Insomma,
non se ne puo' piu`!! No! no! e ancora no!. L’ Udc
smorza puntualmente ogni entusiasmo del Cavaliere avanzando
sempre nuove richieste e rifiutando ogni compromesso.
Eppure
Silvio Berlusconi si sta mostrando sempre più
arrendevole verso il partito di Marco Follini cercando
di concedere quanto concedibile. Ma ancora non va bene.
I centristi del centrodestra avanzano sempre nuove pretese.
Tanto che adesso a Berlusconi è venuto un dubbio:
che perseguano un disegno che va oltre la Casa delle libertà
e che, quindi, ogni trattativa sia comunque destinata
a fallire. Sbaglia? Forse no.
Ringalluzziti
dal positivo successo ottenuto alle Europee quelli dell’
Udc hanno cominciato a coltivare grandi ambizioni politiche.
Sono
bastati pochi voti in più per far ritener loro
che il vento stia cambiando e che la rivoluzione politica
post tangentopoli stia lentamente finendo con un ritorno
alla politica tradizionale, qualla che loro definiscono
vera politica, qualla che capiscono e nella quale sono
maestri.
Ma
l’ Udc in questo momento non è la sola a pensarla
in questo modo.
Guardate
cosa sta avvenendo all’ ombra dell’ Ulivo. Anche
qui gli ex Dc si stanno agitando e cercano di smarcarsi
distinguendosi da prodiani e sinistra.
E
se poi vogliamo proprio dirla tutta l’ elezione all’
Europarlamento di un ex eccellente come Paolo Cirino Pomicino
non è forse un segnale eloquente che il vento sta
cambiando direzione?
Così
la voglia di grande centro è tornata forte negli
ex dc di destra e di sinistra. Pare averlo compreso un
uomo dalle molte vite politiche come Francesco Rutelli
che, zitto zitto, sembra aver cominciato a tesser
la sua tela. Potrebbe esser lui il leader di questa nuova
cosa di centro che aggrega i centristi della Cdl e dell’
Ulivo, condiziona la sinistra e controlla i sempre meno
numerosi fedelissimi di Romano Prodi.
Questo
è il grande disegno. Non immediato e neppure troppo
facile da pereguire. Soprattutto perchè c’è
il prolema dell’ elettorato dell’ Udc: quanto
sarebbe disposto a seguire Follini sulla strada che porta
a un’ obbligata alleanza con la Quercia e i gruppuscoli
che militano alla sua sinistra da Rifondazione ai Verdi
comprendendo tutti i gruppettari dell’ antagonsmo
no global?
Nell’
immediato il gioco di Follini potrebbe essere allora più
semplice: provocare la crisi di governo e arrivare a un
nuovo esecutivo in cui contare di più, magari a un
esecutivo non guidato da Berlusconi, ma da un tecnico di
prestigio (Fazio?). Quindi dar vita a quelle riforme
che più stanno a cuore ai centristi (di destra e
di sinistra) a cominciare dal ritorno al proporzionale.
Povera Italia!!. Santo Domingo, aiutaci tu.................................