Adesso
che anche tu ormai sei guarita
Niente
al mondo mi fa piú paura,
nemmeno
le giravolte della vita.
Le
luci dan colore a questa notte scura,
illuminano
te che sei pulita,
che
del mio male sei la cura.
A
volte é difficile comprendere la sorte,
il
perché i migliori amici se ne vanno
troppo
giovani fra le braccia della morte.
Invece
qui si beve, a Natale e Capodanno.
Ogni
tanto arriva uno che ha le gambe corte
e
che dice di sapere ció che gli altri non sanno.
Gioco
ad esser grande ma mi riesce male,
sará
che la mia testa non ne vuol sapere
di
essere presente, di essere normale.
Di
esser schiavo del lavoro, dei soldi, del potere,
di
ascoltare le bugie dei professionisti,
di
aver occhi e fare finta di non poter vedere.
Mentre
c’é gente che nemmeno li ha mai visti
I
miracoli del mondo, le sue meraviglie,
i
suoi controsensi ed i suoi imprevisti
ma
che sta bene uguale, anzi forse di piú
di
tutti quegli altri che stanno a sudare
per
un miliardo o due, come spesso fai tu.
Provo
ad essere come mi vogliono,
ma
mi riesce poco:
troppe
cose ormai non mi sconvolgono.
Osservo
al microscopio le mie mani
Che
ne hanno stretto tante altre fino ad oggi
E
mi accorgo solo adesso che rimani
Solo
e triste se a qualcuno non ti appoggi
In
qualche modo, uno qualunque.
Che
ti serva a stare bene negli alloggi
Della
malinconia, dove puo cader chiunque
Per
un attimo, un bicchiere od una vita ,
che
alla fine ,ubriaca, passerá comunque
scivolando
via come sabbia fra le dita,
senza
che ce ne accorgiamo,
senza
essere in realtá la via d’ uscita.
Vado
avanti in questa vita senza fili,
senza
niente da capire, senza amici,
rimpiangendo
nel mio cuore quei cortili
dove
gridava impazzito un pallone,
si
sbucciava il ginocchio un bambino,
cantavamo
tutti la stessa canzone.
Se
ci fosse qui Virgilio, chissá cosa
mi
direbbe, arrivati a questo punto
Del
mio viaggio surreale nella prosa;
mia
madre mi consiglia “ hai bisogno di una sposa
almeno
una, che ti ami veramente!”
mio
padre é negativo, dice “sei pericolosa!
E
poi si sa, che della vita tu non ci capisci niente!”
Quante
voci, all’ improvviso é un melodramma
Che
mi lascia totalmente indifferente.
Eppure
quante volte ho giá chiamato amore
Questa
vita che mi culla e mi castiga,
mi
provoca e sopporta senza far rumore,
mi
insegna come fosse la mia migliore amica,
mi
lascia mille volte per poi innamorarmi ancora,
mi
ama a modo suo, senza far fatica.
Rimbalzo,
fra un tramonto ed una aurora
E
cado sopra un cuore variopinto,
che
non avevo visto fino ad ora.
Dal
precipizio a volte m’ hanno spinto
Ma
ho aperto le mie ali piú dorate
E
dopo molti sforzi adesso ho vinto
Questa
forza di gravitá,
i
tuoi discorsi e le loro risate,
tutti
i dubbi della mia giovane etá.
Ti
trovo lí seduta ad aspettarmi,
paziente
con il tuo sorriso in volto,
per
donarmi tutto l’amore che puoi darmi.
Non
mi chiedi se son giusto o orripilante,
se
sono irriverente e esagerato,
testa
dura, blasfemo ed incostante
e
anche se lo sono mi sopporti,
questo
é assai importante:
perció
andró dove mi porti.
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