Ribaltina
Fondato da Giovanni GARIBALDI     
    COM.IT.ES.: NOTIZIE
    >NOTIZIE>SEDE>REGOLAMENTO>COMMISSIONI>PROGRAMMI>VERBALI>COMUNICATI
<< RITORNARE
ITALIA & ITALIA
Edizione di fine settimana
IL CORRIERE IN EDICOLA

REPUBBLICA DOMINICANA
COMUNITA'
ITALIA
EUROPA
MONDO

IL PASTONE
ANALISI

OPINIONI

GLI SPECIALI DEL CORRIERE
EDITORIALE
RIFLESSIONE DI OGGI

CERCO LAVORO
L'OCCASIONE
E-MAIL
CHI SIAMO
MAIL-LIST

FOTO DEL GIORNO
PUBBLICITA'

<< RITORNARE


COM.IT.ES.
COMPITI, FUNZIONI E POTERI

Tutti ci chiediamo e credo di non sbagliarmi includendo i neoeletti del Comites, quali siano i compiti, funzioni e, soprattutto poteri che hanno i nostri eletti.
Una domanda apparentemente difficile, ma che leggendo attentamente la Legge e interpretandola da un punto di vista giuridico - istituzionale, ha una risposta più che ovvia.
Per primo vorrei analizzare quali erano i compiti e funzioni dei Comites nelle vecchie normative e dopo analizzare cosa è cambiato con la nuova Legge del 2003, ripercorrendo parte della discussione alla Camera dei Deputati.


PRIMA

I COMITES, in collaborazione con l'autorità consolare ed Enti, Associazioni e comitati operanti nella circoscrizione, promuove idonee iniziative nelle materie attinenti alla vita sociale e culturale, all'assistenza sociale e scolastica, alla formazione professionale, alla ricreazione, allo sport e al tempo libero della comunità-italiana-residente-nella-circoscrizione.
Esso, inoltre, esprime pareri, proposte e suggerimenti sulle iniziative che l'autorità consolare intraprende in favore della comunità.

Il COMITES deve costantemente cooperare con l'autorità consolare nella tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini emigrati, nel rispetto delle norme previste dall'ordinamento locale e delle norme del diritto internazionale e comunitario. Il Comitato è tenuto inoltre a segnalare all'autorità consolare le eventuali violazioni delle Convenzioni e delle norme internazionali inerenti ai lavoratori italiani.

Esso, inoltre, esprime pareri, proposte e suggerimenti sulle iniziative che l'autorità consolare intraprende in favore della comunità.

COMMENTI AL PRIMA DELLA NUOVA LEGGE

Fin qui, è più che chiaro che i Comites non avevano una vera identità e i loro compiti e funzioni erano eterei e fumosi. Vista l'assoluta mancanza nel specificare quale poteri avesse per realizzare le suddette funzioni, erano più dei Circoli Culturali e Ricreativi che una Istituzione Pubblica con doveri e poteri.
Questa conclusione la si capisce anche e soprattutto dalle parole usate nei testi di Legge precedenti tali come, promuove, cooperare, segnalare, pareri, proposte e suggerimenti.

Nel passato le lamentele degli italiani nel mondo sono state numerose, sfociando in una sempre più scarsa affluenza al voto, per capire che i Comites non li rappresentavano, in quanto vuoti di contenuti e poteri.

DURANTE LA DISCUSSIONE DEL NUOVO PROGETTO DI LEGGE

Vediamo ciò che si prometteva fosse una vera e propria riforma, che avrebbe dovuto definire quello che, fino ad allora era assolutamente un classico ''pasticciaccio' all'italiana.

Così esordisce l' On.Mirko Tremaglia parlando del disegno di legge prima che fosse votato in Parlamento:

"Riforma rivoluzionaria dei Comitati per gli Italiani all'estero.

Aumentati i finanziamenti per i Comites, che dovranno essere erogati entro i primi 4 mesi dell'anno - Istituito il Comitato dei Presidenti in ogni Paese con più Comitati - Coinvolti i consiglieri CGIE come istanza superiore - Sancita l'incompatibilità con gli enti gestori - Stabilito il voto per corrispondenza

Tra le numerose novità introdotte dalla legge, è da ricordare in primo luogo la definizione dei COMITES dettata dall'articolo 1, comma 2: "Il Comitato è organo di rappresentanza degli italiani all'estero nei rapporti con le rappresentanze diplomatico-consolari".

Vengono definiti, all'articolo 2, compiti e funzioni, prevedendo l'espressione di pareri obbligatori, la redazione di una relazione annuale sulle attività svolte, la formulazione di proposte e raccomandazioni.

