di
Giovanni GARIBALDI
ROMA - 08.11.04 - Netta vittoria dei consumatori, storica
sconfitta per le banche. La Cassazione, a Sezioni unite,
ha messo una pietra tombale sulla storica questione dell' anatocismo
praticato dagli istituti di credito. In pratica quando il
conto del correntista era in nero gli interessi venivano calcolati
annualmente, quando era in rosso il calcolo era trimestrale.
La Cassazione si era già pronunciata in proposito con
tre distinte sentenze.
"Ma
gli istituti di credito, pur adeguando il calcolo degli interessi
- spiega Elio Lannutti, presidente dell' Adusbef
- hanno sempre fatto orecchie da mercante sui rimborsi
chiesti dai risparmiatori. Nonostante le tre sentenze fossero
già definitive, la banche esigevano una sentenza della
Cassazione a Sezioni unite nella speranza che questa ribaltasse
le precedenti interpretazioni. Hanno perso. Ora dovranno pacificamente
rimborsare chi per anni ha subito questa pratica e per i Tribunali
a questo punto il lavoro sarà in discesa, a meno che
il governo non intervenga con una sanatoria".
La
vera novità è che le clausole di capitalizzazione
trimestrale degli interessi dovuti dal correntista devono
considerarsi nulle anche se contratte prima del noto orientamento
giurisprudenziale che, nella primavera del 1999, ne ha negato
l' uso. In sostanza la sentenza ha valore retroattivo. "E'
questa la sintesi della sentenza n. 21095 della Suprema Corte
di Cassazione - spiega Lannutti - che ha bocciato definitivamente
la pretesa delle banche e dell'Abi di ribaltare i precedenti
pronunciamenti".
L'
Adusbef ha calcolato che i risparmiatori interessati sono
più o meno 10 milioni, per un totale di rimborsi che
va dai 20 ai 30 miliardi di euro. Potranno richiedere
i rimborsi degli ultimi dieci anni tutti coloro che hanno
ancora un conto corrente presso l' istituto di credito,
oppure chi, pur non avendo più il rapporto con la
banca abbia conservato le scritture contabili.
La
pratica dell' anatocismo è vietata dall' articolo 1283
del Codice civile, ma gli istituti di credito per anni, lo
hanno sempre praticato, dichiarando che i cosiddetti "usi
bancari" lo prevedevano.
"L' anatocismo - spiega Lannutti - ha messo
in ginocchio tanti piccoli imprenditori. Noi stiamo sostenendo
la causa di uno di loro che per 12-13 anni ha avuto un prestito
di 800 milioni di vecchi lire con una banca. Una volta rifatti
i conti, senza l' anatocismo, si è scoperto che è
la banca a dovergli rimborsargli un miliardo di vecchie lire".
Gli interessi infatti venivano capitalizzati ogni tre mesi,
facendo lievitare il conto finale.
Una "guerra" tra banche e correntisti che è
durata anni. "E che ora è definitivamente archiviata".
Peccato che non si ricordi chi l' ha iniziata noi gli vogliamo
rendere giustizia.
Leggi
l' intervista con il Dott. Guido BACCOLI colui che ha iniziato
questa incredibile vicenda. NON ESISTONO POTENTI
INTOCCABILI