COM.IT.ES.
COMPITI, FUNZIONI E POTERI
Tutti
ci chiediamo e credo di non sbagliarmi includendo i neoeletti
del Comites, quali siano i compiti, funzioni e, soprattutto
poteri che hanno i nostri eletti.
Una domanda apparentemente difficile, ma che leggendo attentamente
la Legge e interpretandola da un punto di vista giuridico -
istituzionale, ha una risposta più che ovvia.
Per primo vorrei analizzare quali erano i compiti e funzioni
dei Comites nelle vecchie normative e dopo analizzare cosa
è cambiato con la nuova Legge del 2003, ripercorrendo
parte della discussione alla Camera dei Deputati.
PRIMA
I
COMITES, in collaborazione con l'autorità consolare ed
Enti, Associazioni e comitati operanti nella circoscrizione,
promuove idonee iniziative nelle materie attinenti alla vita
sociale e culturale, all'assistenza sociale e scolastica, alla
formazione professionale, alla ricreazione, allo sport e al
tempo libero della comunità-italiana-residente-nella-circoscrizione.
Esso, inoltre, esprime pareri, proposte
e suggerimenti sulle iniziative che l'autorità
consolare intraprende in favore della comunità.
Il COMITES deve costantemente cooperare con l'autorità
consolare nella tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini
emigrati, nel rispetto delle norme previste dall'ordinamento
locale e delle norme del diritto internazionale e comunitario.
Il Comitato è tenuto inoltre a segnalare all'autorità
consolare le eventuali violazioni delle Convenzioni e delle
norme internazionali inerenti ai lavoratori italiani.
Esso, inoltre, esprime pareri, proposte e suggerimenti
sulle iniziative che l'autorità consolare intraprende
in favore della comunità.
COMMENTI
AL PRIMA DELLA NUOVA LEGGE
Fin qui, è più che chiaro che i Comites non avevano
una vera identità e i loro compiti e funzioni erano eterei
e fumosi. Vista l'assoluta mancanza nel specificare quale
poteri avesse per realizzare le suddette funzioni, erano
più dei Circoli Culturali e Ricreativi che una Istituzione
Pubblica con doveri e poteri.
Questa conclusione la si capisce anche e soprattutto dalle parole
usate nei testi di Legge precedenti tali come, promuove,
cooperare, segnalare, pareri, proposte e suggerimenti.
Nel passato le lamentele degli italiani nel mondo sono state
numerose, sfociando in una sempre più scarsa affluenza
al voto, per capire che i Comites non li rappresentavano,
in quanto vuoti di contenuti e poteri.
DURANTE
LA DISCUSSIONE DEL NUOVO PROGETTO DI LEGGE
Vediamo ciò che si prometteva fosse una vera e propria
riforma, che avrebbe dovuto definire quello che, fino ad allora
era assolutamente un classico ''pasticciaccio' all'italiana.
Così esordisce l' On.Mirko Tremaglia parlando del
disegno di legge prima che fosse
votato in Parlamento:
"Riforma rivoluzionaria dei Comitati per gli Italiani
all'estero.
Aumentati i finanziamenti per i Comites,
che dovranno essere erogati entro i primi 4 mesi dell'anno - Istituito
il Comitato dei Presidenti in ogni Paese con più Comitati
- Coinvolti i consiglieri CGIE come istanza superiore - Sancita
l'incompatibilità con gli enti gestori - Stabilito il voto
per corrispondenza
Tra le numerose novità introdotte dalla legge,
è da ricordare in primo luogo la definizione dei COMITES
dettata dall'articolo 1, comma 2: "Il Comitato è
organo di rappresentanza degli italiani all'estero nei rapporti
con le rappresentanze diplomatico-consolari".
Vengono definiti, all'articolo 2, compiti e funzioni, prevedendo
l'espressione di pareri obbligatori, la redazione di una
relazione annuale sulle attività svolte, la formulazione
di proposte e raccomandazioni.
Il rapporto con i consolati si configura come collaborazione
e scambio positivo. Come recita il medesimo articolo 1, comma
4, il Comitato, previa intesa con le autorità consolari,
può rappresentare istanze della collettività
italiana residente nella circoscrizione alle autorità e
alle istituzioni locali, con esclusione, ovviamente, delle
questioni che attengono ai rapporti tra gli Stati. Se restano
ferme, e non poteva essere diversamente, le competenze
specifiche che fanno capo alle rappresentanze diplomatico-consolari,
incardinate nel diritto internazionale, il nuovo testo ha cercato
di proporre soluzioni equilibrate nel rapporto tra Consoli e COMITES.
