Nato nel ' 29, era leader di Anp
Yasser Arafat è nato il 24 agosto 1929 al Cairo,
anche se lui ha sempre sostenuto di esser nato il 4 agosto dello
stesso anno a Gerusalemme e alcune biografie ne attribuiscono
i natali a Gaza o in altre località. Il suo vero nome
era Mohammed o Abdul Rahman mentre Yasser non è che
un nomignolo familiare. La sua adesione alla causa palestinese risale
ai primi anni Cinquanta, quando frequenta l' università al
Cairo. Nel 1956 partecipa alla guerra di Suez nelle fila dell' esercito
egiziano.
Successivamente va in Kuwait e fonda nell' ottobre 1959 Al
Fatah, un movimento di liberazione che, dopo la creazione dell'
Olp nel 1964, ne diventerà la principale componente. Entra
in clandestinità e riappare, dopo la guerra del 1967, con
il nome di battaglia di Abu Ammar. Supera indenne il 'settembre
nero' del 1970, quando re Hussein scatena una repressione militare
contro i feddayn e lo caccia dalla Giordania: il quartier generale
dell' Olp si trasferisce a Beirut.
L' invasione israeliana del Libano nel 1982 lo costringe a spostare
la direzione Olp a Tunisi. Musulmano sunnita, nel 1992 sposa la
propria assistente, la cristiana Suha Tawil, da cui ha una
figlia. Nel settembre 1993, dopo trattative segrete tra Olp e Israele
mediate dalla Norvegia, riesce ad arrivare alla storica firma della
Dichiarazione di principi comune e alla indimenticabile stretta
di mano con il premier israeliano Yitzhak Rabin a Washington,
che gli vale il Nobel per la pace. Nel 1994, dopo 27 anni di esilio,
Arafat torna nei territori palestinesi e alla guida dell' Anp, nata
in seguito agli accordi di Oslo.
Nel 1996, con l' 87,1% dei voti, è eletto presidente dell'
Anp. Dopo il fallimento degli accordi di pace di Wye Plantation
e con l' inizio della seconda Intifada, nel settembre 2000,
la leadership di Arafat viene apertamente messa in discussione da
Israele e dagli Stati Uniti, che lo accusano di incoraggiare il
terrorismo, e anche da settori palestinesi: quelli radicali che
lo considerano troppo 'morbido' e quelli che denunciano la corruzione
della sua gestione politica e chiedono una riforma dell' Anp.
Dal dicembre del 2001, Arafat viene tenuto confinato nel suo quartier
generale di Ramallah, che fino a maggio 2002 viene assediato dai
carri armati israeliani per rappresaglia contro i crescenti attentati
esplosivi che Israele gli rimprovera di non fermare. Sotto la pressione
degli Stati Uniti, ideatori della "road map" per la pace
in Medio Oriente, nel marzo 2003 Arafat nomina primo ministro palestinese
Abu Mazen (Mahmud Abbas), considerato un interlocutore più
credibile per i negoziati. Tra Arafat e il premier da lui designato
si creano però da subito dei contrasti sulla linea da tenere,
interpretati dagli osservatori come la dimostrazione che il vecchio
rais non ha nessuna intenzione di vedere scavalcata la sua leadership.
Il 6 settembre dello stesso anno Abu Mazen si dimette e il rais
lo sostituisce subito con Abu Ala (Ahmed Qrea), presidente
del parlamento palestinese e architetto degli accordi di Oslo sull'
autonomia della Palestina. Pochi giorni dopo il governo israeliano
decide di espellere il presidente dell' Autorita' nazionale palestinese
(Anp) dai Territori, provocando grandi manifestazioni di protesta
da parte dei suoi sostenitori. Arafat in risposta al provvedimento
afferma: "Nessuno mi caccerà".
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