Le
prove sperimentali che l' esercizio fisico altera il fabbisogno
dietetico di proteine
Da ormai circa venti anni è stabilito che nel muscolo
scheletrico l' alanina (un aminoacido che occupa una
posizione centrale nel metabolismo degli aminoacidi) può
essere prodotto secondo una modalità che dipende
dall' intensità dell' esercizio (Felig, Wahren
1971; Odessey et al. 1974).
Si tratta di una osservazione che è particolarmente importante
in quanto fa supporre che gli ammínoacidi di cui sono
composte le proteine contenuti o nel muscolo o nel fegato (che
sono le due fonti principali di proteine corporee) possono rappresentare
una fonte di energia durante l' esercizio fisico.
Studi
sull' ossidazione hanno confermato questa ipotesi ed hanno dimostrato,
inoltre, che l' allenamento della resistenza aumenta l' ossidazione
degli aminoacidi (Dohm et al. 1977; Henderson et al. 1985).
Questo aumento dell' ossidazione dovuto all' esercizio sembra
interessare anzitutto gli aminoacidi ramificati (leucina, isoleucina
e valina) e probabilmente è dovuto al fatto che l' attivazione
dell' enzima che ne limita l' ossidazione, dipende dall' intensità
dell' eserczioo (Kasperek, Snider 1987; Wagenmakers et al. 1991).
Inoltre l' ampiezza di questa ossidazione può essere
significativamente correlata ai fabbisogni dietetici perché
si è accertato che in una singola esercitazione della
durata di due ore al 55% del V02 viene ossidato l' 86% del fabbisogno
quotidiano di uno di questi amminoacidi (Dohm, Louis 1978).
Sebbene non sia ancora disponibile una prova diretta che questi
dati siano rappresentativi, in quanto finora sono stati studiati
solo pochi aminoacídi isolati, sembra che la quantità
assoluta di aminoacidi ossidati durante esercizi di resistenza
possa essere significativa in quanto in numerosi studi (Lemon
1991) è stata osservato un incremento della concentrazione
dell' urea ematica (che è il principale prodotto finale
dell' ossidazione degli aminoacidi) ero un aumento dell' escrezione
d' urea dopo l' esercitazione.
Nell' insieme questi risultati fanno pensare che gli aminoacidi
possano rappresentare una fonte ausiliaria di energia durante
esercizio prolungato moderata. Decrementi nella sintesi proteica
e16 incrementi nella degradazione delle proteine dovuti
ad esercitazioni di resistenza determinano la necessità
di disporre di aminoacidi per la loro ossidazione (Booth, Wilson
1985).
Chiaramente
l' intensità o la durata di molte attività sportive
sono tali da implicare una ossidazione significativa di aminoacidi.
Inoltre è noto che tale ossidazione è inversamente
proporzionale alla disponibilità di glicogeno (Lemon,
Mullin 1980; Wagenmakers et al. 1991). Sebbene generalmente
si pensi che la disponibilità di glicogeno sia della
massima importanza negli sforzi fisici continui e prolungati,
vi può essere una significativa deplezione di glicogeno
in molti tipi di attività sportive, ad esempio nei giochi
sportivi con la palla (Green et al. 1988; Jacobs et al. 1986).
Ciò può contribuire ad un incremento dell' utilizzazione
degli aminoacidi dovuto alla durata dell'esercizio fisico.
E interessante riflettere sul fatto che alcune procedure (probabilmente
esercizi di allenamento e/o la dieta) che possono aumentare
l' ossidazione degli aminoacidi sono in grado di diminuire la
dipendenza di un atleta dal glicogeno, e quindi avere come risultato
un miglioramento del rendimento dell'esercizio.
Nel
caso che un atleta non assuma una quantità sufficiente
di proteine nella sua dieta ci si deve chiedere quale sia la significatività
del probabile effetto che ne risulta. Sebbene qualsiasi effetto
sia minore e meno evidente dell'ovvio effetto di fatica provocato
da un apporto dietetico insufficiente di CHO, probabilmente un
dieta che preveda l'assunzione di una quantità inadeguata
di proteine può produrre problemi notevoli. Un aumento
dell' ossidazione degli aminoacidi ne determina la loro perdita
irreversibile, che se non compensata con la dieta può danneggiare
il processo normale di sintesi delle proteine. Ciò provoca
una riduzione delle proteine corporee (Dohm, Louis 1978; Kasperek,
Snider 1985) con conseguente perdita cronica di forza muscolare
e probabilmente di altri aspetti della prestazione fisica.
Gli atleti degli sport di resistenza debbano consumare
circa 1,2 1,4 g x kg-1 x die-1 o circa il 150 - 175% dell' RDA
normale. I fabbisogni di proteine delle atlete potrebbero essere
leggermente minori in quanto è provato che l' utilizzazione
delle proteine durante sforzi di resistenza è maggiore
nei soggetti di sesso maschile che in quelli di sesso femminile
(Phillips et al. 1993; Tapseott et al. 1982; Tarnopolsky et al.
1990). Per mettere a punto più precisamente queste raccomandazioni
sarebbero necessari studi su soggetti di sesso femminile e su
soggetti di gruppi diversi d' età.