E' la rappresentanza diplomatico-consolare italiana ad
informare le autorità locali dell'istituzione del Comitato
e del tipo di attività svolta (articolo 1, comma 4),
a rendere partecipe il Comitato degli incontri ufficiali con le
autorità locali sulle questioni di interesse della comunità
italiana (articolo 1, comma 5), a riferire al Comitato
la natura e l'esito degli interventi esperiti a seguito
delle segnalazioni di eventuali violazioni di norme dell'ordinamento
locale, internazionale e comunitario che danneggino cittadini
italiani.
Il legislatore ha insistito su concetti come "cooperazione",
"collaborazione", "assicurazione di un regolare
flusso di informazioni", "indizione di riunioni congiunte"
per definire il nuovo rapporto, quasi di osmosi, tra l'autorità
consolare e il Comitato, nella tutela dei diritti e degli interessi
dei cittadini italiani
Questo tipo di rapporto con l'autorità consolare non toglie
nulla all'autonomia del Comitato che, come recita l'articolo
2, comma 1, ultimo periodo, opera per la realizzazione delle iniziative
che esso stesso ha assunte.''.
Sicuramente le intenzioni dell' On.Tremaglia erano buone, ma devo
amaramente osservare che anche qui, i poteri e quindi anche
la possibilità di comunicare direttamente con le Istituzioni
in Italia senza un intermediario Consolato e Ministero degli Affari
Esteri, sono assolutamente nulli.
Analizzando tutta la discussione in aula, della Camera dei Deputati
e vista la mia ben conosciuta fede politica di centro destra,
rimango sconcertato e amareggiato nel constatare che sono stati
bocciati emendamenti che il centro sinistra aveva presentato.
Questi emendamenti, se approvati, avrebbero dato ai Comites
veri poteri e la possibilità di avere come interlocutori
diretti il Governo Le Regioni, i Comuni e tutti i Ministeri interessati,
senza l'obbligatorio filtrante passaggio ''ad imbuto'' del Console.
Conclusione? L'attesa svolta decisiva per la figura dei Comites,
come vero portavoce e rappresentante degli italiani all' Estero,
si riduce a una nuvola di fumo, perlomeno riguardo i poteri.
Vorrei
riportare alcuni pezzi riassunti, ma importanti degli interventi
alla Camera dei Deputati:
''Per quanto concerne le funzioni consultive dei Comitati,
queste si concretizzano nella formulazione
di proposte all'autorità consolare e nell' espressione
di pareri, talvolta considerati per
legge obbligatori, ma mai vincolanti.
''
nell'ultima assemblea è stato votato uno specifico ordine
del giorno che chiedeva al Parlamento di modificare
il disegno di legge del Governo rafforzando l'autonomia, i
poteri e le risorse dei Comites secondo le indicazioni avanzate
dal CGIE. Tuttavia, se non introduciamo che i Comites hanno
la funzione essenziale di istituire relazioni con le istituzioni
locali di quel consolato rischiamo, laddove non vi siano buoni
rapporti tra consolati e Comites, una sostanziale inerzia
dell'attività di tali comitati. In tal senso auspichiamo
l'approvazione del nostro emendamento.''
''Gli emendamenti che abbiamo presentato non mi sembravano affatto
stravolgenti, anzi essi da un lato avrebbero posto i Comites
nelle condizioni di istituire relazioni con le autorità
e le istituzioni locali per tutte le questioni che non attengano
al rapporto fra gli Stati, d'intesa con le autorità consolari,
dall'altro avrebbero soppresso la necessità di tale
intesa nel caso di istanze rivolte alle
nostre istituzioni.
''L'originario disegno di legge del Governo, concordato
fra Ministero degli italiani nel mondo e Ministero degli affari
esteri, diceva: ciascun comitato fa, individua, concorre.
Il nuovo testo dice: ciascun comitato contribuisce, può
presentare. Dunque, ha una funzione
eterea.''
''Forse è utile precisare a cosa servono. È
utile precisarlo, se riteniamo che servano ancora. In caso
contrario, si sarebbe dovuta operare un'altra scelta: i
comitati non servono; ormai c'è il voto e si eleggono i
rappresentanti in Parlamento; i comitati non servono più.
Se, invece, riteniamo che servano ancora - e noi pensiamo
sia così -, allora è bene precisare a cosa servono.''
''il ruolo e i poteri dei comitati vorremo fossero comparati
a quelli che ritroviamo nel nostro paese, esercitata dai consigli
comunali ed è per questo che insisto sulla simmetria con
i nostri consigli comunali, altrimenti, vi saranno dei Comites
potenzialmente ridotti a malinconica stampella.''
''...opporsi alla lettera di questo emendamento. Esso recita:
"L'autorità consolare favorisce altresì
la partecipazione del Comitato alle manifestazioni e agli incontri
ufficiali che si svolgono nella circoscrizione con
le istituzioni centrali e locali italiane." Se cioè
una regione o il Governo o un municipio italiani si recano in
delegazione in quel paese e tengono incontri ufficiali, il consolato
favorisce la partecipazione del Comites
a questo-incontro.''
