TERRORISMO
UNICA TRAMA
C'
è un a trama unica lega gli attacchi terroristici a
New York, Washington, Istanbul, Madrid e Londra. È
il filo rosso della lotta contro il capitalismo e la globalizzazione.
I terroristi hanno colpito per primo il World Trade Center,
il cuore del capitalismo mondiale, proprio dopo che i nemici
dell' Occidente, il fronte comune delle dittature terzomondiste
e islamiste, aveva subito un rovescio diplomatico a Durban.
Nella Conferenza di Durban, i dittatori anti-occidentali avevano
cercato di ottenere una condanna internazionale contro Israele,
cercando di far passare una mozione che equiparava il sionismo
al razzismo. E avevano cercato di costringere i governi occidentali
a chiedere formalmente scusa per il colonialismo. Non ci erano
riusciti, perché gli Stati Uniti avevano abbandonato
i lavori e i Paesi europei, pur solo astenendosi, non avevano
sottoscritto quel documento infame.
Subito
dopo Al Qaeda aveva colpito con una violenza inaudita il simbolo
del capitalismo, dell' Occidente e della globalizzazione:
il World Trade Center. E colpendo anche il Pentagono avevano
attaccato anche il cervello militare della più grande
potenza liberale del mondo. A Istanbul, all' indomani della
guerra in Iraq, avevano attaccato banche britanniche, con
il preciso scopo di allontanare un Paese in bilico fra Oriente
e Occidente, quale è e resta la Turchia, dalla «corruttrice»
influenza finanziaria occidentale.
A
Madrid, alla vigilia delle elezioni, erano riusciti a terrorizzare
una popolazione divisa, che doveva scegliere fra un leader
liberale e filo-occidentale e un utopista pronto all' appeasement
con le dittature anti-occidentali. Sono perfettamente riusciti
nel loro intento e hanno mandato al potere una sinistra che
è fra le più radicali in Europa, perfettamente
conforme ai loro interessi di breve e lungo periodo, pronta
a ritirar subito le truppe dall' Iraq e propensa a dividere
il fronte anti-terroristico.
E
adesso è stata colpita Londra: proprio quando, nel
G8, Tony Blair proponeva la sua ricetta per far rinascere
l' Africa (terreno di infiltrazione e colonizzazione culturale
degli islamisti iraniani e sauditi) con gli strumenti del
capitalismo, del libero mercato internazionale, dell' abbattimento
dei privilegi agricoli europei e delle barriere doganali.
È il capitalismo che fa paura all' islamismo, che spinge
alla violenza questa nuova forma di totalitarismo che, dopo
il nazismo e il comunismo, si propone di travolgere le democrazie
liberali. Il capitalismo fa loro paura perché è
una formula che stravolge le strutture gerarchiche tradizionali,
rende inutile ogni dogmatismo religioso, nega l' autoritarismo,
permette agli individui di scegliere la propria vita e allo
stesso tempo, proprio per questi motivi, garantisce maggior
benessere e maggior potenza politica e militare. Gli islamisti
considerano il capitalismo alla stregua della Jahilliya, la
barbarie politeista pre-islamica. Lo odiano proprio perché,
dal loro punto di vista, è un sistema che, negando
il dominio della religione sulla società, dovrebbe
essere barbaro e decadente, ma, contrariamente alle loro aspettative,
risulta più potente del sistema politico teocratico
da essi proposto e sostenuto.
La
risposta, ora, spetta a tutte le democrazie occidentali, non
solo alla Gran Bretagna. Se la reazione sarà quella
di ridar vigore alla lotta contro il terrorismo e contro i
regimi che lo sponsorizzano, avremo fatto un passo avanti.
Se ripiegheremo nei nostri sensi di colpa, se inizieremo a
chiederci, come dopo l' 11 marzo, «perché li
abbiamo offesi», avranno vinto loro. Finora Blair ha
reagito bene, così come ha reagito bene la popolazione
di Londra, che non ha abbandonato gli uffici ed ha affollato
i pub, secondo la stessa logica del «business as usual»
che ha caratterizzato la resistenza britannica contro l' aggressione
nazista dal 1940 al 1944. Finora, almeno, gli inglesi non
sono scesi in piazza alzando le mani e gridando «pace»
come avevano fatto gli spagnoli prima di arrendersi.
di Ermanno Filosa