Il rapporto con i consolati si configura come collaborazione e scambio positivo. Come recita il medesimo articolo 1, comma 4, il Comitato, previa intesa con le autorità consolari, può rappresentare istanze della collettività italiana residente nella circoscrizione alle autorità e alle istituzioni locali, con esclusione, ovviamente, delle questioni che attengono ai rapporti tra gli Stati. Se restano ferme, e non poteva essere diversamente, le competenze specifiche che fanno capo alle rappresentanze diplomatico-consolari, incardinate nel diritto internazionale, il nuovo testo ha cercato di proporre soluzioni equilibrate nel rapporto tra Consoli e COMITES.
E' la rappresentanza diplomatico-consolare italiana ad informare le autorità locali dell'istituzione del Comitato e del tipo di attività svolta (articolo 1, comma 4), a rendere partecipe il Comitato degli incontri ufficiali con le autorità locali sulle questioni di interesse della comunità italiana (articolo 1, comma 5), a riferire al Comitato la natura e l'esito degli interventi esperiti a seguito delle segnalazioni di eventuali violazioni di norme dell'ordinamento locale, internazionale e comunitario che danneggino cittadini italiani.

Il legislatore ha insistito su concetti come "cooperazione", "collaborazione", "assicurazione di un regolare flusso di informazioni", "indizione di riunioni congiunte" per definire il nuovo rapporto, quasi di osmosi, tra l'autorità consolare e il Comitato, nella tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini italiani

Questo tipo di rapporto con l'autorità consolare non toglie nulla all'autonomia del Comitato che, come recita l'articolo 2, comma 1, ultimo periodo, opera per la realizzazione delle iniziative che esso stesso ha assunte.''.


Sicuramente le intenzioni dell' On.Tremaglia erano buone, ma devo amaramente osservare che anche qui, i poteri e quindi anche la possibilità di comunicare direttamente con le Istituzioni in Italia senza un intermediario Consolato e Ministero degli Affari Esteri, sono assolutamente nulli.

Analizzando tutta la discussione in aula, della Camera dei Deputati e vista la mia ben conosciuta fede politica di centro destra, rimango sconcertato e amareggiato nel constatare che sono stati bocciati emendamenti che il centro sinistra aveva presentato. Questi emendamenti, se approvati, avrebbero dato ai Comites veri poteri e la possibilità di avere come interlocutori diretti il Governo Le Regioni, i Comuni e tutti i Ministeri interessati, senza l'obbligatorio filtrante passaggio ''ad imbuto'' del Console. Conclusione? L'attesa svolta decisiva per la figura dei Comites, come vero portavoce e rappresentante degli italiani all' Estero, si riduce a una nuvola di fumo, perlomeno riguardo i poteri.

Vorrei riportare alcuni pezzi riassunti, ma importanti degli interventi alla Camera dei Deputati:

''Per quanto concerne le funzioni consultive dei Comitati, queste si concretizzano nella formulazione di proposte all'autorità consolare e nell' espressione di pareri, talvolta considerati per legge obbligatori, ma mai vincolanti.

'' nell'ultima assemblea è stato votato uno specifico ordine del giorno che chiedeva al Parlamento di modificare il disegno di legge del Governo rafforzando l'autonomia, i poteri e le risorse dei Comites secondo le indicazioni avanzate dal CGIE. Tuttavia, se non introduciamo che i Comites hanno la funzione essenziale di istituire relazioni con le istituzioni locali di quel consolato rischiamo, laddove non vi siano buoni rapporti tra consolati e Comites, una sostanziale inerzia dell'attività di tali comitati. In tal senso auspichiamo l'approvazione del nostro emendamento.''

''Gli emendamenti che abbiamo presentato non mi sembravano affatto stravolgenti, anzi essi da un lato avrebbero posto i Comites nelle condizioni di istituire relazioni con le autorità e le istituzioni locali per tutte le questioni che non attengano al rapporto fra gli Stati, d'intesa con le autorità consolari, dall'altro avrebbero soppresso la necessità di tale intesa nel caso di istanze rivolte alle nostre istituzioni.

''L'originario disegno di legge del Governo, concordato fra Ministero degli italiani nel mondo e Ministero degli affari esteri, diceva: ciascun comitato fa, individua, concorre. Il nuovo testo dice: ciascun comitato contribuisce, può presentare. Dunque, ha una funzione eterea.''

''Forse è utile precisare a cosa servono. È utile precisarlo, se riteniamo che servano ancora. In caso contrario, si sarebbe dovuta operare un'altra scelta: i comitati non servono; ormai c'è il voto e si eleggono i rappresentanti in Parlamento; i comitati non servono più. Se, invece, riteniamo che servano ancora - e noi pensiamo sia così -, allora è bene precisare a cosa servono.''

''il ruolo e i poteri dei comitati vorremo fossero comparati a quelli che ritroviamo nel nostro paese, esercitata dai consigli comunali ed è per questo che insisto sulla simmetria con i nostri consigli comunali, altrimenti, vi saranno dei Comites potenzialmente ridotti a malinconica stampella.''

