Internet
“rimbalza” il terrore o il terrore e’ dentro
internet !!??
“”....assistiamo
ad una la sistematica diffusione del terrore nella popolazione
mondiale, con conseguente auto-privazione della libertà
personale, il bene più caro di ogni individuo occidentale
e più invidiato da ogni cittadino di un Paese sottoposta
a dittatura. Sta quindi ad ognuno di noi la difesa di questo
bene, se non altro per onorare le molte persone che nei secoli
hanno perso la vita per farcene dono.........””
( SANTO DOMINGO OTTOBRE 2004). Come funghi, spuntano e danno
voce al terrore.Siti, forum, organizzazioni militanti islamiche:
internet è diventato un importante protagonista di
questo dopoguerra iracheno. Un nuovo campo di battaglia: una
guerra digitale, nella quale terroristi da una parte e coalizioni
di Paesi democratici dall' altra si fronteggiano con la solita
imperversante presenza dei giornalisti, che corrono certamente
rischi personali minori a sbirciare un sito che a fotografare
un bombardamento, ma che spesso utilizzano un' enfasi a dir
poco eccessiva rispetto all' attendibilità di quanto
si può leggere su forum o su siti creati artigianalmente
in pochi minuti. Ecco quindi che notizie, minacce, rivendicazioni,
poche delle quali supportate da prove inconfutabili, inondano
il web e, di conseguenza, i nostri quotidiani, seminando il
terrore con una pressione planetaria. Sembra, quindi, che
i terroristi possano sventolare quella vittoria psicologica,
che costituisce il loro primo interesse. Internet fornisce
su un di un piatto d' argento la nuova forma di attacco, e
produce ansietà, timore, una sottile ma continua paura
collettiva.
La gente ignora che gran parte di questi proclami, minacce,
rivendicazioni, richieste non arriva tramite raccomandata
alle ambasciate, non viene registrata su videocassetta e consegnata
a network satellitari, bensì viene semplicemente "postata"
attraverso dei forum aperti oppure pubblicata su siti creati
attraverso spazi web gratuiti. Per chi non lo sapesse un forum
non è altro che una bacheca dove chiunque può
scrivere ciò che vuole, semplicemente registrandosi
(in forma totalmente anonima e senza alcuna "selezione")
e picchiando qualche tasto, possibilmente di una tastiera
in un Internet-cafè come garanzia di un anonimato assoluto.
Unico requisito? Conoscenza della lingua del forum, vale a
dire nella maggior parte dei casi l' arabo, per la quale reperire
un traduttore compiacente e riservato, coinvolto ideologicamente
o comprato con un tozzo di pane è diventato una banalità
in qualsiasi paese occidentale.
Esiste
un regolamento in ogni forum e spesso vi è la figura
del "moderatore", ma parliamo di contesti e di civiltà
dove le regole e la moderazione non sono certo di casa. Non
è possibile dimostrare, quindi, che i messaggi minacciosi
che sono piovuti sull' Italia alle porte dell' estate o sugli
USA siano usciti direttamente dalla bocca di Bin Laden, siano
stati partoriti dalla mente criminale di qualche suo luogotenente,
o semplicemente provengano da organizzazioni attive. Quando
non vi è la presenza di foto o di qualche prova certa,
il mittente potrebbe essere anche il panettiere all' angolo.
La
domanda sorge spontanea: chi mai potrebbe avere interesse
a minacciare l' Italia o l’ Occidente oltre ad eventuali
organizzazioni terroristiche operative? Innanzitutto va
analizzato il tono ed il contenuto di fondo dei messaggi:
mentre si accennava "marginalmente" alle truppe
italiane in Iraq, al popolo italiano infedele, al sangue versato
dai fratelli mussulmani ed altri luoghi comuni post-bellici
il bersaglio prediletto, colpevole di ogni male del mondo,
era sempre uno ed uno solo: Silvio Berlusconi. Facile,
quindi, presumere che un apporto possa "potenzialmente"
provenire da gruppi estremisti che inneggiano al massacro
di carabinieri e che raccolgono fondi per la resistenza irachena.
Elementi in apparenza stupidi ma criminalmente astuti, che
con l' aiuto di qualche compiacente extra-comunitario di lingua
araba (sempre bene accetti nei centri sociali) ritengono opportuno
gettare benzina sul fuoco del terrore che attanaglia l' Italia
e molti paesi del mondo occidentale attraverso una missione
così "coraggiosamente" strutturata: pochi
click e poche righe di testo.
I
motivi possono essere molteplici: dalla semplice mitomania
(grazie all' involontaria collaborazione dei giornalisti un
messaggio nei forum generava i titoli della prima pagina del
giorno seguente) ad una più elaborata strategia di
manipolazione dell' opinione pubblica: da una parte mostrando
un Berlusconi demonizzato da tutto il mondo arabo, dall' altra
accrescendo la paura del terrorismo in Italia forti del fatto
che come colpevole viene sempre additato il Governo, la sua
posizione sulla guerra e la sua funzione di mantenimento della
sicurezza interna.
Esiste,
comunque, la possibilità che i messaggi provengano
effettivamente da gruppi organizzati iracheni o comunque legati
all' estremismo islamico. Ma il punto è che la loro
presenza su un forum non li certifica inequivocabilmente come
organizzazione terroristica, armata e pronta a colpire. Alcune
polemiche sull' ospitalità "tecnologica"
data a questi forum ed a questi siti da paesi quali la Svizzera
e gli Stati Uniti dimostrano, se ve ne fosse ancora la necessità,
la strumentalizzazione delle informazioni o quanto meno l'
ignoranza della materia. Le strutture di pubblicazione dati
(siano messaggi o siti veri e propri) sul web sono affidate
a gestori di connettività, ad organizzazioni quindi
che per poter sopravvivere ai costi d' esercizio devono possedere
un bacino d' utenza molto ampio, che generi quindi molto traffico
e che consenta di vendere servizi all' utente ad un prezzo
modesto e spazi pubblicitari ad un prezzo elevato. Difficile,
se non impossibile, quindi un controllo, da parte dei responsabili
"tecnici" delle strutture, sui contenuti che vengono
inviati, tranne, a seguito di denuncia, la sistematica rimozione.
Più facile sarebbe un monitoraggio da parte di una
polizia informatica internazionale sul traffico che confluisce
nelle suddette comunicazioni, e soprattutto sulle fonti di
provenienza delle stesse, con possibile fornitura di informazioni
con gli enti di pubblica sicurezza che si occupano delle indagini
sulle minacce terroristiche "meno virtuali". Purtroppo
tale organo di controllo esiste, ad oggi e con i poteri necessari
ad essere efficace, solo nei romanzi di Philip Dick.
Nell'
impero di democrazia, sempre più spesso sconfinante nell'
anarchia e nell’ eccesso di Internet è importante,
quindi, che l' opinione pubblica, aiutata invece che sabotata
dai media complici involontari, riconosca il peso specifico
di ogni fonte di informazione. Questo per evitare, ad esempio,
di fare proprio il gioco dei terroristi. E' evidente infatti
come il provocare danni e vittime in occidente sia "solo"
il loro interesse secondario. Quello principale, molto più
semplice, è la sistematica diffusione del terrore nella
popolazione, con conseguente auto-privazione della libertà
personale, il bene più caro di ogni individuo occidentale
e più invidiato da ogni membro di civiltà sottoposta
a dittatura. Sta quindi ad ognuno di noi la difesa di questo
bene, se non altro per onorare le molte persone che nei secoli
hanno perso la vita per farcene dono.