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ANALISI di Ermanno Filosa


ELETTO IN REPUBBLICA DOMINICANA
IL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

LEONEL COME KENNEDY


Santo Domingo -16 Agosto 2004. Veramente impressionante. Ascoltare i 58 minuti del discorso del Presidente Dott. Leonel Fernandez dinanzi al Congresso, pronunziato a braccio, senza leggere, con sicurezza e serenità, decisa e imponente agilità mentale, ci si sente come trascinati in un nuovo mondo: ti guardi accanto e percepisci che si diffonde, come una onda magica, un sentimento comune e corale di consenso e di cambiamento di stato d' animo. E capisci, allora, di che stoffa è fatto l' autentico Lider politico.

Leonel e' come Kennedy, il mai dimenticato Presidente americano ucciso a Dallas: un eccellente comunicatore di nuove prospettive, la sfida ed il coraggio per la la affermazione di ideali e la conquista di certezze. Le parole di Leonel suscitano nella coscienza collettiva l' apertura di nuovi orizzonti, un sentimento di fiducia e la consapevolezza che oramai si va verso un modo di "fare governo" responsabile e dignitoso, concreto e fondato su preparazione e cultura, senza alcuna sensazione di improvvisazione. Si afferma l' ottimismo della volontà, la forza e lo stupore del vigore della ragione e della sofferenza di una studiata proposta.
Non sto qui a ripetere i contenuti politici e programmatici del discorso di insediamento di Leonel, perchè sono noti già a tutti. Desidero, però, analizzare gli aspetti socio-politici, quasi antropici che il discorso- messaggio del Presidente dominicano potrà povocare nella società: si ha la sensazione che si è alle porte di una vera e propria "rivoluzione di miglioramento" e nuove prospettive. È nata la Speranza: è diventato un sentimento diffuso e costante. È nata la Fiducia: la convinzione che comunque "si andrà avanti", verso una nuova frontiera per lo sviluppo economico e il rinnovamento dello Stato Dominicano; si sa: deve prendere corpo e svilupparsi lo Stato di Diritto.!!!. Si capisce che non è piu' tempo di castronerie che scappano dalla bocca come parole non pensate e ponderate; si capisce, dal tono e dal contenuto del discorso di Leonel, che non vi piu' spazio per il comportamento piccolo borghese che si nasconde dietro il doppio petto ministeriale blu, e con la mente ingessata, quasi imbalzamata. È nato il sogno che crea stabilità, la gente si sente tutelata. "Adesso, andiamo avanti" si dice con convizione, sicurezza. Le cose cambiano,si dice.
La scommessa del Presidente Leonel e' imponente, forse titanica. Egli si trova in un mare pieno di disordine, il vento della volontà di un nuovo modo di servire lo Stato troverà forte resistenze: Bertrand Russel lo chiarì molto bene: "La resistenza contro qualunque nuova idea è proporzionale al quadrato della sua importanza"; e non sarà di molto aiuto il mare blu cobalto dei Caraibi che si avviluppa in creste bianche e regolari come in quadro giapponese. Santo Domingo, l' isola del miele, presenta il suo incanto, ma anche le sue incredibili contraddizioni che smentiscono l' omaggio del mare blu cobalto,la prima impressione poetica. È sotto gli occhi di tutti: serve una profonda riforma strutturale, e un cambio di mentalità, la affermazione di una cultura moderna e responsabile; la messa al bando dei sentimenti di avidità e cupidigia, della indifferenza ripiena di ingordigia. La felice e spensierata golosità ha legittimo spazio nel benessere generalizzato, ma non quando il 70% della popolazione ha fame e sete ed il sogno di evasione finisce in bocca ai pescecani nel tentativo di avviarsi verso un nuovo mondo ricco di certezze e di garanzie per il lavoro e la tutela della propia dignità. Veramente sconfortante, una umiliazione per la intelligenza collettiva: come non percepire o essere colpiti da questa offesa alla nostra dignità?!.
Il Presidente Leonel si muove tra i sogni e le illusioni affascinanti e sapienti, e il miraggio non utopico che ronzano nella baia del Palazzo, tra case di contadini e pescatori mal attrezzati,tra palazzi modernissimi e i ruderi di una villa da Diocleziano imperatore. Una stagione di sottili e drammatiche contrapposizioni ideali: questo e' stato l' ultimo decennio in Repubblica Dominicana. La classe dirigente che saliva sul palcoscenico della vita pubblica si era fatta le ossa in un lento e duro apprendistato, attraverso pericolosi rischi personali o in dolente segregazione culturale o soggezione politica verso gli ultimi i Padri della Patria. E riprendeva a fare politica al cospetto di un paese difficile da interpretare. Come rischiava di diventare la Repubblica Dominicana? Intrattabile, perplessa, speranzosa, pronta a scattare come un leopardo ferito, e azzanare alla cieca: un nuovo Eldorado, una terra di conquista politica!! Il tempo è galantuomo: comprenderanno che la personalità, l' uomo Leonel ha impedito tutto questo, scongiurando trame e scenari da incubo. Avventure disumane.