''...opporsi alla lettera di questo emendamento. Esso recita: "L'autorità consolare favorisce altresì la partecipazione del Comitato alle manifestazioni e agli incontri ufficiali che si svolgono nella circoscrizione con le istituzioni centrali e locali italiane." Se cioè una regione o il Governo o un municipio italiani si recano in delegazione in quel paese e tengono incontri ufficiali, il consolato favorisce la partecipazione del Comites a questo-incontro.''

DOPO L' APPROVAZIONE DELL' ATTUALE LEGGE

Credo che quegli emendamenti avrebbero dovuto essere appoggiati e approvati perché i nostri Comites, avessero davvero voce e vera rappresentatività delle Comunità Italiane all'estero, ma non è stato così. Concordo pienamente con il pensiero espresso da Remo Boccia che prima dell'approvazione della nuova legge affermava:

''I Comites, pensati come utili istanze di base ed aggregazione di interventi, limitati dagli incerti poteri e disponibilità finanziarie, sono stati degradati a fori di chiassosa e litigiosa inutilità. Hanno scoraggiato le collettività, l'associazionismo ed il volontariato sociale.
Per il CGIE, come per i Comites che hanno poteri di non potere, si attende la modifica delle rispettive leggi.''


Purtroppo le cose non sono cambiate granché. L'esame presso il Parlamento di un disegno di legge che definisse meglio compiti e funzioni dei Comites, e il testo approvato, hanno partorito un ''mostro'' senza artigli ne denti ne unghie, un mostro che definirei più simile a un mollusco che a un mammifero.

L' approvazione finale del testo di legge, che non permette ai Comites poteri di interlocutoria diretta con le altre Istituzioni Italiane (Ministeri, Governo, Regioni e Comuni) si è rivelata più che un contraddittorio politico e legislativo per il bene di noi italiani all'estero, un braccio di ferro tra gli intoccabili poteri dei Consoli, Consolati, Autorità Diplomatica e Ministero degli Esteri al fine che i Comites non potessero mettere il naso anche li dove ipoteticamente si potessero presentare mal funzionamenti, irregolarità se non addirittura violazioni alle leggi.

"Tuttavia, ritengo importante ricordare che, all'articolo 26, è prevista l' emanazione di un regolamento di attuazione della normativa in esame; infatti, molti aspetti non chiaramente definiti nel presente provvedimento sono demandati alla stesura di questo regolamento.''

RELATORE
Dr. Guido Baccoli



Legge Comites: un "Grazie" a Calzolaio e Bianchi

È stata approvata la nuova legge di riforma dei Comites, il cui unico elemento significativo è costituito dall'introduzione del voto per corrispondenza.

Essendo questa la prima legge di riorganizzazione della rappresentanza dopo il voto all'estero, era auspicabile che una legittimazione diretta comportasse un rafforzamento del ruolo e dei poteri di questo organismo di base. Al contrario, prima il Governo e successivamente la maggioranza parlamentare, hanno fortemente deluso le richieste espresse in tal senso dalle nostre comunità all'estero e ribadite nei pronunciamenti di rappresentanti sia dei Comites stessi che del CGIE. Quest'ultimo organismo in particolare - da sempre unanimemente considerato il Parlamento degli italiani all'estero - non solo aveva proposto un suo disegno di legge, ma aveva sottolineato le divergenze esistenti tra le sue indicazioni, riconfermate anche nell'ultima Assemblea Plenaria, e quelle contenute nel disegno di legge governativo.
I parlamentari del centrosinistra hanno riproposto fedelmente le richieste del CGIE relativamente, in particolare, all'accreditamento dei Comites presso le autorità locali, ai poteri consultivi dei Comites nei confronti delle autorità diplomatico-consolari, all'accorciamento dei tempi necessari per poter votare entro l'anno con la nuova legge e, soprattutto, a una maggiore dotazione finanziaria di questi organismi, per consentire il superamento degli attuali limiti della ordinaria amministrazione.
La maggioranza, però, chiudendosi a riccio, non ha accolto nessuna di queste richieste da tempo avanzate dai rappresentanti delle comunità italiane, attestandosi su una posizione di prendere o lasciare e facendo in modo che, coerentemente, tutto il centrosinistra si schierasse contro questa falsa riforma.
Facciamo quindi appello al senso di responsabilità di maggioranza e opposizione perché in Senato sia modificata questa insoddisfacente e inadeguata riforma, rafforzando poteri e capacità operativa dei Comites.
Accorciando i tempi di preparazione delle elezioni, inoltre, si può avere una buona legge e allo stesso tempo votare entro le scadenze previste.
Ringraziamo i parlamentari del centrosinistra, in particolare gli onorevoli Calzolaio e Bianchi, per la coerenza con la quale hanno raccolto e riproposto le esigenze avanzate dai Comites e dal CGIE.

Gianni Pittella
Responsabile nazionale DS per gli Italiani all'Estero
Norberto Lombardi
Coordinatore del Forum per gli Italiani nel Mondo

Bruxelles/Roma, 7 luglio 2003


Ritornare all' inizio Stampa questa pagina Avvisa un amico Indietro Avanti

>HOME >INIZIO SEZIONE