Fondato da Giovanni GARIBALDI     
<< RITORNARE
Articoli
Documenti
Rassegna stampa
Links
Contatto
Italia & Italia
L' Occasione
Mapa del Sito

 
ARTICOLI
ITALIA CRONACA SPECIALE HABEMOS PAPA


Il nuovo Papa è Ratzinger Tedesco
78 anni, prenderà il nome di Benedetto XVI.
Roma 19.04.05 ore 18.40 - Campane a festa a San Pietro. Esultanza dei fedeli "Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare e agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere", ha detto il nuovo Papa alla finestra. Il Conclave è durato solamente due giorni. Già lunedì sera la prima fumata, segno che i Cardinali avevano già cominciato a discutere del successore di Giovanni Paolo II.

CHI E' JOSEPH RATZINGER
Cardinal Joseph Ratzinger
Presidente della Commissione Biblica

Il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, presidente della Pontificia commissione biblica e della Pontificia commissione teologica internazionale, decano del Collegio cardinalizio, è nato a Marktl am Inn (Passau), in Germania, il 16 aprile 1927. Il 29 giugno del 1951 è stato ordinato sacerdote. Ha studiato filosofia e teologia. Nel 1957 ha ottenuto la libera docenza e nel 1969 è divenuto professore ordinario di dogmatica e di storia dei dogmi nell' università di Ratisbona e vicepresidente della stessa università. Già nel 1962 aveva acquistato notorietà intervenendo come consulente teologico al Concilio Vaticano II.

La scelta allora aveva provocato qualche polemica perché Ratzinger era considerato troppo progressista.

Il 24 marzo 1977 Paolo VI lo ha nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga e cardinale nel Concistoro del 27 giugno 1977, già del Titolo di S. Maria Consolatrice al Tiburtino, e in seguito dei titoli della Chiesa Suburbicaria di Velletri-Segni e della Chiesa Suburbicaria di Ostia.

Il 25 novembre 1981 è stato nominato da Giovanni Paolo II prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e presidente della Pontificia commissione biblica e della Pontificia commissione teologica internazionale.

Dal 30 novembre 2002 è decano del Collegio cardinalizio. Ratzinger e Baum sono gli unici cardinali creati da Paolo VI presenti al Conclave.

È membro del Consiglio della II sezione della Segreteria di Stato; delle Congregazioni: per le Chiese Orientali, per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti, per i vescovi, per l' Evangelizzazione dei popoli, per l' Educazione cattolica; dei Pontifici consigli: per la Promozione dell'unità dei cristiani, della Cultura; della Pontificie commissioni: per l'America latina; "Ecclesia Dei".








Papa, il suo destino nel nome

Rivela la biografia e il Pontificato


Ma soprattutto, quale nome sceglierà? Chiarito che il neoeletto Pontefice non è obbligato a cambiare il proprio nome e a sceglierne uno già assunto dai predecessori, seppure questa abitudine sia ormai una tradizione consolidata, è attesa sul nominativo che adotterà. Perché pare che il nome sia rivelatore non solo della biografia del Santo Padre, ma anche del suo Pontificato.
Secondo gli esperti di storia pontificia, se la scelta dovesse cadere su un nome come Giovanni XXIV, potrebbe indicare un desiderio di riformare la Chiesa. Se dovesse essere Paolo VII, indicherebbe la volontà di portare avanti una forte posizione morale. Pio XIII potrebbe suggerire un ritorno alla tradizione e Gregorio il desiderio di ripristinare alcuni dei tesori perduti della Chiesa, come la suggestione della liturgia e della musica.
Ma vediamo alcuni esempi. Papa Luciani scelse di chiamarsi Giovanni Paolo in onore dei suoi due immediati predecessori e Wojtyla decise di portare avanti la tradizione dopo il papato durato appena un mese. E' stato il primo caso di doppio nome per un Papa. Tradizione vuole che il Pontefice latinizzi il suo nome cristiano, assuma quello di un santo o quello di un Papa precedente. Può anche scegliere un nome che gli attribuisca una specifica virtù, come Pio, Innocenzo o Clemente.
Dalla ricomposizione dello Scisma d' Occidente, nel 1449, nove Papi scelsero un nome che era stato di un antipapa, a segnalare l'illegittimità dell'omonimo. Alcuni si sono lasciati guidare da considerazioni di carattere personale, come Giovanni XXII che optò per il nome di suo padre. Nel 1009, Pietro, vescovo di Pavia, scelse di chiamarsi Sergio IV perché gli sembrava presuntuoso assumere quello del padre della Chiesa. Fino al 533 i Papi conservavano il loro nome di battesimo. Il primo a infrangere la tradizione fu Mercurio che, salito al soglio pontificio, ritenne inopportuno mantenere quello di una divinità pagana.
Nella storia della Chiesa ci sono stati 23 Giovanni, 16 Gregorio, 14 Clemente, 13 Innocenzo, 14 Leone e 12 Pio. Ma i bookmakers puntano sul nome di Benedetto, seguito da Giovanni Paolo.






