Veramente
un argomento interessante. "Famiglia e sussidiarietà"
è il tema affrontato da Stefano Zamagni, ordinario
di economia politica all' Università di Bologna, martedì
2 dicembre durante il secondo incontro della Scuola di dottrina
sociale a Palazzo Monsignani. Zamagni insegna anche alla Johns
Hopkins University ed è docente di storia del pensiero
economico all' Università Bocconi di Milano. Nonostante
l'immagine che vuole il nostro popolo molto attaccato ai valori
della famiglia, con i figli ultratrentenni incapaci di staccarsi
dal nido, l' Italia come assetto istituzionale, questa la
base di partenza della riflessione, odia la famiglia e per
essa non fa nulla. L'esempio più evidente è
la politica fiscale e tributaria applicata dallo Stato: chi
ha più figli paga di più rispetto a chi non
ne ha.
Si
rende necessaria la modifica dell'idea di famiglia, che appare
nel bilancio dello Stato un'unità di consumo, come
emerge dalle rilevazioni Istat e la riforma del sistema fiscale
che non tiene conto di come il reddito vada suddiviso per
i bisogni di ciascun componenti, figli inclusi. In realtà
la famiglia è il soggetto che in modo maggiore contribuisce
al capitale umano, è in lei che vengono educate e cresciute
le nuove generazioni, è lei che trasmette i valori
perché la scuola da sola non basta.
Il tema della natalità è oggi al centro di tanti
dibattiti perché si pone con grande drammaticità:
il tasso del nostro paese è tra i più bassi
d'Europa con conseguenze economiche molto pesanti per le generazioni
future, basti pensare all'incidenza delle spese pensionistiche
e sanitarie considerando che nel 2030 la popolazione sopra
i 65 anni sarà raddoppiata.
Questa situazione si verifica nonostante la percentuale di
donne impiegate nel lavoro sia più bassa rispetto ad
altri paesi: è falso quindi il mito che la donna che
lavora non fa figli.
Va riformato anche il sistema di welfare che, nato dopo la
seconda guerra mondiale, si scontra oggi con nuove esigenze
con la sempre maggiore necessità di fare arrivare le
risorse laddove ci sia il reale bisogno.
La flessibilità nel mondo del lavoro è l'ultimo
ma cruciale punto di questo viaggio nel pianeta famiglia:
la scelta tra casa e lavoro è per molte donne un problema
quotidiano che diventa tanto più faticoso perché
costringe a scegliere tra due valori fondamentali. Oggi il
55% dei laureati sono donne che hanno una produttività
più alta degli uomini e spesso stentano a vedere riconosciuti
i propri meriti.
La questione della donna e della famiglia nel suo complesso
non è solo l'affermazione di un principio e non è
solo affare dei cristiani ma è invece un problema economico
per il valore che apporta alla società. E' soprattutto
una questione di libertà perché lo Stato rimetta
al centro delle sue politiche la famiglia, non più
oggetto di assistenza ma come soggetto e protagonista.
Sono certo che Silvio Berlusconi su questi temi dedicherá
grande attenzione.