I
cactus non temono il vento
La
letteratura dominicana contemporanea, trascurata o sottovalutata
all'estero al punto che da noi ad esempio risulta praticamente
sconosciuta, conta invece un gran numero di autori di ottimo livello,
dai classici e pionieri come Juan Bosch, Manuel Cabral, Pedro
Mir, Hilma Contreras, Manuel Rueda o Soledad Álvarez fino
alla recente variegata abbondanza di talenti che sarebbe lungo
elencare.
Le
mie ricerche e letture in quel paese caraibico hanno avuto come
frutti un numero speciale della rivista "L' Immaginazione"
(novembre 1999, editore Pietro Manni di Lecce) dedicato a versi
e storie provenienti dalla Repubblica Dominicana e l'antologia
I cactus non temono il vento. Racconti da Santo Domingo,
edita da Feltrinelli nella collana I Canguri (pp. 252, lire 24.000)
e uscita a maggio 2000.
Si tratta del primo arrivo di gruppo della narrativa dominicana
non solo in Italia, ma in tutta Europa. Gli autori presenti con
tre testi ciascuno - Marcio Veloz Maggiolo, Armando Almánzar
Rodríguez, Pedro Peix, Angela Hernández, José
Alcántara Almánzar, Ligia Minaya, Manuel Llibre
Otero e Luis Martín Gómez - sono scrittori di varie
generazioni chiamati a rappresentare una vicenda letteraria di
grande vivacità e bellezza. Hanno all'attivo una feconda
traiettoria e sono tutti vincitori del Premio per il racconto
della Casa de Teatro.
Il
libro avvicenda episodi caricaturali di una sanguinaria dittatura,
scene di un'infanzia magica, amori appassionati quanto improbabili
o incestuosi, superstizioni e sventure, coscienziosa follia e
ritmico trasporto, frontiere di pelle e sentieri dell'anima: in
queste storie decise e insolite vibra la realtà presente
e il passato prossimo della Repubblica Dominicana, con il suo
solare e gioioso stile di vita contrappuntato da una torbida sensibilità
notturna. |