L'autoritratto di Papa Ratzinger
"Sono un uomo umile e semplice"


In un'intervista del novembre 2001 a Radio Vaticana, riproposta all'indomani dell'elezione al soglio pontificio, il cardinale Joseph Ratzinger si raccontava senza remore, tracciando un proprio autoritratto che, in qualche modo, somiglia molto alle sue prime parole da Papa dalla loggia centrale di San Pietro: "Io sono un umile lavoratore della vigna del Signore".

"E' impossibile un autoritratto, ed è difficile giudicare se stessi - spiegava Ratzinger quattro anni fa - Io posso soltanto dire che vengo da una famiglia molto semplice, molto umile, e perciò non mi sento tanto cardinale, mi sento un uomo semplice. In Germania vivo in un piccolo paese con persone che lavorano nell'agricoltura, nell'artigianato, e lì mi sento nel mio ambiente. Nello stesso tempo cerco di essere così anche nel mio ufficio, se riesco: non oso io giudicare. Io ricordo sempre con grande affetto la profonda bontà di mio padre e di mia madre. Naturalmente per me bontà implica anche la capacità di dire "no", perché una bontà che lascia correre tutto non fa bene all'altro, qualche volta la forma della bontà può essere anche dire "no" e rischiare così anche la contraddizione. Ma anche questo deve essere realmente nutrito non da senso di potere, di rivendicazione, ma deve provenire da un'ultima bontà, dal desiderio di fare bene all'altro. Questi sono i miei criteri, questa la mia origine, altro dovrebbero dire altri".

Lei ha paura di Dio?, chiese l'intervistatore "Non ho paura di Dio - fu la risposta del futuro Benedetto XVI - perché Dio è buono. Naturalmente sono consapevole della mia debolezza, dei miei peccati. In questo senso c'è un timore di Dio che è altra cosa dalla paura intesa nel senso umano. Sant'Ilario ha detto: "Tutta la nostra paura è nell'amore". Quindi l'amore implica non paura ma, diciamo, la preoccupazione di non contrastare il dono dell'amore, di non far nulla che potrebbe distruggere l'amore. In questo senso, c'è qualcosa d'altro, che non è paura: è riverenza, tanta, in modo che ci si sente obbligati realmente a rispondere bene a questo amore e di non far nulla che potrebbe distruggerlo".

Lei, chiese allora l'intervistatore, afferma che la Chiesa "non ha ancora effettuato il balzo nel presente": cosa intende? "C'è ancora un grande lavoro di traduzione da fare dei grandi doni della fede nel linguaggio di oggi, nel pensiero di oggi - rispose Ratzinger - Le grandi verità sono le stesse: il peccato originale, la creazione, la redenzione, la vita eterna... ma molte di queste cose si esprimono ancora con un pensiero che non è più il nostro e bisogna farle arrivare nel pensiero del nostro tempo e renderle accessibili per l'uomo perché veda davvero la logica della fede. E' un lavoro ancora da fare".

Cosa dice oggi alle nuove generazioni?, fu l'ultima domanda. "Che devono aver fiducia - rispose il futuro Papa - che la Chiesa è sempre giovane ed il futuro sempre appartiene alla Chiesa. Tutti gli altri regimi che sembravano molto piu' forti sono caduti, non esistono più. Sopravvive la Chiesa, sempre una nuova nascita appartiene alle generazioni. Fiducia, questa è realmente la nave che conduce al porto".