DOPO
L' APPROVAZIONE DELL' ATTUALE LEGGE
Credo che quegli emendamenti avrebbero dovuto essere appoggiati
e approvati perché i nostri Comites, avessero davvero
voce e vera rappresentatività delle Comunità
Italiane all'estero, ma non è stato così. Concordo
pienamente con il pensiero espresso da Remo Boccia che prima dell'approvazione
della nuova legge affermava:
''I Comites, pensati come utili istanze di base ed aggregazione
di interventi, limitati dagli incerti poteri e disponibilità
finanziarie, sono stati degradati a fori di chiassosa e litigiosa
inutilità. Hanno scoraggiato le collettività,
l'associazionismo ed il volontariato sociale.
Per il CGIE, come per i Comites che hanno poteri di non potere,
si attende la modifica delle rispettive leggi.''
Purtroppo le cose non sono cambiate granché. L'esame
presso il Parlamento di un disegno di legge che definisse meglio
compiti e funzioni dei Comites, e il testo approvato,
hanno partorito un ''mostro'' senza artigli ne denti ne unghie,
un mostro che definirei più simile a un mollusco che
a un mammifero.
L' approvazione finale del testo di legge, che non permette
ai Comites poteri di interlocutoria diretta con le altre Istituzioni
Italiane (Ministeri, Governo, Regioni e Comuni) si è
rivelata più che un contraddittorio politico e legislativo
per il bene di noi italiani all'estero, un braccio di ferro
tra gli intoccabili poteri dei Consoli, Consolati, Autorità
Diplomatica e Ministero degli Esteri al fine che i Comites
non potessero mettere il naso anche li dove ipoteticamente si
potessero presentare mal funzionamenti, irregolarità se
non addirittura violazioni alle leggi.
"Tuttavia, ritengo importante ricordare che, all'articolo
26, è prevista l' emanazione di un regolamento di attuazione
della normativa in esame; infatti, molti aspetti non chiaramente
definiti nel presente provvedimento sono demandati alla stesura
di questo regolamento.''
RELATORE
Dr. Guido Baccoli
Legge
Comites: un "Grazie" a Calzolaio e Bianchi
È stata approvata la nuova legge di riforma dei Comites,
il cui unico elemento significativo è costituito dall'introduzione
del voto per corrispondenza.
Essendo questa la prima legge di riorganizzazione della rappresentanza
dopo il voto all'estero, era auspicabile che una legittimazione
diretta comportasse un rafforzamento del ruolo e dei poteri di
questo organismo di base. Al contrario, prima il Governo e successivamente
la maggioranza parlamentare, hanno fortemente deluso le richieste
espresse in tal senso dalle nostre comunità all'estero
e ribadite nei pronunciamenti di rappresentanti sia dei Comites
stessi che del CGIE. Quest'ultimo organismo in particolare - da
sempre unanimemente considerato il Parlamento degli italiani all'estero
- non solo aveva proposto un suo disegno di legge, ma aveva sottolineato
le divergenze esistenti tra le sue indicazioni, riconfermate anche
nell'ultima Assemblea Plenaria, e quelle contenute nel disegno
di legge governativo.
I parlamentari del centrosinistra hanno riproposto fedelmente
le richieste del CGIE relativamente, in particolare, all'accreditamento
dei Comites presso le autorità locali, ai poteri consultivi
dei Comites nei confronti delle autorità diplomatico-consolari,
all'accorciamento dei tempi necessari per poter votare entro l'anno
con la nuova legge e, soprattutto, a una maggiore dotazione finanziaria
di questi organismi, per consentire il superamento degli attuali
limiti della ordinaria amministrazione.
La maggioranza, però, chiudendosi a riccio, non ha accolto
nessuna di queste richieste da tempo avanzate dai rappresentanti
delle comunità italiane, attestandosi su una posizione
di prendere o lasciare e facendo in modo che, coerentemente, tutto
il centrosinistra si schierasse contro questa falsa riforma.
Facciamo quindi appello al senso di responsabilità di maggioranza
e opposizione perché in Senato sia modificata questa insoddisfacente
e inadeguata riforma, rafforzando poteri e capacità operativa
dei Comites.
Accorciando i tempi di preparazione delle elezioni, inoltre, si
può avere una buona legge e allo stesso tempo votare entro
le scadenze previste.
Ringraziamo i parlamentari del centrosinistra, in particolare
gli onorevoli Calzolaio e Bianchi, per la coerenza con la quale
hanno raccolto e riproposto le esigenze avanzate dai Comites e
dal CGIE.
Gianni Pittella
Responsabile nazionale DS per gli Italiani all'Estero
Norberto Lombardi
Coordinatore del Forum per gli Italiani nel Mondo
Bruxelles/Roma, 7 luglio 2003
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