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Pagina
bianca che mi provoca e sfianca,
che mi guarda stanca, sussurra che sente
che qualcosa le manca.
Sarán
le parole che mi rimbalzano in testa
A farle una festa, ad accarezzarla.
Speriamo che resti,
che
non se ne vada l' ispirazione,
il versetto, la rima,
un' altra canzone,
e
poi come prima, a ricominciare
a guardarmi intorno in una realtá scura,
pero' questa volta senza paura.
Ti
trovo davanti alla televisione,
che strano, mi pare che fosse,
ma forse hai ragione,
anch'
io avrei dovuto,ma no, lascia stare,
ti chiedo scusa, non ti disturbare,
non farti pregare
ti
porto lontano almeno un secondo,
il tempo che serve per mangiarmi il mondo,
e poi mi nascondo e faccio finta di nulla.
Intanto
mi chiedi, mi interroghi, é strano,
ancora mi stanco, divento divano
e non mi muovo, mi piego;
non
credo stavolta ci sia spiegazione,
puo' essere in fondo che abbia ragione
a prendermi sempre poco sul serio,
a
voler realizzare ogni mio desiderio
mentre ballo e sorrido, mentre un altro delirio
mi prende le ossa.
Credi
che possa sembrarmi opportuno
Conoscere te, e dopo nessuno,
nient' altro, succede, e dopo si vede
il
cambio di ritmo, l' accordo che cade,
l' arpeggio che suda e non é piú elegante,
la nota la sento un poco stridente
ma
forse poi a te non importa neanche,
chissá che ne sai del mio cielo viola,
delle nostre lenzuola, bagnate, sudate,
appiccicate
alla pelle,
le sue gambe avvinghiate, catene,
son forti, mi stringono,
in
certo modo proteggono
da tutto quello che é fuori di lei,
del suo raggio, del suo territorio.
La
mente si sforza di dire che é giusto,
poi si contraddice, ci prende gusto
e lo fa di nuovo,
non
riesco a capire, mi sfiora l' idea
che tu questa notte possa non esser mia
e voglio scoppiare,
picchiare,
bruciare anche l' aria,
trattenere il respiro fino a morire,
correre via.
Malinconia,
che strano, mi prendi
Quando meno me lo aspetto.
Mi avvolgi nel tuo mantello
E
mi coccoli, tenera, madre,
sei sentimentale, sarebbe banale
dire anche solo una volta
che
non ti ho mai tolta di mezzo,
a che prezzo, spavento, mi perdo
spavaldo, poi ho caldo
e
cerco ristoro dentro di te,
ti bevo e ti succhio,
ti devo anche un mucchio
di
baci arretrati, dai stringimi,
che ormai la notte é passata,
ti posso guardare in faccia
e
stare bene per tutto il giorno.
Pensare che dopo ogni partenza,
il piú delle volte viene anche il ritorno.
Ma
se non fosse, se non succedesse,
non ne sarei mortificato,
continuerei cercandoti altrove
magari
in posti che nessuno sa dove,
né come né nient' altro ancora,
e tempo una ora
ti
avró ritrovata, individuata,
studiata, comprata come fossi una mela
al mercato.
Tempo
imottigliato, passato
che non ce la fai a dimenticare,
e cose che sai non potranno tornare.
Ti
prendo la mano e ti tengo stretta,
stasera non voglio restare da solo.
Siediti qui e facciamo finta
Che
oggi esistiamo soltanto noi due,
con il mare, le stelle, un buon vino bianco;
mentre di stare con te, io non mi stanco.
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