Morto
Veronelli,
maestro del vino
e della gastronomia italiana
MILANO
- 29.11.04 - Il famoso enogastronomo Luigi Veronelli
è morto oggi a Bergamo, all' età di 78 anni. Veronelli,
autore di numerose pubblicazioni, era originario di Milano.
Nato
nel 1926, Veronelli è stato per quasi 50 anni
il critico enogastronomico per eccellenza. Uomo di battaglie,
intuizioni, stimoli, idee a favore della cultura del mangiar
e del bere bene e dell' agricoltura italiane.
Se oggi i vini, la cucina e "i giacimenti gastronomici"
d' Italia - come li aveva definiti - stanno avendo il successo
che meritano, gran parte è stata opera sua.
Scrittore
brillante, battutista tagliente e creatore di un lessico tutto
suo, Veronelli era uomo di grandi polemiche. Basti ricordare,
ad esempio, il contrasto (e la penalizzazione a livello di giudizio)
con un grande chef come Vissani, reo di non usare l' olio extra
vergine di oliva nel fritto. Le sue Guide - le ultime sui ristoranti,
sul vino e sugli alberghi sono appena uscite - hanno fatto scuola
e tendenza.
Veronelli
non classificava solo i ristoranti ma premiava i piatti che
più lo avevano affascinato, descrivendoli con una prosa
smagliante e sontuosa. Le sue idee sui cru, sui barrique, la
spinta a considerare in un ettaro coltivato più la qualità
che la quantità, il recupero dei vitigni autoctoni, la
classificazione dei vini e molte altre intuizioni hanno fatto
di Veronelli un critico che - come è stato detto - non
"assaggiava" i vini ma ci "dialogava".
E le sue descrizioni sono rimaste celebri: da "Bocca
piena e calda", a "vino da meditazione",
al recente "prime wine".
Assistente
in gioventù del filosofo Giovanni Emanuele Bariè,
collaboratore di Lelio Basso, Veronelli è stato
amico di Luigi Carnacina con il quale ha scritto grandi
testi (La grande cucina, Mangiare e bere all' italiana, La cucina
rustica regionale) di Gianni Brera (con cui è
stato autore di La pacciada), di Mario Soldati che di
lui scrisse: "se Brera è il Gadda dello sport, Veronelli
è il Gadda dell' enogastronomia". Ma anche amico
di Giangiacono Feltrinelli e dell' architetto design
Silvio Coppola. Tanto battagliero da essere condannato
anche a sei mesi di carcere per istigazione alla rivolta dei
vignaioli piemontesi per protesta contro i grandi monopoli.
E a tre mesi per aver pubblicato un libro di De Sade.
Negli
anni Sessanta e Settanta è stato autore di trasmissioni
televisive sulla cultura dei vini e dei cibi. A 78 anni aveva
nel cassetto un romanzo giallo e una miniera di idee per difendere
la qualità, come le battaglie condotte con il sostegno
dell' Anci a favore delle Denominazioni Comunali dei giacimenti
gastronomici e dell' olio d'oliva.
La notizia
della morte è stata data dalla famiglia che, nel chiedere
"massimo rispetto per il dolore,
prega gli amici di portare l' ultimo saluto mercoledì primo
dicembre al Cimitero Monumentale di Bergamo".