TORONTO - Molti i connazionali all’estero che decidono di
riacquistare la cittadinanza italiana che avevano perduto acquisendo
quella del paese in cui vivono. Ma anche molti i connazionali
che "nonostante la chiarezza delle norme, hanno trovato
numerose difficoltà al momento di presentarsi ai Comuni
e alle questure in Italia". Lo sottolinea il Comites
di Toronto che, preoccupato della situazione, ha diffuso un ordine
del giorno nel quale chiede al Ministero dell’Interno di
"impartire le necessarie disposizioni, certe e valide sull’
intero territorio nazionale, alle Questure e ai Comuni allo scopo
di consentire ai connazionali che ne facciano richiesta di riacquistare
la cittadinanza italiana senza dover subire ulteriori umiliazioni"
e al Ministero degli Affari Esteri di "voler stabilire i
necessari collegamenti con il Ministero degli Interni per l’attuazione
delle norme e procedure volte al riacquisto della cittadinanza
italiana". Il Comites fa inoltre appello al Ministero per
gli Italiani nel Mondo "perché intervenga presso i
suddetti Ministeri degli Interni e degli Affari Esteri al fine
di promuovere l’attuazione delle suddette norme nei tempi
più brevi".
Le
norme sono piuttosto chiare e il Comites cita la legge 5 febbraio
1992, n. 91 sull’acquisizione della cittadinanza e, in
particolare l’art. 13. E ricorda che le modalità
pratiche ai fini del riacquisto della cittadinanza italiana
da parte di chi la ha perduta a causa della naturalizzazione
da parte di uno Stato estero prima del 16 agosto 1992 sono state
fornite dal Ministero degli Affari Esteri e riassunte in una
circolare.
Eppure,
denuncia il Comites di Toronto "molti nostri connazionali,
recatisi in Italia ai fini del riacquisto della cittadinanza
italiana, si sono trovati di fronte, in numerose e documentate
occasioni, a impedimenti che variavano da caso a caso, da Comune
a Comune, da Questura a Questura, e, talora, a un muro di ignoranza
della legge e della procedura da parte di vari Comuni o Questure,
per non parlare di quando, secondo il loro racconto, sono stati
trattati alla stregua di immigrati clandestini!".
L’appello
al Viminale ,alla Farnesina e al Dicastero degli Italiani nel
Mondo è pertanto assai motivato ed urgente. Anche perché
il Comites canadese fa presente che "vari Comuni, pur dinanzi
all’esibizione di documenti originali attestanti l’acquisizione
di una cittadinanza straniera prima del 16 agosto 1992, continuano
a mantenere tali connazionali nei propri elenchi dei cittadini
italiani quando, applicando la legge, dovrebbero provvedere
subito e d’ufficio alla loro cancellazione, al punto che,
nei casi più gravi, potrebbe configurarsi perfino l’ipotesi
dell’omissione di atti d’ufficio". Il Comites
rileva pertanto anche "l’esigenza di istruire e informare
adeguatamente il personale dei Comuni e delle Questure al fine
di consentire, ai connazionali che ne manifestano il desiderio,
di riacquisire la cittadinanza italiana secondo procedure certe
e uniformi e non lasciate all’aleatorietà o alla
discrezione di singole autorità locali, con grave e irresponsabile
nocumento ai connazionali stessi".
Sempre
nell’ordine del giorno, il Comites di Toronto, fa esplicito
riferimento alla circolare del Ministero degli Esteri al fine
di meglio informare i connazionali.
Sulla
base della circolare, il Comites di Toronto ricorda ai connazionali
"che avessero perduto la cittadinanza italiana - per aver
acquistato, prima del 16 agosto 1992, una cittadinanza straniera
- potranno riottenerla ristabilendo la residenza in un qualsiasi
Comune italiano. Prima di partire per l’Italia, i connazionali
che intendano riacquistare la cittadinanza italiana - avverte
- dovranno verificare presso il proprio Consolato che il certificato
di naturalizzazione straniera sia stato debitamente trascritto
presso il Comune italiano di ultima residenza. Chi non abbia
mai provveduto ad effettuare tale operazione potrà farlo
"ora per allora", consegnando al proprio Consolato
il certificato di cittadinanza straniera completo di tutti i
dati personali e recante la data di acquisizione. Ciò
al fine di provvedere alla annotazione della perdita della cittadinanza
presso i registri del Comune italiano nel quale il connazionale
potrebbe risultare ancora iscritto. In mancanza di tale operazione,
infatti, il Comune italiano non può accettare la dichiarazione
di riacquisto della cittadinanza italiana". In sostanza,
il connazionale deve prima essere considerato straniero per
poter poi riacquistare la cittadinanza italiana", spiega
il Comites. Precisando anche che !in occasione della visita
in Consolato sarà possibile rendere la dichiarazione
di volontà di riacquisto della cittadinanza, anche se,
per ragioni logistiche e di maggiore speditezza delle pratiche,
appare più efficace effettuare la predetta dichiarazione
direttamente presso il Comune italiano dove si intende ristabilire
la residenza. Una volta giunti in Italia, si va presso la Questura
del Comune prescelto per chiedere un permesso di soggiorno mirato
al riacquisto della cittadinanza. Successivamente ci si reca
in Comune per esibire la dichiarazione di volontà di
riacquisto della cittadinanza resa in Consolato all’atto
della visita (o per renderla ex novo, nel caso che il connazionale
non vi abbia provveduto in Consolato). Si passa, quindi, al
competente Ufficio dello stesso Comune per stabilire la residenza
e chiedere l’iscrizione quale cittadino residente. Una
volta completati i predetti adempimenti si rimane in Italia
in attesa che il vigile urbano, incaricato dal Comune, venga
a verificare se l’interessato sia effettivamente residente
dove ha dichiarato. I tempi perché tale visita venga
effettuata non sono fissi".
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