La verità ci rende liberi ma, all' inizio, ci fa infuriare e avvilire. Il Presidente Leonel lo sa. Oggi la società dominicana si trova sulla sulla cuspide tra negazione e rabbia e la parte rabbiosa della rivoluzione attualmente in corso - la rivoluzione della consapevolezza - sarà quella più evidente ed aprirà le porte nel prossimo decennio alla via del benessere generalizzato.Tuttavia siamo sufficientemente saggi e compassionevoli per aiutarci l' un l' altro a superare queste fasi in modo da non confondere, ancora una volta, i mezzi con il fine. La inmigrazione in Repubblica Dominicana è spessa, antica, variegata; La colonia italiana, americana, francese, spagnola, la Unione europea, gli Usa sapranno dare una mano affinchè il nuovo paradigma di cui parliamo si realizzi: un mondo in cui possiamo tutti essere i potenti artefici di noi stessi e dove la massa e l' energia diventano sussidiari della coscienza, per lo sviluppo economico e il rafforzamento democratico del sistema giudiziario per l' affermazione di una "giustizia - giusta", e la lotta alla povertà e alla corruzione. Tutti speriamo di non aver messo il carro davanti ai buoi.
Sì, Leonel come Kennedy. Però vivo, fino a cento anni e passa, senza la tragedia di Dallas. Lei Presidente è certamente collocato, in senso politico stretto, nella cosidetta "terza via", quella tracciata da Busch,B erlusconi, Blair e l' on. Rivolta l' indomabile Vice-Presidente vicario della associazione degli Italiani "AZZURRI NEL MONDO": li segua, se mi permette, anche nell' abbigliamento senza il timore di perdere autonomia. La scelta dell' abito giusto è una delle decisioni più difficili che gli uomini politici devono prendere. Un abito troppo formale li rende rigidi, ma un abbigliamento più sportivo può risultare irriguardoso. È così che è nato, in Europa, in Usa perfino in Cina, lo stile "smart casual", a dimostrazione che i politici di oggi sanno rilassarsi mantenendo intatta la loro autorità. Non so se il Presidente Leonel ha occasione di leggere queste brevi note, pero' un vero segno visibile del cambiamento sarebbe il disuso "dell' abito bianco" nelle cerimonie ufficiali: una incredibile parata che soggioga la coscienza e intimidisce, uno scenario poco moderno, forse un po' pacchiano, che ci riconduce a epoche illiberali.
Non ho certo la pretesa di insegnare alcunchè al Presidente Leonel. Anzi, continuerò ad apprezzarne le sue qualità umane e culturali, politiche. Mi permetto, comunque, di dare in breve e modestamente al Presidente Leonel alcuni suggerimenti ed indicazioni, esprimendo alcune mie considerazioni finali.
Primo: il cambiamento ed il rinnovamento di una società e di uno Stato, sono svolgimenti storici lenti, e il futuro non vedrà protagonista Leonel e la sua generazione come attori principali nella fase di maggior sviluppo di questi processi "da nuovi orizzonti e nuove albe ormai in pieno fulgore"; il futuro delle Repubblica Dominicana è giovane, è donna: la generazione che oggi ha 20-30-40 anni esprimerà i nuovi Leonel, i nuovi Bonetti, i nuovi Puro Peralta, i nuovi Troncoso. A questo mondo giovane e al mondo della donna, bisogna fornire esempi e strutture educative moderne perchè si possa finalmente completare il processo di ricambio generazionale vitale per la realtà dominicana. La partitocrazia ha i giorni contati, si va verso il bipartitismo; ed e' naturale che si aprirà un nuovo modo di essere protagonisti politici al di là di una società imbrigliata in lacci e lacciuoli di carattere oppressivo-partitico. Nasceranno movimenti politici aperti e democratici-creativi e piu' propensi a guardare alla "zona caraibi" senza il paraocchi del provincialismo ed il timore di perder autonomia; il cambiamento allora sarà globale e mondializzato. Il futuro aspetta il mondo dei giovani, e Leonel sarà trasformato dal tempo in Padre della Patria, l' autentico fondatore dello Stato di Diritto non dello Stato patriarcale che adesso ha ricevuto.
Secondo. La reazione ad avvenimenti politici come questo, è sempre in aguato. Covano nell' ombra trame e tentativi di "imboscate ", forti saranno i malumori per il desiderio di Leonel per fare pulizia in uno Stato in disordine, a volte con preoccupanti collegamenti con volontà puramente delinquenziali; ma tutto questo il Presidente eletto lo sa. Sarà messa a dura prova la Sua capacità di incidere con decisione in una situazione politico-istituzionale, ricca di luci e ombre, di continui movimenti poco chiari ma molti seguiti dagli USA con il mondo del malo affare nel narcotraffico: la sfida degli eventi futuri sarà forte,durissimo il confronto, tormentate le implicazioni di carattere politico-militare istituzionale. Ma Leonel ha tutte le carte in regola per superare la prova.
Terzo. Il presidente Leonel non chiuda gli occhi, non dica a priori "no" alla dollarizzazione della economia della Repubblica Dominicana; ci sono tutte le condizioni tecniche per realizzarla, e gli Usa lo hanno già proposto. Non procedere alla dollarizzazione, nei tempi dovuti, potrebbe dare spazio a scenari involutivi che non gioverebbero, anzi rallenterebbero, la realizzazione di una concreta e rapida politica di cambiamento. La firma del Trattato del Libero commercio, e' un primo passo per liberare la economia dominicana dal dominio di una classe dirigente con volontà monopolistica, ed avviare quindi il processo, anche se a piccoli passi, della dollarizzazione. L' utopia dei deboli, è la paura dei forti. Auguri e buon lavoro, Presidente Leonel....!!!

* Il dott. Ermanno Filosa, vive in Santo Domingo, è Presidente dell' Associazione di italiani " AZZURRI NEL MONDO - FORZA ITALIA", e componente del COM.IT.ES. (COMITATO DEGLI ITALIANI ALL' ESTERO - CIRCOSCRIZIONE CONSOLARE DI SANTO DOMINGO - HAITI - GIAMAICA)
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