Biografie
  


Marlon Brando

 

 

WASHINGTON - Marlon Brando e' morto; lo ha detto il suo avvocato alla Ap. Il decesso e' avvenuto in un ospedale di Los Angeles. Brando aveva 80 anni. La notizia del decesso era stata data da una tv locale dell' Arizona, che aveva raccontato di due chiamate ai vigili del fuoco dall' abitazione dell' attore, la scorsa notte, entrambe annullate.




BRANDO: LA VITA AGRA DI UN GRANDE ATTORE

- '' Faccio il mestiere piu' inutile del mondo, ma resto a Hollywood perche' non ho il coraggio di rifiutare i soldi''. Selvaggio, scostante e intrattabile, diviso fra tragedie personali, colpi di testa esistenziali e totale immersione nel 'metodo' che ha reso celebre l' Actor's studio, Marlon Brando ha attraversato quarant' anni di cinema tra interpretazioni magistrali e partecipazioni bislacche ma miliardarie a film di valore piu' che dubbio, ''modificando comunque - come ha scritto il critico David Thomson - sia nei suoi lunghi ritiri che nei suoi migliori lavori il nostro modo di intendere la recitazione''. Fin dagli esordi indicato come l' erede di Lawrence Olivier, Brando mostro' immediatamente di essere assai piu' pigro, meno ambizioso, piu' tormentato ma anche piu' sensibile al denaro dell' illustre collega inglese.



Padre spirituale dei ribelli senza causa (come James Dean, che per tutta la sua breve vita lo ebbe come modello e cerco' di imitarlo), Brando ha incarnato la figura dell' attore con la A maiuscola e come molti di questa elite di interpreti ha vissuto, con il proprio mestiere, in un costante rapporto di amore-odio, di esaltazione e di disillusione. Macchina da cinema dalla fisicita' prima minacciosa e sensuale poi fin troppo debordante, Brando e' stato candidato all' Oscar otto volte vincendo due statuette ('54 e '72). Quando, nel 1951 ('Un tram che si chiama desiderio'), irrompe sullo schermo la canottiera immacolata di Kowalski-Brando, che diventera' un cult per ogni macho, l' attore ha in realta' gia' dato prova di straordinarie doti di immedesimazione in 'Uomini', un aspro melo' di Fred Zinneman dell' anno precedente. Qui Brando e' un reduce paraplegico, disperato e introverso, che recita praticamente solo con il volto.

Con 'Un tram che si chiama desiderio' pero', che aveva gia' interpretato a teatro, inizia la costruzione dell' icona-Brando, brutale e attraente, virile e violento, seduttivo e pericoloso. Quello che molti definirono 'Il Metodo al lavoro', era un attore gia' formato e, con la complicita' del regista Elia Kazan, trasformo' la piece di Tennessee Williams nella storia di Kowalski piu' che in quella di Blanche (Vivien Leigh). D' altra parte fu con un pugno di film tutti interpretati in questo decennio che il volto e il corpo di Brando vennero consegnati alla leggenda. Con Kazan (che poco prima di morire sostenne senza falsa modestia di essere stato il regista ad aver meglio impiegato Brando) l' attore recita poi in 'Viva zapata' (1952) e 'Fronte del porto' (1954), che gli frutta il primo Oscar.

E in un film che la critica ha sempre complessivamente giudicato mediocre ed ambiguo, nonostante gli otto Oscar, a rifulgere e' proprio l' interpretazione di Brando, perfezionistica e a tratti perfino compiaciuta, ma incancellabile soprattutto in alcune scene, come quella celebre del pestaggio. Tra l' uno e l' altro c' era stato 'Il selvaggio' di Lazslo Benedek (1953), altra pietra miliare nell' edificazione del mito Brando nell' immaginario collettivo maschile e femminile, oltre che spia sociologica in consistente anticipo sui tempi. All' incarnazione di una gioventu' insofferente e randagia Brando regalo' il meglio dell' arte introspettiva dell' Actor's studio e qualche anno dopo Andy Wahrol certifico', con alcune delle sue celebri serigrafie, l' ingresso nei must popolari del giubbotto nero indossato dall' attore nel film.

