' Associazione degli Emiliano Romagnoli in Messico;
membro della Consulta dell' Emigrazione della stessa
regione; Segretario Generale dell' Associazione Ital-Uil
e responsabile fino al 1996 dell' Ufficio Ital del Messico;
dallo stesso anno é consigliere dell' Associazione
Italiana di Assistenza.
Nell'
ottobre del 1998 è stata eletta Consigliere nel
CGIE per l' area di Messico, America Centrale e Caraibi
e ha scelto di integrarsi alla II Commissione tematica:
"Sicurezza e tutela sociale", di cui ha fatto
parte sino alla fine del mandato.
Nel
maggio del 2000 é stata eletta dalla Commissione
Continentale dell' America Latina del CGIE, come propria
rappresentante nel Comitato Organizzatore della I Conferenza
degli Italiani nel Mondo, che si é svolta nel
dicembre dello stesso anno a Roma. Alla Preconferenza
dell' area latinoamericana ha formato parte del comitato
di redazione del documento finale.
Nel
dicembre 2002 é stata eletta membro del Comitato
di Presidenza del CGIE per l' America Latina e successivamente
le é stata conferita, unitamente agli altri membri
eletti del CGIE, l' onorificienza di Grande Ufficiale
dell' Ordine della Stella della Solidarietá Italiana.
Nell'
aprile del 2004 é stata eletta Presidente del
Comites del Messico, carica cui rinuncerá in
caso di essere rieletta nel CGIE.
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Città
del Messico, 27 giugno 2004
ELEZIONI CONSIGLIO GENERALE DEGLI
ITALIANI ALL'ESTERO
MESSICO, AMERICA CENTRALE E CARAIBI
Relazione programmatica della candidata Marina Piazzi
Cari amici e colleghi,
sono
stata eletta nel CGIE nell'ottobre del 1998 da un'assemblea
composta dai rappresentanti di due Comites: quello elettivo
del Messico e quello nominato del Costa Rica e da alcuni
rappresentanti delle associazioni di Costa Rica, di
El Salvador e del Guatemala.
La
Repubblica Domenicana non era rappresentata allora (ci
dissero che era stata invitata, ma che non erano stati
indicati i delegati dall'Ambasciata) e non è
presente ora El Salvador perché il regolamento
stilato dal Ministero degli Affari Esteri, in aperta
contraddizione con la legge vigente, per queste elezioni
limita la rappresentanza ai Paesi che hanno un Comites
eletto o nominato.
Individuai,
allora, due obiettivi immediati che non ho perso di
vista nel tempo, e che considero tuttora alla base di
qualsiasi attività all'interno del CGIE:
-
identificare i bisogni e le proposte dei Paesi dell'area
di riferimento;
- rendere l'area stessa visibile in un contesto in cui
sembravano allora esistere solo le realtá piú
macroscopiche, leggi Argentina, Brasile, Venezuela e
Uruguay.
Il
riferimento naturale, oltre che istituzionale, del CGIE
sono i Comites ed è con i Comites del Messico,
del Costa Rica e del Guatemala, che mi sono mantenuta
maggiormente in contatto, anche se, una volta individuati
i referenti negli altri Paesi, tra cui la Repubblica
Domenicana, mi sono sempre rivolta anche ad essi, inviando
loro le indicazioni sulle attività, sulle proposte
e sulle richieste del CGIE, e facendomi portatrice,
quando richiesto, delle loro istanze, con interventi
in assemblea plenaria, nelle commissioni e attraverso
documenti scritti.
E' stato questo il caso degli oriundi italiani di El
Salvador, sulla cui realtà ho esposto anche nella
I Conferenza degli Italiani nel Mondo, e di quelli di
Panama, che si sono costituiti in associazione civile
per affrontare i temi legati al riacquisto della cittadinanza
italiana, in mancanza della possibilità di costituire
un Comites, nominato o eletto che fosse.
Alle riunioni continentali e alla Prima Conferenza hanno,
poi, partecipato su mia indicazione di volta in volta
i delegati dei Paesi dell' area, scelti in base alle
tematiche trattate e alle loro competenze.
Gli
ambiti di intervento del CGIE sono chiaramente indicati
dalla legge istitutiva. E' evidente che accanto ad alcuni
che possono avere una valenza prevalentemente burocratica
e formale, ve ne sono altri con una forte carica politica,
e di questo hanno potuto rendersi conto coloro che hanno
seguito i nostri lavori sia presenziando alle riunioni,
sia leggendone in seguito i resoconti.
