COSA
E' PREVISTO ALLA SUA MORTE?
Alla morte del papa scattano una serie di adempimenti in parte
dettati dalla tradizione, in parte da norme stabilite dai pontefici.
Ricevuta la notizia della morte del papa, il camerlengo deve
accertarla ufficialmente, alla presenza del maestro delle celebrazioni
liturgiche e del segretario e cancelliere della Camera apostolica.
Questi compila il documento o atto autentico di morte. Il camerlengo,
apposti i sigilli alla camera e allo studio del papa, comunica
il decesso al vicario di Roma, che ne informa con una speciale
notifica il popolo di Roma. Il portone di bronzo viene chiuso
a meta' e le campane di san Pietro suonano rintocchi a martello.
Terminata la ricognizione della salma questa viene composta
dai medici e rivestita dei paramenti pontifici: la mitria bianca
sul capo, la ''casula'', cioe' il mantello che si usa per le
celebrazioni della Messa, di colore rosso che e' il colore di
lutto dei papi, e il pallio, una striscia di lana bianca con
croci nere, simbolo di dignita'. Si dispone poi l'esposizione
del corpo all'omaggio dei fedeli, che si protrae per tre giorni
e in genere avviene nella Basilica di San Pietro. Nessuno puo'
fotografare il corpo del pontefice defunto, a meno che non abbia
il permesso del camerlengo. Questi potra' concedere di fotografare
il corpo a titolo di documentazione, ma solo se questo sara'
rivestito degli abiti pontificali. Se il Papa non fosse morto
a Roma, come e' accaduto in questo secolo per Pio XII e Paolo
VI, entrambi deceduti a Castelgandolfo, il collegio dei cardinali
avrebbe dovuto predisporre la traslazione della salma in Vaticano.
In entrambi i casi i cortei funebri sostarono fuori della basilica
di san Giovanni in Laterano, cattedrale di Roma, per ricevere
l'omaggio del popolo e del clero romano. Sono i cardinali a
celebrare i Novendiali, cioe' le esequie in suffragio dell'
anima del pontefice defunto, che si protraggono per nove giorni.
E il collegio cardinalizio, cui compete il governo corrente
della Chiesa nel periodo di interregno, decide il momento in
cui spezzare ''l' anello del pescatore'', cosi' detto perche'
rappresenta l'apostolo Pietro e il sigillo di piombo utilizzato
per la spedizione delle lettere apostoliche. I funerali, solenni,
avvengono in genere tre giorni dopo la morte, e i tecnici dell'istituto
di medicina legale dell'universita' di Roma sono incaricati
di verificare lo stato di conservazione del corpo. A tale scopo,
in passato, il corpo veniva svuotato degli organi interni per
rendere piu' duratura l' imbalsamazione. I 'precordi' dei papi
venivano conservati in speciali anfore, depositate nella chiesa
dei santi Anastasio e Vincenzo accanto a Fontana di Trevi. Ancora
oggi ci sono i precordi di ben 22 Papi, da Sisto V morto nel
1390 a Leone XIII deceduto nel 1903. Pio X aboli' questa usanza.
Vari sistemi di conservazione furono successivamente provati
e ancora si ricordano gli svenimenti vicino al corpo di Pio
XII, a causa dell'odore della decomposizione del corpo sul quale
era fallito il tentativo di conservazione. Che invece riusci'
per papa Giovanni. La ''Missa poenitentialis'', cioe' il funerale,
viene celebrato in san Pietro, presenti anche delegazioni di
Stato di tutto il mondo. Le spoglie mortali del papa, vengono
chiuse in una triplice cassa (una di cipresso, una di piombo
e una di noce), e tumulate nelle grotte vaticane. Questo e'
quanto previsto, ma per tutto cio' che riguarda il proprio corpo,
dal modo al luogo della sepoltura, i papi possono pero' disporre
diversamente: cosi' Paolo VI volle essere sepolto nella nuda
terra e alcuni papi decisero di non farsi seppellire nelle grotte
vaticane. Il primo fu S. Martino I Santo, morto a Cherson (Crimea),
e sepolto a Roma, a S. Martino dei Monti. Adriano II, anch'
egli santo, morto presso Modena, nel settembre 885, giace nell'
abbazia di Nonantola (MO). Silvestro II, in carica fino al 12
maggio 1003, giace, a Roma, ma nella basilica lateranense. Damaso
II, al secolo ''Poppone'', defunto il 9 agosto 1048, a Palestrina
fu tumulato, a Roma in S. Lorenzo fuori le mura. Il tedesco
Vittore II mori' il 28 luglio 1057 in Arezzo, ma fu sepolto
in S. Maria Rotonda a Ravenna. Stefano IX, ovvero Federico di
Lorena, fu sepolto a S. Reparata in Firenze, la citta' dov'
era morto il 29 marzo 1057. Pio IX, morto il 7 febbraio 1848
- dopo 32 anni di pontificato - e' in S. Lorenzo fuori le mura.
L' ultimo a non scegliere le grotte vaticane per la sepoltura
e' stato Leone XIII, Innocenzo Gioacchino dei conti Pecci, morto
il 20 luglio 1903, 83enne, e sepolto, a Roma, nella basilica
del Laterano. Dopo la sepoltura del papa e durante l'elezione
del nuovo, non puo' essere abitato nessun ambiente del suo appartamento
privato. Se il defunto ha fatto testamento e nominato un esecutore
testamentario, questi dovra' eseguire il mandato e renderne
conto al nuovo papa.
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