Ratzinger, un uomo tranquillo
Libri e musica le sue grandi passioni


Se Giovanni Paolo II si è fatto conoscere come il Papa sportivo, Benedetto XVI sembra essere più "tranquillo". Nel privato il nuovo Pontefice ama i gatti, suona il pianoforte (Mozart e Beethoven i suoi musicisti preferiti) e non è mai stato un tipo troppo amante dell'attività fisica. La sua grande passione è la lettura, in particolare la letteratura francese di autori cattolici come Claudel, Bernanos e Mauriac.

La dieta a tavola
La semplicità di Joseph Ratiznger si evince anche dalla sua dieta. Zuppa di verdure e petti di pollo non mancano mai nel suo menù quotidiano. Soprattutto alla sera, Benedetto XVI preferisce tenersi leggero. E' astemio e al massimo si concede un'aranciata, uno dei suoi "vizi". Tra i suoi cibi preferiti ci sono anche il pompelmo rosa mangiato a fette e la bresaola.
Un consomme' viennese per primo, un tagliere di salumi stiriani come secondo, un pezzo di sacher torte o uno strudel come dolce e come bevande due immancabili lattine di aranciata. Per circa quindici anni è stata questa la cena che Roberto Proscio, a lungo direttore di sala in un ristorante di specialita' tirolesi a Roma, ha servito al futuro papa Benedetto XVI.

Il fratello commosso e preoccupato
Felicità mista a preoccupazione in casa di padre Georg Ratzinger, il fratello maggiore del nuovo Pontefice. Nel momento dell'elezione, Georg è caduto dalla sedia per l'emozione dopo aver trepidato insieme alla sorella Maria davanti alla televisione. La gioia è disturbata soltanto dal pensiero che adesso Joseph interrompa i contatti con i suoi familiari che finora erano stati pressoché quotidiani. "Parliamo al telefono da anni praticamente ogni giorno, solo il Conclave lo ha costretto a interrompere la nostra consuetudine affettuosa", ha spiegato il "fratellone". Poi una piccola precisazione: "E' una favola quel che si dice di lui, che sia un duro. Adesso la responsabilità è grande e un po' mi preoccupa la sua salute".






Inizia il Pontificato di Benedetto XVI

"La Chiesa è viva e giovane"

ROMA - 24.04.2005 - "Non abbiate paura di Cristo"
Iniziato il Pontificato di Benedetto XVI. Il Papa non ha voluto fare un "programma di governo" ma si è rivolto ai giovani rinnovando l' invito di Papa Wojtyla: "Non abbiate paura di Cristo". Poi ha salutato ebrei e laici. Al termine della messa ha salutato i fedeli a bordo della papamobile.

VENTIMILA FIORI SUL SAGRATO PER PRIMA MESSA DEL PAPA
LA PRIMA UDIENZA E' PER I MEDIA, E CATTURA LE SIMPATIE


ROMA - Ventimila fiori ornano, gia', il sagrato di San Pietro: per la prima messa di Papa Benedetto XVI sono al lavoro da ieri sei esperte fioriste ornamentali di Sanremo e Imperia. Oltre a questo "piccolo esercito floreale" ci sono anche grandi vasi di azalee rosse giunte dal Lago Maggiore. Tutta la distesa floreale poggia su un tappeto erboso arrivato da Ravenna.

I ventimila fiori sono un omaggio della Regione Liguria e della Provincia di Imperia. Sono composizioni le quali spiccano soprattutto il bianco e il giallo, i colori dello stato pontificio ma ci sono anche note di rosso e di arancione. In particolare i mazzi sono composti da: rose, gladioli, lilium, solidago, ranuncoli, papaveri, bocche di leone e ginestre. Inframezzati alle composizioni ornamentali ci sono rami verdi di ruskus, meieri, pitosforino variegato e felce cuoio. Le sei fioriste liguri sono aiutate dai giardinieri vaticani. Il colpo d' occhio e' bellissimo: e' il primo omaggio floreale al nuovo Papa e, probabilmente, rimarra' il piu' importante.