La
mole di lavoro e la varietà delle tematiche affrontate
è stata notevole.
A
volte ha prodotto frustrazioni dolorose, come la mancata
valorizzazione dei "Piani Paese" e dell'auspicata
modifica sostanziale della Legge 153 in materia di diffusione
della lingua e cultura italiana all'estero, o ancora
l'iter incompiuto per l'assegnazione di un assegno di
solidarietà agli emigrati ultrasessantacinquenni
in stato di bisogno.
La
stessa mole, altre volte, è servita ad aprire
un dibattito creativo che non si è ancora concluso,
come nel caso della Conferenza permanente Stato, Regioni,
Provincie Autonome e CGIE, o in quello del percorso
per la Conferenza dei Giovani e delle Nuove generazioni,
piú volte rinviata.
Tuttavia,
in altri casi, ha portato a risultati soddisfacenti
e a lungo attesi, come l'approvazione della legge che
permette agli italiani residenti all'estero di esprimere
per corrispondenza il proprio voto e di essere a loro
volta votati all'interno di una specifica circoscrizione
estera, e la produzione di alcune misure per il reinserimento
nel tessuto sociale italiano degli emigrati e dei loro
discendenti, nonché di provvedimenti di carattere
prevideziale ed assistenziale per i meno abbienti.
I
temi sui quali si sviluppa l'attività del CGIE
e sui quali sarà necessario continuare ad impegnarsi
sono:
-
diritto di partecipazione alla vita politica del Paese;
- diritto di cittadinanza (nuova legge per il riacquisto
indeterminato);
- promozione e diffusione della cultura italiana;
- informazione ed informazione di ritorno;
- problematiche della donna in emigrazione (due proposte
di legge analoghe giacenti in Parlamento, di cui siamo
state artefici anche noi donne del CGIE);
- valorizzazione e coinvolgimento delle nuove generazioni;
- rapporti con le comunitá d'affari e scientifiche
degli italiani all'estero;
- diritti dei lavoratori italiani all'estero e delle
loro famiglie;
- problematiche legate all'integrazione;
- formazione e riqualificazione professionale e scolastica;
- emigrazione di ritorno e reinserimento sul territorio;
- rafforzamento e rinnovamento del ruolo del CGIE nel
nuovo panorama politico-istituzionale, determinato dal
voto all'estero e dalla svolta federalista della nostra
Repubblica.
I
diversi temi sono stati di volta in volta affrontati,
prima ancora che in Assemblea, in sede di commissioni
continentali e tematiche. In entrambi i contesti (la
mia commissione tematica di appartenenza era quella
di Sicurezza e Tutela Sociale) mi sono battuta per evitare
che la scarsità numerica della popolazione italiana
in questa area, in rapporto ad altre realtà quantitativamente
piú significative in America latina e nel mondo,
finisse per determinare l'importanza delle problematiche
esposte o il valore delle proposte.
Alla
logica dei numeri ho sempre opposto quella della pari
dignità delle persone in un contesto che forse
per eccesso di semplificazione, aveva addirittura cancellato
i nostri Paesi dalla carta geografica delle Americhe,
senza considerare che l'isolamento è un'ulteriore
forma di discriminazione dalla quale noi dobbiamo difenderci.
La
mia elezione nel Comitato di Presidenza del CGIE, nel
2002, credo abbia premiato questo sforzo di visibilità,
un primo passo per affermare la nostra esistenza e farci
ascoltare.
Considero
che il compito dei Consiglieri non sia elaborare programmi
personali, bensí individuare le strategie e le
alleanze per portare a termine quei programmi e quelle
proposte che scaturiscono dalle comunità rappresentate
o che interessano piú genericamente tutti i connazionali
all' estero.
In
questo è consistito il mio lavoro, e l'ho svolto
intervenendo su ciascuno dei temi affrontati in sede
di Commissioni e di Comitato di Presidenza, e tale continuerà
ad essere la mia linea di condotta nel caso in cui io
fossi rieletta.
Sono
convinta che la mia idoneità a questa candidatura
derivi anche, se non soprattutto, dallo sforzo fatto
negli anni per lavorare secondo questi principi.
Ho
già avuto occasione di sottolineare, infatti, che
non ho mai favorito nessuno, né in base alle mie
convinzioni politiche, né in base alle affinità
personali, come possono testimoniare molti dei presenti,
ma che ho sempre agito con l'unico obiettivo di portare
avanti con spirito di servizio gli interessi delle comunità
che ho rappresentato.
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