C'
era una volta la Panda 4x4
Il suo segreto
era tutto nell' ottimo telaio di base, nel robusto motore e nel
sistema di trazione integrale della Steyr-Puch
La storia di un progetto unico
Il
progetto, al quale contribuì in modo determinante Giorgetto
Giugiaro, era quello di un' utilitaria semplice ed essenziale
dal punto di vista tecnico-costruttivo, ma robusta, spaziosa
come un furgoncino e dalla praticità straordinaria, nonché
economica nel prezzo d' acquisto e nei costi di gestione.
Così,
all' inizio degli anni Ottanta, la "formula Panda"
segnò una svolta e un successo importante nella storia,
comunque sempre di straordinario rilievo, delle piccole auto
del gruppo Fiat.
Ciliegina
sulla torta della gamma di questa fortunata vetturetta è
poi diventata, a partire dal 1983, la versione a quattro ruote
motrici, anch' essa priva di soluzioni sofisticate sul piano
meccanico, ma dalle prestazioni tanto valide da farla diventare
una concreta alternativa alle fuoristrada "dure e pure",
nei confronti delle quali la 4x4 della casa torinese non manifestava
nessun complesso d' inferiorità. Anzi, spesso l' agile,
leggera e compattissima Fiat, in situazioni particolarmente
difficili, riusciva a dare la paga a modelli assai più
costosi, pretenziosi e dalla carta d' identità ultraspecialistica.
L'
ottimo telaio di base della Panda, l' affidabilità del
motore e delle componenti fondamentali, unite ad un sistema
di trazione integrale studiato assieme all' austriaca Steyr-Puch,
azienda dalla grande esperienza in materia (tanto per fare un
esempio, ha realizzato con Mercedes la Classe G), consentirono
la messa a punto di un mezzo capace di trarsi d' impaccio un
po' ovunque, in montagna come sugli sterrati, apprezzato perfino
da corpi militari o dalle polizie forestali. Equipaggiata con
un quattro cilindri a benzina (nell' ultima variante di 1.100
cc da 54 Cv), sospensioni antiquate ma indistruttibili a balestre
posteriori, gomme tassellate, cambio a cinque marce dalla prima
cortissima (surrogato di una vera e propria ridotta), sterzo
privo di servocomando e, naturalmente, senza neppure l' ombra
di apparati elettronici, la Panda 4x4 passava dalla trazione
anteriore all' integrale con il semplicemente intervento del
guidatore su una maniglia sistemata sul tunnel centrale, che
metteva in movimento anche il treno posteriore con il suo secondo
differenziale.
Certo,
sui percorsi convenzionali il comportamento della piccola Fiat
a quattro ruote motrici costringeva a non pochi compromessi
(velocità massima intorno ai 130 km/h, accelerazione
modesta, tanto rumore, molleggio rigidissimo, qualche apprensione
nell' affrontare allegramente le curve e consumi non proprio
da utilitaria), ma lasciato l' asfalto diventava uno strumento
efficacissimo pronto alle prove più impegnative: forti
pendenze, buche, sassi, neve e qualche guado non sono mai stati
problemi insormontabili.
Comprensibile
quindi che, nonostante prezzi decisamente più elevati
delle versioni standard, la Panda 4x4 sia stata venduta in oltre
200 mila esemplari e che ancora molti ne rimpiangano il pensionamento.
Oggi,
d' altra parte, il nuovo modello si avvale di una tecnologia assai
più moderna e vanta prerogative di livello superiore, in
fuoristrada e soprattutto nell'impiego normale, ma la filosofia
di base, improntata alla versatilità estrema, possiamo
dire che non è mutata. Il piccolo mito, dunque, continua
a vivere.
Torna
un' icona nel mondo dei fuoristrada.
Fiat Panda 4x4
agli antipodi della Cayenne
Piccola, minimalista, simpatica e dal prezzo record di 12.200
euro. Motore 1200 da 60 Cv
La
cosa migliore della Panda 4x4?
E' il fatto che esiste.