I giardinieri sono al lavoro da ieri mattina alle 7.30 e termineranno questa notte. Intanto a Piazza San Pietro sono state disposte 40 mila sedie che ospiteranno una parte di personalita' e religiosi invitati alla prima messa di Papa Ratzinger mentre l'altra parte e' destinata ai fedeli che per primi raggiungeranno San Pietro. Gli addetti alla vigilanza ritengono che la piazza si affollera' di gente gia' dalle prime ore di domattina. Intanto, questa sera, le grotte vaticane dove riposa Papa Wojtyla sono state chiuse con 20 minuti di anticipo per consentire il deflusso della grossa massa di visitatori. Saranno riaperte domani alle 14, dopo la cerimonia.

Su via della Conciliazione, per tutta la giornata e' stato costante e molto sostenuto il flusso di fedeli, pellegrini e turisti comuni che sono entrati nella basilica. Alle poste vaticane sono esauriti gia' da sabato scorso i francobolli emessi durante la sede vacante. Quelli con il nuovo Papa saranno coniati per maggio. A ruba, inoltre, sono andati tutti i francobolli con Papa Giovanni Paolo Secondo: e' rimasta solo la serie dei grandi viaggi del 2003.

Nei negozi di souvenir di via della Conciliazione, i ricordi e gli oggetti piu' venduti sono quelli che rappresentano il papa polacco: i libricini con le preghiere di Wojtyla, il suo rosario, i calendari con la sua immagine.






Papa: "Lavoro rispetti l'uomo"

"Ci sia occupazione per i giovani"
"Il lavoro rispetti l'uomo".

Lo ha detto Benedetto XVI affacciandosi dalla finestra dello studio dell' appartamento papale. "Mi rivolgo a voi - ha detto - per la prima volta da questa finestra, che il mio Predecessore ha reso familiare a innumerevoli persone nel mondo". E ha proseguito: "Auspico che non manchi il lavoro ai giovani e che le condizioni lavorative siano rispettose della dignità della persona umana".

Ancora una volta, dunque, il primo pensiero del Papa è stato rivolto a Giovanni Paolo II. "Di domenica in domenica - ha detto Benedetto XVI - Giovanni Paolo II, fedele ad un appuntamento diventato un' amabile consuetudine, ha accompagnato per oltre un quarto di secolo la storia della Chiesa e del mondo e noi continuiamo a sentirlo più che mai vicino".

"Il mio primo sentimento - ha aggiunto - è ancora di gratitudine verso coloro che mi hanno sostenuto in questi giorni con la preghiera e verso quanti da ogni parte del mondo mi hanno inviato messaggi e voti augurali. Vorrei salutare con particolare affetto le Chiese ortodosse e le Chiese ortodosse orientali, che proprio in questa domenica celebrano la Risurrezione di Cristo. Auguro di cuore che la celebrazione della Pasqua sia per loro una corale preghiera di fede e di lode a Colui che è il nostro comune Signore, e che ci chiama a percorrere con decisione il cammino verso la piena comunione".

Quindi Papa Ratzinger ha parlato dell' importanza del lavoro nella vita dell' uomo e della solidarietà, giustizia e pace come pilastri su cui costruire l' unità della famiglia umana. Nel suo primo Regina Coeli il Papa ha voluto sottolineare la necessità che nella società di oggi sia testimoniato il "Vangelo del lavoro". "Quest' oggi - ha detto il Papa - iniziamo il mese di maggio con una memoria liturgica tanto cara al popolo cristiano, quella di San Giuseppe Lavoratore. Fu istituita dal Papa Pio XII di venerata memoria proprio cinquant' anni or sono, per sottolineare l' importanza del lavoro e della presenza di Cristo e della Chiesa nel mondo operaio. E' necessario testimoniare anche nell' odierna società il Vangelo del lavoro, di cui parlava Giovanni Paolo II nell' Enciclica Laborem exercens".

"Auspico - ha proseguito - che non manchi il lavoro specialmente per i giovani, e che le condizioni lavorative siano sempre più rispettose della dignità della persona umana. Penso con affetto a tutti i lavoratori e saluto quelli raccolti in Piazza San Pietro appartenenti a numerose associazioni. In particolare saluto gli amici delle Acli, che celebrano quest 'anno il sessantesimo di fondazione, ed auguro loro di continuare a vivere la scelta della fraternità cristiana come valore da incarnare nel campo del lavoro e della vita sociale, perché la solidarietà, la giustizia e la pace siano i pilastri su cui costruire l' unità della famiglia umana".



<< RITORNARE