PUNTI
DI VISTA
Il
terrore colpisce. Ancora.
A Londra, ancora una volta.
Quattro esplosioni, come nell’ ultimo attacco.
Tre stazioni metropolitane e un autobus, idem.
All’ ora di punta, la stessa ora.
Sembra
un’ allucinazione, come lo erano sembrate New York
e Madrid. Invece no, è la realtà.
A
pochi giorni di differenza dal primo attacco, i terroristi
colpiscono un’ altra volta. Sempre nel cuore della capitale.
Un’ operazione uguale identica a quella del 7 luglio.
L’ unica differenza è che, grazie a Dio, non ci
sono vittime.
I
terroristi, però, avevano calcolato anche questo. Infatti,
secondo autorevoli fonti, il loro piano era proprio “spaventare”
Londra e tutto l’ occidente. Niente di più, come
se questo non bastasse. La strage c’ era già stata,
la morte era passata già sui cieli grigi della capitale
inglese. Questa volta il significato è diverso, come
del resto è stato scritto in una rivendicazione pubblicata
in internet da un gruppo vicino Al Quaeda: “ … con
questo secondo attacco vogliamo dimostrare che siamo forti,
possiamo colpire ovunque, in qualsiasi momento. I prossimi
attacchi –continua il messaggio pubblicato in un forum
nel web- saranno a Roma, poi Olanda e Danimarca.”
Accidenti.
Se lo stesso Tony Blair ha ammesso che “sono riusciti
a spaventarci”, non ho nessun timore a dire che a questo
punto c’ è davvero da preoccuparsi.
E
mentre americani e company spendono centinaia di milioni di
dollari al giorno, tanto da poter far diventare la fame nel
mondo soltanto un brutto ricordo ( e poi Bin Laden dov’
è? ), i terroristi colpiscono a freddo, in pochi, usando
strategie pensate e studiate fino all’ ultimo dettaglio.
Spendendo, inoltre, praticamente nulla.
L’
esplosivo usato nelle esplosioni era stato fatto artigianalmente,
con chimici e solventi che si trovano facilmente in commercio,
se non al supermercato in qualsiasi drogheria o ferramenta.
I
kamikaze si fanno saltare in aria perché “ci credono”;
per questi fanatici religiosi vuol dire lo spalancamento delle
porte del paradiso.
Hanno
cellule e gruppi sparsi in tutto il mondo, in ogni zona del
globo.
Sono
intelligenti, usano come primo mezzo di comunicazione internet,
accessibile da tutti e allo stesso tempo specchio ormai di
questo mondo globalizzato e sempre più piccolo e incasinato.
L’
ultima novità è quella che dietro tutta questa
strategia del terrore, ci sia il cervello di uno psichiatra
marocchino.
Che
il terrorismo sia orribile lo sa anche un bambino. Vorrei
, invece, entrare per un momento in un paradosso. Permettetemelo.
Per
un attimo immagino di appartenere al mondo Islamico, di essere
uno di loro. Provate anche voi, per vedere se sentite lo stesso
che ho provato io.
Mi
sono gasato tutto, mi si sono gonfiati i muscoli, ho assunto
la posizione “spalle dritte e petto in fuori”. Ho
visto la faccia di Bush che pareva di cartapesta e mi sono
messo a ridere. Ripassando le immagini dei notiziari nella
testa, non potevo fare altro che vantarmi di essere musulmano,
di essere Iracheno o Afgano o Siriano o Iraniano. Ho provato
ribrezzo e vergogna per il consumismo occidentale, dove con
quello che si butta ogni giorno nel secchio della spazzatura,
in altre parti del mondo ci mangerebbero dieci persone. Per
le pubblicità allegre ma false delle televisioni, per
i culi delle donne su manifesti di pubblicità giganteschi,
in ogni parte delle città e per pubblicizzare ormai
qualsiasi tipo di prodotto, dal profumo al tanga, dalla pasta
all ‘ aspirapolvere.
Mi
son trovato a pensare che ero fortunato ad appartenere a un
mondo diverso, dove pregare significa pregare. Soddisfatto
finalmente nel sapere che dopo anni di attacchi e soprusi
e occupazioni militari, ora anche la civiltà occidentale
stava avendo la sua parte, le sue “gatte da pelare”.
I
miei pensieri sono del tipo “però, certo che ‘sti
terroristi sono proprio forti!”, e ancora “che bravi
e coraggiosi sono! Sacrificano la loro vita per un mondo più
vero”, “ il nemico è l’ occidente”.
La
conclusione a cui arrivo è: “Meno male che ci
sono i terroristi....
Ricky
FILOSA