Che sia bella, brutta, che si pianti nella prima pozzanghera
o che scali l' Everest poi conta poco. La Panda 4x4 è
una specie di icona per il mondo dei fuoristrada, è l'
approccio minimalista alla fondamentale esigenza di muoversi
su terreni accidentati, l' anti-Porsche Cayenne. La macchina
che sdogana gli odiati fuoristrada, ma anche un simbolo. Un
simbolo importante. Come la Bialetti, la Coca Cola, la Nutella.
La
lacuna quindi è colmata. La Panda 4x4 è tornata
fra noi. E - per fortuna - con uno spirito spartano e con un
prezzo record: 12.200 euro. Certo mancano perfino i vetri
elettrici e l' airbag passeggero (inutile chiedere climatizzatore
o stereo), ma l' immagine è salva: dal 3 ottobre chi
abita in montagna, deve affrontare strada innevate o lunghi
sterrati, potrà finalmente muoversi senza spendere una
fortuna.
Detto
questo, la domanda è lecita: ma com' è questa
Panda? Se lo chiedete a Herbert Demel (l' Ad di Fiat
Auto, mica uno qualunque) la risposta è disarmante e
senza possibilità di replica: "perfetta".
Certo
è che il design sembra aver beneficiato dell' assetto
rialzato (160 mm) e di tutti quegli orpelli che fanno tanto
4x4, montati di serie sulla versione Climbing. La macchina sembra
più allegra, sbarazzina. Il motore per ora è solo
il 1.2 da 60 Cv, ma nei primi mesi del prossimo anno arriverà
anche il 1.3 Multijet da 70 Cv, sicuramente il più adatto
a una macchina del genere.
La
forza di quest' auto rimane comunque la maneggevolezza: lunga
357 cm, larga 160 e alta 163, la Panda ha un diametro di
sterzata di soli 9,6 metri. Due le versioni disponibili:
la base e la Climbing che oltre ad essere ancora più
alta da terra (165 mm) ha in più i paraurti con scudi
di protezione, fasce paracolpi di grandi dimensioni e coordinati
a dei particolari codolini dei parafanghi, oltre al riparo sottomotore.
Ma anche gomme 185/65-14 (M+S) adatti ad ogni tipo di impiego
(al posto delle 165/70-14 M+S).
Per
chi ama rotolarsi nel fango invece diciamo che l' angolo di
“attacco” (misura l' angolo massimo anteriore che
può essere affrontato da un off-road senza toccare con
la carrozzeria), l' angolo di “uscita” (la massima
pendenza affrontabile in retromarcia partendo da un piano orizzontale)
e quello di “dosso” (cioè il massimo angolo
che può avere la base di un dosso a forma triangolare
per essere superato senza “toccare sotto”) sono rispettivamente
24° (anteriore), 42° (posteriore) e 24° (dosso),
che diventano rispettivamente 26°, 44° e 23° nell'
allestimento Panda 4x4 base. Con una pendenza massima superabile
è di oltre il 50%.
Tutto
questo ovviamente non solo per la compatta carrozzeria: le sospensioni
anteriori sono a ruote indipendenti del tipo McPherson con
bracci oscillanti inferiori trasversali ancorati ad una traversa
ausiliaria e barra stabilizzatrice collegata all'ammortizzatore.
Anche la sospensione posteriore è a ruote indipendenti
con bracci longitudinali tirati vincolata su telaio specifico
con barra stabilizzatrice.
La
trazione è invece di tipo integrale permanente, con due
differenziali e un giunto viscoso che ripartisce la coppia motrice
fra l' assale anteriore e quello posteriore.
Su strada
asfaltata la Panda 4x4 accelera da 0 a 100 km/h in 20 secondi
e raggiunge una velocità massima di 145 km/h, ma
la più potente diesel fa registrare invece rispettivamente
16 secondi e 155 km/h. Un po' poco certo, così come
il sottosterzo è un po' superiore alla norma, mentre il
coricamento laterale è piuttosto pronunciato, e lo sterzo
è un po' lento nell' inserire la macchina in curva. Ma
questa non è una macchina normale. E un vero piccolo fuoristrada.
E basta percorrere anche solo un sterrato per rendersene conto...