Prima della fine del suo decennio d' oro, gli anni '50, Brando da' anche prova di versatilita' con l' Antonio di un celebre 'Giulio Cesare' (1953), il Napoleone di 'Desiree'' (1954) lo Sky Masterson di 'Bulli e pupe' (1955) e il biondo tedesco di 'I giovani leoni' (1958). Gli anni Sessanta saranno invece quasi solo una sequenza di prove mediocri, con l' eccezione della sua unica regia ('I due volti della vendetta', 1961), di 'Riflessi in un occhio d' oro' (1967) di John Huston e di 'La fuga' (1966) di Arthur Penn. Gli anni Settanta, che si inaugurano col terzomondista 'Queimada' di Pontecorvo, ne segnano il clamoroso ritorno, grazie a due registi che lo impiegano con grande originalita' in ruoli diversisissimi. Francis Ford Coppola in 'Il padrino' (1971) che gli vale il secondo Oscar, (quello che non andra' a ritirare per solidarieta' con la causa dei pellerossa) e Bernardo Bertolucci nel controverso 'Ultimo tango a Parigi'.



Di quest' ultimo film, doloroso e romantico, il volto sfatto di Brando ('un Mito con la pancia', secondo Maria Schneider), il suo inimitabile modo neglige' di indossare qualunque cosa e, perche' no, la vertiginosa credibilita' nell' interpretare una sequenza di sodomia, sono gli elementi di un successo senza confini e di un caso sociologico. Il resto, tra anni '80 e '90, sono solo apparizioni miliardarie (un miliardo al minuto, per alcuni film) e a volte imbarazzanti, come in 'Superman' (1978) e 'La formula' (1980). Fa eccezione il Kurz di 'Apocalipse Now' di Coppola (1979): nell' oscurita' scolpita da Vittorio Storaro, con la testa rasata, Brando regala un saggio di recitazione da offrire alle scuole di cinema. Ma al mestiere amato-odiato l' attore offrira' ancora la misura e l' impegno di una maturita' malinconica in film come 'Un' arida stagione bianca' (1989), 'Don Juan De Marco' (1995), 'The score' (2001, che riunisce tre generazioni in cui ognuno e' l'erede dell'altro: Brando, De NIro, Edward Norton), tutti segnati dal suo volto e da un corpo eccessivo ormai inutilizzabile per la recitazione se non per piccoli gesti e movenze che sono da soli momenti di puro cinema. 02/07/2004


BRANDO: 40 FILM E DUE OSCAR

Biografia cinematografica di Marlon Brando.
Uomini (1950); Un tram che si chiama desiderio (1951); Viva Zapata! (1952); Giulio Cesare (1953); Desiree (1954); Fronte del porto (1954); Il Selvaggio (1954); Bulli e pupe (1955); La casa da te' alla luna d'agosto (1956); Sayonara (1957); I giovani leoni (1958); Pelle di serpente (1959); I due volti della vendetta (1960); Gli ammutinati del Bounty (1962); Missione in Oriente (1963); I due seduttori (1964); I Morituri (1965); A sud ovest di Sonora (1966); La caccia (1966); La Contessa di Hong Kong (1967); Riflessi in un occhio d'oro (1967); Candy e il suo pazzo mondo (1968); La notte del giorno dopo (1969); Queimada (1969); Improvvisamente un uomo nella notte (1972); Il Padrino (1972); Ultimo tango a Parigi (1972); Missouri (1976); Superman (1978); Apocalypse Now (1979); La formula (1980); Un' arida stagione bianca (1988); Il boss e la matricola (1990); Cristoforo Colombo: la scoperta (1992); Viaggio all' inferno (1992); Don Juan de Marco maestro d' amore (1995); Il coraggioso (1997); L' isola perduta (1997); In fuga col malloppo (1998); Apocalypse Now Redux (2001); The Score (2001). 02/07/2004



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