Musica
dominicana
Il
nome del merengue, il ballo nazionale dominicano, sembra
derivi dalla meringa, sia per il carattere leggero e
frivolo che per il ritmo fitto e preciso in 2/4, che ricorda
i colpi con cui la forchetta batte la chiara d' uovo per preparare
quel dolce. Nato tra gli schiavi africani, fu il primo ballo
in cui nel Nuovo Mondo fu permesso a donne e uomini di abbracciarsi.
Originariamente era suonato con chitarra, violino,
tamburi di pelle di capra e zucche grattate o
grattugie metalliche, ai quali si aggiunsero poi fisarmonica
e sassofono, bongos e maracas, fino alle
odierne piccole band modellate su gruppi rock-folk.
La scuola tradizionale è quella che dall' orchestra di
Luis Alberti arriva fino a Johnny Ventura, Fernandito
Villalona, Jossie Esteban, Wilfrido Vargas,
Kinito Mendez, Sergio Vargas e i fratelli Rosario.
Ma oggi gode di una grande popolarità il merengue urbano
di gruppi come Los Toros Band o la Lokkera di Javier
Gutiérrez detto "Mala Fe", cantante dalla
voce roca e ruvidamente gridata che scaraventa sul pubblico
marginale pezzi martellanti con testi sboccati. Furoreggia da
anni anche il complesso femminile Las Chicas del Can,
sia nella versione classica con la voce solista acuta e allegra
di Miriam Cruz sia in quella più recente a trio
di cantanti.
Discorso a parte va fatto per l'artista meritatamente più
famoso a livello internazionale fin dagli anni '80, Juan
Luis Guerra, che con il suo gruppo 4-40 ha complicato e
arricchito la struttura di base del genere con influssi di altre
modalità caraibiche e non. Parte del successo si deve
anche ai suoi testi, che vanno dall' impegnato al poetico all'
umoristico. Dopo successi come Bachata Rosa (ora nome
di uno dei più bei bar musicali di Santo Domingo), Areíto
e Fogaraté, ha toccato uno dei vertici della sua
carriera con l' ultimo disco Ni es lo mismo ni es igual,
che contiene brani trascinanti come Mi PC o Vale la
pena, un tragicomico pezzo di denuncia sulle deficienze
del sistema sanitario nazionale, El Niágara en bicicleta,
accanto a intense ballate romantiche, talora in forma di favola,
come La hormiguita, Amapola e Palomita blanca.
L'altro
grande genere nazionale, la bachata, melodica e arpeggiata senza
rinunciare a una cadenza mossa, nasce dalla cosiddetta canción
de amargue, bolero lamentoso che gira intorno al destino che
impedisce gli amori o alla frustrazione dell' uomo per l' abbandono
e l' infedeltà della donna. Oggi i versi di questa danza
assai figurata e carica d'erotismo rincorrono tutta la casistica
del sentimento e della passione. Tra gli interpreti più
in voga a livello popolare, Joe Veras e Raulín.
Non manca nemmeno chi dalle suggestioni locali passa al pop-rock
internazionale di buona fattura, come il gruppo Al-Jadaqui,
o giovanissimi che importano durezze rap e house per creare
arruffate e trasgressive versioni technolatine dell' intramontabile
merengue.
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